Manca pochissimo all'appuntamento di Confires a Firenze di giovedì 27 febbraio. Verrete? Che cosa vi aspettate di sentire dai coordinatori, dal Ministero dello sviluppo economico, da Assonfidi, dal Fei, da Lorenzo Gai, dalle banche, dai provider? Da me? Qualche suggerimento sui temi del momento?
Forza, approfittate dei commenti liberi, anche soltanto per un "Ci vediamo là"
4 commenti:
Ciao Luca, personalmente considero l'argomento "tranched" prioritario. In particolare la garanzia concessa da Mcc sui portafogli, di cui alla gazzetta ufficiale del luglio 2013.
Ci vediamo li, Bartolo
Un suggerimento: nell'interesse di imprese in possibile continuità aziendale, ma fuori dai parametri di ammissione alla garanzia di Stato, auspico che si possa iniziare effettivamente a disegnare (e a far evolvevere) la diversa modalità d'intervento prevista dal D.M. 18/03/2011: "Su espressa richiesta, i Confidi e gli Altri fondi di garanzia che ................ omissis........, nonché a presentare le richieste con riferimento all’insieme delle operazioni deliberate. .....". In pratica un modello di valutazione ancora più sbilanciato sul garante più che sull'impresa garantita. Auspico altresì che Confidi e Stato (in questo caso per il tramite del FCG), siano effettivi partner e quindi che operino sinergicamente nell'interesse delle imprese. Voglio dire che tra partner si collabora per il medesimo obiettivo e quindi si semplificano e riducono al minimo ad esempio aspetti poco rilevanti che oggi determinano l'inefficacia della garanzia (basta poco, invece di scrivere ad esempio che dopo 30 gg. la garanzia è inefficacia, si scrive che decorso il termine, qualora ........ insomma, collaboriamo"). Tutto questo perché i Confidi, oggi minati nell'equilibrio economico per il venir meno di una rilevante operatività totalmente indirizzatasi verso la garanzia diretta (che in questo contesto economico non mi sento di mettere in discussione, in contesti di normalità si), intercettano di fatto sempre più imprese fuori dai parametri di ammissione al Fondo e quindi, se ritengono che tali imprese possano farcela, sarebbe gradito avere lo Stato al fianco: saranno poi i numeri del Confidi che daranno ragione o meno delle scelte operate e quindi, nel caso, il venir meno dell'accreditamento. Volere è potere e le soluzioni si possono trovare, anche con riferimento alla normativa sugli aiuti di Stato tenuto conto che lo strumento deve in ogni caso rivolgersi ad imprese economicamente e finanziariamente sane. Oggi un'impresa fuori parametri per una o due pessime annualità, rischia di essere come la peste: pochi si possono permettere il rischio che non può essere mtigato e quindi, saluti. Ci vediamo a Firenze.
Solo un po' di spunti:
- i confidi pur con contributi pubblici dovrebbero diventare società gestite da manager e non dalle poltrone della politica e delle associazioni;
- se un futuro c'è non può essere per tutti. I soggetti vigilati dovrebbero diventare massimo una 30, invece anche con le ultime riforme si è "riaperto" ai confidi minori per ovvie ragioni politiche..;
- la garanzia all'80% controgarantita all'80% non dovrebbe esistere. Massimo 60% con controgarantibilità massima del 30% affinchè ci sia responsabilizzazione della filiera, dalla banca al confidi, e non un fondo centrale pattumiera..
- valutare accesso diretto al fondo riservato ai confidi sotto 250 mila e alle banche sopra, società corporate e linee da 1 o 2 milioni non sono certo la clientela e la finalità di un confidi..
Grazie a Bartolo, Fabio e all'anonimo per le loro riflessioni. Sono spunti di riflessioni meditati di professionisti che conoscono bene il settore, e fanno il lavoro di garanti con una certa passione, sia pur con stili e ubicazioni territoriali differenti.
Non so ancora che cosa dirò dopodomani a Confires (ho diverse pagine di appunti, oltre alle cose che avete letto qui), ma certamente metterò al centro la traduzione pratica di idee e scelte di valore.
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