Fa impressione non leggere niente sull'Italia nell'
articolo dell'Economist uscito ieri sui piani di salvataggio dei sistemi bancari negli USA e in Europa. Vicino agli annunci degli USA, del Regno Unito e della Germania, l'Italia non fa notizia: nessuna crisi conclamata, quindi nessun bisogno di fare il conto delle perdite emerse e latenti, e appostarne la copertura a botte di centinaia di mliardi. Anzi no, in chiusura il giornale cita Unicredit Group come esempio virtuoso di ricapitalizzazione con sole risorse private. Il Governo ha approvato ieri il
DL n.155 che consente allo Stato di sottoscrivere azioni di banche con problemi di adeguatezza patrimoniale e di aggiungere per 36 mesi la propria firma alla garanzia sui depositi del Fondo Interbancario. Secondo alcuni commentatori, il DL prevede, in caso di interventi nel capitale, il ricorso ad azioni prive del diritto di voto, ma non sono riuscito a trovare appoggi per questa affermazione né nel testo, né nella
relazione illustrativa, anzi si prevede una sospensione del voto capitario nel caso di banche popolari. Niente cifre, trattandosi di interventi eventuali e allo stato delle cose altamente improbabili. La nostra finanza pubblica non consente di strafare.