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martedì 11 settembre 2007

Andrea Vecchia (DG IPI) sul Fondo per la finanza d'impresa



Il Fondo per la finanza d'impresa intende superare la precedente logica degli interventi "a pioggia", favorendo le operazioni "di sistema" rivolte a portafogli articolati di imprese caratterizzate da un obiettivo comune (distretti, cluster, filiere), sulla base della convinzione che convogliare risorse finanziarie - pubbliche e private - verso "sistemi di imprese", genera per il sistema produttivo ricadute economiche superiori a quelle determinate da un pari investimento su una moltitudine di imprese non integrate. Il decreto di attuazione del Fondo si trova attualmente nella fasi di avvio della concertazione con il Ministero dell'Economia e delle Finanze, come previsto dalla legge finanziaria 2007. E' stato, peraltro, già avviato il dialogo con la Commissione UE finalizzato all'inquadramento dell'intervento nell'ambito della normativa comunitaria, in particolare si è già provveduto alla notifica del regime di aiuto relativo agli interventi nel capitale di rischio.
Il Fondo nasce da un'esigenza di razionalizzazione dei precedenti meccanismi di intervento dello Stato in materia di finanza d'impresa e presenta notevoli elementi di innovazione nella sua architettura, che tengono conto dell'evoluzione dello scenario normativo e del mercato finanziario. In dettaglio, i nuovi orientamenti sui requisiti di vigilanza introdotti dal Comitato di Basilea richiedono una rivisitazione dei meccanismi di intervento dello Stato nella materia della finanza d'impresa. Per rispondere a tale esigenza è previsto che il Fondo attuerà gli obiettivi prefissati di volta in volta dall'amministrazione, mediante avvisi a evidenza pubblica, con cui viene richiesto a banche e intermediari finanziari vigilati dalla Banca d'Italia di effettuare proposte sulla concreta progettazione e strutturazione delle operazioni finanziarie che facilitino in forma moderna l'accesso alla finanza da parte delle piccole e medie imprese. Diversamente dal passato, non sarà compito della Pubblica Amministrazione ricercare, per via diretta e indiretta, effetti moltiplicatori sulle risorse a disposizione; tale funzione viene, infatti, demandata agli operatori finanziari che propongono le operazioni. In tale contesto, il ruolo del Fondo è esclusivamente quello di fornire provvista finanziaria a chi si dimostra tecnicamente in grado di far conseguire il maggior beneficio possibile per le imprese con il minor assorbimento di risorse pubbliche.
Sul Fondo per la finanza d'impresa avevo parlato in questo blog. Qui sopra riporto un'interpretazione autentica del provvedimento, tratta da un'intervista ad Andrea Vecchia, Direttore generale dell'IPI, che è uno dei suoi principali ispiratori. L'intervista è stata pubblicata sul Corriere delle opere del 4 settembre 2007. Potete scaricarla qui.
Ci sono diversi punti da commentare. Tengo in serbo le osservazioni, e mi riprometto di inserirle in blog specifici.

Luca

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