Un amico mi segnala il pezzo scritto da Claudia Bugno per Gnosis (rivista del SISDe): Il Fondo centrale di garanzia tra opportunità e rischi. E' singolare che la rivista dei nostri servizi di intelligence si occupi di garanzie creditizie per le Pmi. L'autrice dell'articolo, dal suo punto di osservazione di presidente del Comitato di gestione del Fondo, dà una lettura dei grandi cambiamenti geopolitici e della crisi in atto.
Lo fa leggendo i dati dello sviluppo dell'operatività del Fondo centrale. Tocca i temi centrali: il rifinanziamento del Fondo e il riordino dei criteri di intervento (materia dell'imminente Decreto); la governance aperta alle associazioni e alle regioni, la trasparenza del pricing; la verifica dei fini di responsabilità sociale e la vigilanza sulle infiltrazioni criminali.
Le informazioni sono aggiornate al 2011. Dai grafici riportati nell'articolo, ne incollo uno che suscita molte riflessioni. Riguarda la distribuzione per intermediari delle domande accolte nel 2011:
Lo fa leggendo i dati dello sviluppo dell'operatività del Fondo centrale. Tocca i temi centrali: il rifinanziamento del Fondo e il riordino dei criteri di intervento (materia dell'imminente Decreto); la governance aperta alle associazioni e alle regioni, la trasparenza del pricing; la verifica dei fini di responsabilità sociale e la vigilanza sulle infiltrazioni criminali.
Le informazioni sono aggiornate al 2011. Dai grafici riportati nell'articolo, ne incollo uno che suscita molte riflessioni. Riguarda la distribuzione per intermediari delle domande accolte nel 2011:
C'è poco da discutere, ha ragione l'ineffabile Pico nei suoi commenti: c'è un soggetto che si pone obiettivi sfidanti e li raggiunge. Si chiama Eurofidi e nel 2011 ha portato a casa più di 19mila pratiche sul totale di 55mila accolte dal Fondo. Circa il 35%, non male come quota di mercato. Non ci sono i dati in termini di controvalore. Forse su quelli la quota di Eurofidi aumenta.
Nei top player troviamo al secondo posto Confeserfidi (mìii... Bartolo, ci avete dato dentro!) davanti a una serie di banche (notate che non sono in ordine di dimensioni, penso che molte pratiche dei due gruppi maggiori siano veicolate dal capolista). Troviamo altri due confidi 107 (Unionfidi Piemonte, Artigiancredito Toscano), una finanziaria baricentro non confidi (Centrofidi Terziario), una finanziaria regionale (Fidi Toscana), una società di leasing. I numerosi confidi che accedono alla controgaranzia hanno presumibilmente volumi più contenuti.
Leggere i dati del Fondo centrale nella rivista dei Servizi stimola chiavi di lettura inconsuete. Vista l'importanza dello strumento, e la possibilità (riconosciuta dall'articolo) che il suo grosso potenziale venga disperso o deviato verso fini impropri, sarebbe opportuno fornire al vasto pubblico un flusso informativo più diretto, regolare e sistematico.
Di ineffabile ho ben poco... E poi i fatti, come finalmente leggo a chiare lettere nei post di questo blog, parlano più di molte parole. L'impegno incessante e la determinazione portano risultati che sono ancora più' importanti quando hanno anche un forte impatto sociale, come e'in fondo sostenere le PMI.
RispondiEliminaCaro Pico, i fatti qui li ho sempre raccontati. Ho sempre riconosciuto il fortissimo dinamismo commerciale di Eurofidi. E' una dote, in un settore dove per anni diversi soggetti locali hanno ignorato il Fondo centrale perché avevano fonti di aiuto più comode e vicine. Lasciando (giustamente) spazio ai soggetti più attivi.
RispondiEliminaSull'impatto sociale di questi risultati avremmo bisogno di dati sul pricing che Claudia Bugno dice di voler raccogliere,e di altri ancora (ad esempio, i costi di amministrazione e distribuzione di questo sistema di garanzia statale, lungo tutta la filiera).
Permettimi un'ultima domanda, vertiginosa: se il Fondo centrale riducesse gli interventi, Eurofidi cosa farebbe?
Il dinamismo e' obbligato dall'andamentale del rischio o si frulla tutto quello che c'e' o si chiude. Mi pare che sia in arrivo il declassamento da BBB- a C se fosse cosi appunto il prezzo della garanzia di Eurofidi a quanto si assesterebbe dall'attuale 4,75% medio ? Al 5,5 % ?
RispondiElimina@Pratislava: c'è un'ispezione della Vigilanza in corso, sapremo presto se le cose stanno come dici. Per il momento mi limito a commentare i dati pubblici.
RispondiEliminaNoto una certa "resistenza ad esplicitare il "prezzo della garanzia" anche quando è facilmente desumibile dalle corrette informazioni che gli stessi intermediari sono obbligati a dare.
RispondiEliminaNel caso non è cosi complicato : basta andare nel foglio di trasparenza di Eurofidi.
Ecco i costi "massimi"...delle garanzie :
Durata fino a 6 mesi 3,20%
Durata fino a 12 mesi 5,90%
Durata fino a 18 mesi e 1 gg 7,10%
Durata fino a 36 mesi 9,20%
Durata fino a 60 mesi 11,60%
Il costo della garanzia è composto dalle spese di segreteria1, dalla commissione della garanzia e del versamento a fondo rischi. Le spese di segreteria sono fisse, il costo commissione della garanzia e del versamento a fondo rischi è riportato nella tabella seguente, espresso in percentuale rispetto al valore della garanzia.
Eurofidi richiede, solamente nel caso di garanzia su linea di credito a breve termine (fino a 18 mesi) a valere sul Fondo di Garanzia, la sottoscrizione di una specifica lettera di impegno irrevocabile ad integrare e ricostituire il Fondo di Garanzia per un importo pari al 20% della garanzia originariamente concessa"
In assenza del Fondo Centrale Eurofidi non sarebbe più in condizione di prestare garanzie (non ha, nè potrà mai per definizione avere capitale sufficiente per reggere il volume di nuove garanzie necessario per sostenere i titanici costi); dovrebbe adottare un pricing straordinariamente elevato, che nè la legge nè il mercato gli permetterebbe. Neanche le altre attività del Gruppo potranno essere di aiuto, facendo ormai capolino ai margini di un mercato (quello della consulenza di basso profilo) che non c'è più.
RispondiEliminaPertanto la risposta alla domanda del Prof. Erzegovesi è: sarebbe un grosso problema, per tutti i portatori di interesse. C'è dunque solo da sperare che non accada.
... una ragione in più per monitorare il portafoglio del Fondo centrale, in cui le esposizioni portate da Eurofidi pesano in misura importante.
RispondiEliminaE anche un motivo per cercare altre fondamenta meno pubblico-dipendenti sulle quali costruire l'offerta (di garanzie e servizi) dei confidi.
Con il peso che Eurofidi ha sul FCG, forse alla fine dell'ispezione di BdI avremo anche una misura attendibile dell'impegno effettivo del FCG in termini reali ed una valutazione certa delle sofferenze.
RispondiEliminaQualcuno ancora pensa (spera) che too big to fail.....
Non abbiamo informazioni, quindi aspettiamo a fare congetture. Non dimentichiamo però che se il Fondo centrale venisse drenato, dalle esposizioni portate da Eurofidi o da altri, non so con che faccia il Governo potrebbe riproporne il finanziamento; anche il mantenimento della garanzia di ultima istanza dello Stato sarebbe un azzardo (morale e fisico).
RispondiEliminaSe avete pazienza, leggete questa delibera della Corte dei Conti sulla "Gestione del Fondo di salvataggio alle imprese in difficolta" . Ci sono spunti interessanti e di riflessione rispetto ad alcuni aspetti in discussione.
RispondiEliminahttps://docs.google.com/viewer?a=v&q=cache:T6AMr6LMBvIJ:www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/controllo/sez_centrale_controllo_amm_stato/2012/delibera_5_2012_g_e_relazione.pdf+&hl=it&gl=it&pid=bl&srcid=ADGEESiU7FQLk1obCgsm6mGg63fDpdRRM9JwZsIFD4pFivrWPjqRoTOQGw2L2Lv6fdv-EolGk6zZ8qakwDt9HT-Wecg7em04mrJUf_vUITcXNmf7J7NUwtLmRkQGpEOUvctzAthpx-o4&sig=AHIEtbSVQNJMiLhhUCEAltyT_x2hdlE8Dw
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