Secondo quanto dichiarato ieri da Mussari (Presidente ABI) il Parlamento ha approvato un emendamento al decreto sulle semplificazioni fiscali che prevede prestiti contro cessione pro solvendo dei crediti verso la Pubblica amministrazione, con garanzia del Fondo centrale. Cito dal Sole 24 ore di oggi:
Nello stesso articolo, Mussari annuncia il lancio di un plafond da 5 miliardi di euro di finanziamenti a 5 anni alle Pmi alimentati da una parte della provvista a tre anni presso la BCE. Forse aiuterà a rintuzzare le critiche (di prammatica nei talk show televisivi) contro le banche ree di non convogliare verso l'economia reale i fondi generosamente concessi da Francoforte. Ma questa è comunicazione, non politica del credito.
La riduzione di questo stock di debito sommerso verso le imprese è una delle missioni quasi impossibili del Governo. Che fatica, però, anche soltanto capire quel poco che si sta facendo!
E per quanto riguarda i ritardi nei pagamenti della Pubblica Amministrazione alle imprese, Mussari spiega che «il tema è centrale rispetto alla salute delle nostre imprese, l'idea, che è stata sposata dal Parlamento con un emendamento approvato nel decreto sulle facilitazioni fiscali , è quella di prevedere una cessione pro solvendo del credito assistita da una garanzia del Fondo Centrale di Garanzia. In questo modo si consentirebbe alle imprese che vantano da molto tempo crediti nei confronti della Pa di veder liquidati i loro crediti e quindi di dare una mano alla ripresa ed alla crescita».Ho scorso un po' di testi normativi, e sono risalito al DECRETO-LEGGE 29 novembre 2008, n. 185, che all'art. 9 prevede l'intervento della SACE o delle imprese di assicurazione per velocizzare i pagamenti della PA. Il comma 3-bis (introdotto in sede di conversione e successivamente più volte aggiornato) ha introdotto una forma di certificazione da parte degli enti pubblici debitori, intesa a consentire la cessione pro soluto. E' così formulato, prima degli emendamenti in discussione:
3-bis. Su istanza del creditore di somme dovute per somministrazioni, forniture e appalti, le regioni e gli enti locali certificano, nel rispetto delle disposizioni normative vigenti in materia di patto di stabilita' interno, entro il termine di sessanta giorni dalla data di ricezione dell'istanza, se il relativo credito sia certo, liquido ed esigibile, anche al fine di consentire al creditore la cessione pro soluto a favore di banche o intermediari finanziari riconosciuti dalla legislazione vigente. Scaduto il predetto termine, su nuova istanza del creditore, provvede la Ragioneria territoriale dello Stato competente per territorio, che, ove necessario, nomina un commissario ad acta con oneri a carico dell'ente territoriale. La cessione dei crediti oggetto di certificazione avviene nel rispetto dell'articolo 117 del codice di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163. Ferma restando l'efficacia liberatoria dei pagamenti eseguiti dal debitore ceduto, si applicano gli articoli 5, comma 1, e 7, comma 1, della legge 21 febbraio 1991, n. 52.L'emendamento di cui parla Mussari, di cui ho trovato traccia sul sito del Senato nelle MODIFICAZIONI APPORTATE IN SEDE DI CONVERSIONE AL DECRETO-LEGGE 2 MARZO 2012, N. 16, estende la certificazione di cui sopra alle cessioni pro solvendo. Non ho trovato menzione della garanzia FCG. Il testo approvato del Senato è attualmente all'esame della Commissione finanze della Camera.
Nello stesso articolo, Mussari annuncia il lancio di un plafond da 5 miliardi di euro di finanziamenti a 5 anni alle Pmi alimentati da una parte della provvista a tre anni presso la BCE. Forse aiuterà a rintuzzare le critiche (di prammatica nei talk show televisivi) contro le banche ree di non convogliare verso l'economia reale i fondi generosamente concessi da Francoforte. Ma questa è comunicazione, non politica del credito.
La riduzione di questo stock di debito sommerso verso le imprese è una delle missioni quasi impossibili del Governo. Che fatica, però, anche soltanto capire quel poco che si sta facendo!
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