Dopo la cronaca delle mie giornate baresi, vi racconto dell'evento che era il vero scopo del viaggio: il convegno "Consorzi fidi: quale futuro?", tenutosi sabato 15 settembre alla Fiera del Levante. Fidindustria Bari, promotore dell'iniziativa, è un confidi di dimensioni rilevanti per il Mezzogiorno: circa 40 milioni di esposizioni garantite e un organico di quattro persone (numeri simili li ha il confidi industriale di Bolzano). Dopo i saluti, il presidente di Fidindustria Nitti ha introdotto le relazioni.
Giuseppe Tucci, ordinario di Diritto Privato a Bari, ha ripercorso le pietre miliari dell'evoluzione normativa (legge quadro e Basilea 2), sottolineando l'urgenza di passare dall'esegesi della disciplina alla formulazione di strategie adatte per ogni settore e contesto territoriale.
Ho raccolto questo spunto parlando a braccio sulla traccia dell'intervento che avevo preparato (lo trovate qui). Ho riproposto il confronto tra modelli di gestione del rischio basati su garanzie personali e su forme di tranched cover, discutendo i motivi reali (e quelli presunti) che spingono i confidi a trasformarsi in intermediari vigilati. Ho aggiunto qualcosa sulla crisi dei subprime (idee già accennate negli ultimi blog) e sul ruolo dei confidi nel Mezzogiorno.
E' stata la volta dei due presidenti Giuseppe Russo (Unionfidi Torino), e Massimo Perini (Confidi Province Lombarde), protagonisti con il collega Giovanni Cavalieri del Confidi Sardegna del progetto di mega-fusione tra confidi industriali. Russo, professore di economia industriale e presidente designato del futuro mega-confidi, ha dimostrato i vantaggi della grande dimensione nel mercato della garanzia e dei servizi collegati. Il problema delle fusioni non è tanto il "perché" aggregarsi (la punta dell'iceberg), ma il "come" riuscire a farlo (la sua parte sommersa). La difficoltà del "come" è maggiore in un modello di governance che pone al centro le imprese socie e tutela le specificità delle regioni e il ruolo degli enti sostenitori (associazioni e Camere di commercio). Sarebbe più semplice centralizzare la funzione di governo e la fabbrica prodotto e decentrare soltanto la rete distributiva, ma non è quello che si vuol fare nell'alleanza TO-MI-CA, nella quale saranno assicurati ai soggetti locali ruoli di governo (con assemblee separate dei soci e rappresentanze in CdA, presumo) e competenze deliberative sul credito (con comitati tecnici locali, ri-presumo). Sempre in tema di "come", vedo in un modello del genere il bisogno di un sistema contabile e di portafoglio raffinatissimo, che consenta la tracciabilità per regioni, settori e programmi dell'allocazione del rischio e della destinazione delle risorse affluite dagli enti sostenitori. E' per questo motivo che la tranched cover sarà molto utile per costruire programmi segmentati con destinazione vincolata, anche se questo potrà rendere macchinoso il pooling del rischio.
Perini ha ribadito questi valori, in particolare la natura privata del confidi. Si è poi soffermato sui programmi di co-garanzia avviati da Milano (in autonomia rispetto a Torino e alla Sardegna) con enti di medie dimensioni (Ravenna, Latina, Salerno, Bari, più altri nella pipeline). Vedo in questa forma morbida di aggregazione una tappa verso una possibile espansione del perimetro del mega-confidi.
Nelle conclusioni, Francesco Bellotti, presidente di Federconfidi, ha ribadito che i consorzi devono contribuire al miglioramento quotidiano dell'operatività delle imprese aderenti, attraverso professionalità qualificate, guidate con chiari indirizzi politici dalle Associazioni. Tra i soci di Federconfidi ci sono realtà diversificate, e non si vuole imporre un modello uniforme, che non funzionerebbe. Bellotti ha però detto chiaramente che il cambiamento è una necessità per tutti, che non ci sarà spazio per modelli che non si reggono economicamente. Federconfidi vuole però che questo convincimento maturi spontaneamente, grazie all'esempio delle esperienze innovative di successo. Ha poi auspicato progetti di sistema sulle funzioni nuove da potenziare nei "107" (informatica, contabilità e controlli interni), anche attingendo alle risorse giacenti nei fondi interconsortili (come l'IGI promosso dalla stessa Federconfidi), sbloccate dalla legge finanziaria per il 2007.
Prima dei saluti finali, l'assessore al Bilancio della Puglia, Saponaro, ha rassicurato circa l'attenzione della Regione per i confidi, invitando a collaborare alla stesura delle norme applicative delle linee di indirizzo espresse in materia dal Piano Obiettivo Regionale 2007-2011.
Il pubblico ha seguito con interesse i lavori fino alle 13.00, in una sala gremita. Complimenti agli amici di Fidindustria Bari che con la loro intraprendenza mettono in pratica, in positivo, il monito del proverbio barese:
Tre còse rruvìnene lu mùnnu: lu "ca pòi", lu "pìu pìu" e lu "fàzza Dìu"
Tre cose rovinano il mondo: il poi, il piano piano, ed il faccia Dio
Luca
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