Da questa news apprendo che il Consiglio di Stato ha confermato l'annullamento (disposto con sentenza del TAR Molise) delle delibere regionali che affidavano senza gara alla FinMolise la gestione del Fondo unico anti-crisi. Ne abbiamo parlato in diverse occasioni (qui l'ultima, che riportava la sospensione della sentenza da parte dello stesso Consiglio di Stato).
A quanto ho capito, l'appello è stato accolto perché FinMolise difettava dei requisiti per affidamenti diretti essendo controllante al 100% di FinMolise sviluppo e servizi srl, una società di servizi attiva sul mercato che quindi "inquina" la natura in house di FinMolise. Non ho tempo per analizzare in profondità le 17 pagine della sentenza del Consiglio di Stato. Ma basta una lettura veloce per avere un'idea della complessità della materia.
La tendenza sarebbe quella di riportare lo svolgimento di funzioni pubbliche in senso stretto nel perimetro degli enti territoriali, e di portare sul mercato la fornitura di servizi alla PA (pensiamo al veto di società pubbliche fornitrici della PA previsto dalla spending review) e le attività nelle quali il pubblico condiziona e orienta con trasferimenti diretti o indiretti l'offerta di beni o servizi per i quali esistono dei mercati (è il caso delle garanzie). Peraltro non sono venute meno le ragioni tecnico-organizzative (e finanziarie) di dar vita a strutture ibride che contaminano le diverse funzioni. Non si è spenta la volontà politica di far lavorare società strumentali alla PA, così come (altrove) la propensione a saltare le procedure competitive per assegnare risorse a soggetti locali. Come osservavo qui, gli approcci delle diverse regioni sono quanto mai differenziati al riguardo.
Della sentenza del Consiglio di Stato si rallegra il Confidi Rating di Larino (CB), attore del ricorso al TAR. Il presidente Agostino Capozzo, mi ha tempestivamente confermato la notizia per email, allegandomi la sentenza di secondo grado della giustizia amministrativa, e il comunicato stampa del confidi che la commenta. Cito la chiusura del secondo documento:
Questo è lo scenario. Penso che le considerazioni di natura tecnica sulle politiche a sostegno del credito siano a questo punto un corollario irrilevante.
Tutto l'accaduto grida: mandate der Kommissar.
A quanto ho capito, l'appello è stato accolto perché FinMolise difettava dei requisiti per affidamenti diretti essendo controllante al 100% di FinMolise sviluppo e servizi srl, una società di servizi attiva sul mercato che quindi "inquina" la natura in house di FinMolise. Non ho tempo per analizzare in profondità le 17 pagine della sentenza del Consiglio di Stato. Ma basta una lettura veloce per avere un'idea della complessità della materia.
La tendenza sarebbe quella di riportare lo svolgimento di funzioni pubbliche in senso stretto nel perimetro degli enti territoriali, e di portare sul mercato la fornitura di servizi alla PA (pensiamo al veto di società pubbliche fornitrici della PA previsto dalla spending review) e le attività nelle quali il pubblico condiziona e orienta con trasferimenti diretti o indiretti l'offerta di beni o servizi per i quali esistono dei mercati (è il caso delle garanzie). Peraltro non sono venute meno le ragioni tecnico-organizzative (e finanziarie) di dar vita a strutture ibride che contaminano le diverse funzioni. Non si è spenta la volontà politica di far lavorare società strumentali alla PA, così come (altrove) la propensione a saltare le procedure competitive per assegnare risorse a soggetti locali. Come osservavo qui, gli approcci delle diverse regioni sono quanto mai differenziati al riguardo.
Della sentenza del Consiglio di Stato si rallegra il Confidi Rating di Larino (CB), attore del ricorso al TAR. Il presidente Agostino Capozzo, mi ha tempestivamente confermato la notizia per email, allegandomi la sentenza di secondo grado della giustizia amministrativa, e il comunicato stampa del confidi che la commenta. Cito la chiusura del secondo documento:
C’è da augurarsi, ora, che, come era stato già fatto in passato, la Regione Molise voglia bandire una gara pubblica per l’affidamento dei predetti servizi, rispettando così le regole comunitarie e nazionali sula competitività e concorrenza.Si ritorna al Via, come nel Monopoli. Penso che non si chiuderà qui il contenzioso, che si inserisce in un confronto politico-giudiziario a 360° tra maggioranza e opposizione che ruota attorno all'annullamento delle ultime elezioni regionali, sul quale deve pronunciarsi nei prossimi giorni il Consiglio di Stato. Magari si tornerà al voto, e quindi si aggiornerà il tutto. Se invece la giunta attuale resterà in sella, non escludo che cerchi il modo di "purificare" la natura in house di FinMolise e rilanci l'affidamento diretto del fondo anti-crisi.
Questo è lo scenario. Penso che le considerazioni di natura tecnica sulle politiche a sostegno del credito siano a questo punto un corollario irrilevante.
Tutto l'accaduto grida: mandate der Kommissar.
Le regole vanno sempre rispettate, e non solo in Molise anche nel Veneto, affidamento del Fondo anti crisi alla Veneto Sviluppo (51% pubblica, 49% Privata- non House) senza alcuna gara.
RispondiEliminaOK, senza trascurare la complessità e la pluralità delle stesse regole. E anche i tempi di attuazione degli interventi.
RispondiEliminaMa alla gara debbono poter partecipare tutti gli intermediari, in particolare le banche stesse che così potrebbero girare gli aiuti ai propri clienti.
RispondiEliminaFantastico il dubitativo "potrebbero" al posto di un affermativo "possono".
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