Carmine Fotina sul Sole 24 ore anticipa oggi i contenuti del Decreto, in attesa di emanazione, che disciplina le garanzie "di portafoglio" rilasciate dal Fondo centrale di garanzia per le Pmi. L'imminente decreto attua l'art. 39, comma 4 del decreto Salva Italia (dicembre 2011). Un visitatore aveva dato qualche pre-anticipazione in questo commento del 1° dicembre al post sulle Disposizioni attuative del Fondo.
[aggiornamento del 9/7: Il decreto è stato pubblicato il 6 luglio (GU Serie Generale n.157 del 6-7-2013). Qui il testo dalla Gazzetta ufficiale online.]
Secondo Fotina, il provvedimento è rimasto in stand-by per le perplessità delle associazioni di impresa sui vincoli (giudicati troppo stringenti) che regolano gli importi minimi e la composizione dei portafogli.
Il decreto stanzierebbe circa 100 milioni (dalla dote del FCG) per supportare operazioni di tranched cover su portafogli segregati. L'intervento è riservato a banche (garanzie dirette) e confidi vigilati (controgaranzie). L'ammontare dei portafogli di finanziamenti non può essere inferiore a 50 milioni di euro. I singoli finanziamenti devono avere una durata compresa tra 18 mesi e 5 anni, un importo massimo pari all'1% dell'ammontare del portafoglio complessivo e comunque non superiore a 1 milione di euro, non devono essere connessi a operazioni di consolidamento di passività finanziarie a breve termine nel caso in cui il nuovo finanziamento sia concesso dallo stesso soggetto finanziatore che ha erogato all'impresa i prestiti oggetto di consolidamento.
Il Fondo si assume l'80% delle prime perdite del portafoglio sino a concorrenza della tranche junior. Quest'ultima è stabilita dall'intermediario che struttura l'operazione. Il Decreto però fissa un tetto all'intervento del Fondo, che non può essere superiore al 4% dell'ammontare del portafoglio, elevabile al 6% per finanziamenti a progetti di ricerca, sviluppo o innovazione o a programmi di investimenti. Quindi assumendo che la tranche junior sia dimensionata in modo da sfruttare al massimo l'apporto pubblico, l'intermediario deve fronteggiare il restante 20% (1/4 di quanto messo dal FCG).
Nel caso di controgaranzia, i Confidi concedono una garanzia di portafoglio cappata, di cui il Fondo copre l'80% delle prime perdite per non più del 4% (o del 6%). I confidi devono versare presso la banca erogatrice un cash collateral per un importo non inferiore all'1% del portafoglio, se il Fondo copre il 4%, o l'1,5% se il Fondo mette il 6%. Un quarto, come si è detto. Così la banca ha tutta la tranche junior coperta dai garanti. Mi è giunta voce che in alternativa i confidi possono rilasciare alla banca una protezione del credito di tipo personale, ma aspetto il testo del decreto per capirne in dettaglio la logica (in questo secondo caso la struttura della tranched cover si ibrida, complicandosi).
L'intervento è a titolo oneroso. Le commissioni di garanzia dovute da banche e Confidi sono: 0,125% dell'importo garantito dal Fondo per le microimprese, 0,25% per le piccole, 0,5% per le medie imprese ovvero ammontano esattamente alla metà di quelle applicate sulle "normali" garanzie del Fondo sui finanziamenti ammessi a questo nuovo intervento.
L'articolo non lo dice, ma sono pressoché sicuro che questo intervento non veicola la garanzia di ultima istanza dello Stato invece concessa sulle "normali" garanzie dirette e controgaranzie. Si tratta di un intervento volto a cappare l'esposizione dello Stato al rischio di perdite eccedenti i livelli attesi.
Le garanzie di portafoglio supportate dal fondo possono interessare principalmente alle banche autorizzate al metodo IRB avanzato sul rischio di credito. Tali banche possono infatti utilizzare il vantaggioso supervisory formula approach, che può abbattere il coefficiente di capitale sul rischio senior fino ad un minimo dello 0,56%. Questo trattamento vantaggioso sarà probabilmente superato, nel senso di una maggior prudenza e severità, dalla revisione del quadro regolamentare sulle cartolarizzazioni sul quale il Comitato di Basilea ha avviato una consultazione in dicembre.
Le altre banche, e i confidi che lavorano con le stesse, potranno trovare nelle garanzie di portafoglio un'utile alternativa ai consueti apporti di fondi regionali o di altri sponsor per erogare garanzie cappate, come è uso fare anche al di fuori del framework di Basilea sulle cartolarizzazioni.
L'argomento è complesso, per il momento ci fermiamo qui in attesa di conferme e dettagli.
[aggiornamento del 9/7: Il decreto è stato pubblicato il 6 luglio (GU Serie Generale n.157 del 6-7-2013). Qui il testo dalla Gazzetta ufficiale online.]
Secondo Fotina, il provvedimento è rimasto in stand-by per le perplessità delle associazioni di impresa sui vincoli (giudicati troppo stringenti) che regolano gli importi minimi e la composizione dei portafogli.
Il decreto stanzierebbe circa 100 milioni (dalla dote del FCG) per supportare operazioni di tranched cover su portafogli segregati. L'intervento è riservato a banche (garanzie dirette) e confidi vigilati (controgaranzie). L'ammontare dei portafogli di finanziamenti non può essere inferiore a 50 milioni di euro. I singoli finanziamenti devono avere una durata compresa tra 18 mesi e 5 anni, un importo massimo pari all'1% dell'ammontare del portafoglio complessivo e comunque non superiore a 1 milione di euro, non devono essere connessi a operazioni di consolidamento di passività finanziarie a breve termine nel caso in cui il nuovo finanziamento sia concesso dallo stesso soggetto finanziatore che ha erogato all'impresa i prestiti oggetto di consolidamento.
Il Fondo si assume l'80% delle prime perdite del portafoglio sino a concorrenza della tranche junior. Quest'ultima è stabilita dall'intermediario che struttura l'operazione. Il Decreto però fissa un tetto all'intervento del Fondo, che non può essere superiore al 4% dell'ammontare del portafoglio, elevabile al 6% per finanziamenti a progetti di ricerca, sviluppo o innovazione o a programmi di investimenti. Quindi assumendo che la tranche junior sia dimensionata in modo da sfruttare al massimo l'apporto pubblico, l'intermediario deve fronteggiare il restante 20% (1/4 di quanto messo dal FCG).
Nel caso di controgaranzia, i Confidi concedono una garanzia di portafoglio cappata, di cui il Fondo copre l'80% delle prime perdite per non più del 4% (o del 6%). I confidi devono versare presso la banca erogatrice un cash collateral per un importo non inferiore all'1% del portafoglio, se il Fondo copre il 4%, o l'1,5% se il Fondo mette il 6%. Un quarto, come si è detto. Così la banca ha tutta la tranche junior coperta dai garanti. Mi è giunta voce che in alternativa i confidi possono rilasciare alla banca una protezione del credito di tipo personale, ma aspetto il testo del decreto per capirne in dettaglio la logica (in questo secondo caso la struttura della tranched cover si ibrida, complicandosi).
L'intervento è a titolo oneroso. Le commissioni di garanzia dovute da banche e Confidi sono: 0,125% dell'importo garantito dal Fondo per le microimprese, 0,25% per le piccole, 0,5% per le medie imprese ovvero ammontano esattamente alla metà di quelle applicate sulle "normali" garanzie del Fondo sui finanziamenti ammessi a questo nuovo intervento.
L'articolo non lo dice, ma sono pressoché sicuro che questo intervento non veicola la garanzia di ultima istanza dello Stato invece concessa sulle "normali" garanzie dirette e controgaranzie. Si tratta di un intervento volto a cappare l'esposizione dello Stato al rischio di perdite eccedenti i livelli attesi.
Le garanzie di portafoglio supportate dal fondo possono interessare principalmente alle banche autorizzate al metodo IRB avanzato sul rischio di credito. Tali banche possono infatti utilizzare il vantaggioso supervisory formula approach, che può abbattere il coefficiente di capitale sul rischio senior fino ad un minimo dello 0,56%. Questo trattamento vantaggioso sarà probabilmente superato, nel senso di una maggior prudenza e severità, dalla revisione del quadro regolamentare sulle cartolarizzazioni sul quale il Comitato di Basilea ha avviato una consultazione in dicembre.
Le altre banche, e i confidi che lavorano con le stesse, potranno trovare nelle garanzie di portafoglio un'utile alternativa ai consueti apporti di fondi regionali o di altri sponsor per erogare garanzie cappate, come è uso fare anche al di fuori del framework di Basilea sulle cartolarizzazioni.
L'argomento è complesso, per il momento ci fermiamo qui in attesa di conferme e dettagli.
12 commenti:
serve una politica industriale chiara. Il fondo centrale o è garante o è controgarante. Personalmente sono per dargli la unica veste di controgarante, a sostegno dei confidi garanti e quindi delle imprese garantite.
Per combattere una guerra c'è bisogno di chiarezza. La tecnica della confusione per distrarre il nemico per fargli abbassare la guardia ha stufato. C'è bisogno di chiarezza.
Lo Stato aiuta le banche o le Aziende?????
Se aiuta le aziende indirettamente aiuta anche le banche e lo deve fare come controgarante in sostegno dei confidi.
Se invece aiuta le banche, la proprietà transitiva non funziona, indi per cui la spina dorsale dell'economia mondiale non si arrenderà senza combattere....
Luigi, il tono bellicoso è un po' esagerato, comunque la tua difesa del ruolo dei confidi è legittima.
E' un problema che però non nasce con le garanzie di portafoglio. Magari anche gli aspetti tecnici meriterebbero un commento da parte dei confidi.
Ha ragione Professore, forse l'ho enefatizzata un pò troppo, ma quando per l'ennesima volta ho letto che il fondo agisce sia in via di garante che di contro-garante, mi sono passati i 5 minuti che SunTzu consiglia vivamente di evitare ;)
L'ho intuito, Ma in questo caso specifico, il Fondo ha introdotto un meccanismo che è senz'altro più agevolmente sfruttabile dalle grandi banche IRB, e senza l'interposizione di un confidi. Se i confidi vogliono entrare su queste operazioni, devono saperne di più delle banche alle quali vanno a proporle. I limiti minimi di dimensione dei portafogli (25 milioni nel caso della controgaranzia) rende lo strumento praticamente inservibile per la maggior parte delle banche piccole o minori, limitando di conseguenza lo spazio per i confidi. A meno di organizzare operazioni multibanca, come hanno fatto (ad esempio) le nostre casse rurali in Trentino con fondi della Provincia.
Tutte cose da approfondire.
Cosa costerà all'impresa cotanta complicata garanzia?
Attenzione che c'è il trucco: un cap del 6% non è in grado di mitigare il rischio per una banca (servirebbe un 20%). Questa reagirà considerando il prestito come non garantito. Qui ci guadagna solo il garante che limita la sua perdita al solo cap. E' della serie avete voluto la bicicletta ed ora pedalate.
... con un pedale e mezzo
@ Sapio. Il 6% alla banca sarà sufficiente poichè decide lei il ptf da erogare coerentemente con la garanzia ricevuta.
Se poi non è in grado di erogare un portafoglio coerente si becca il rischio, ma le condizioni sui finanziamenti vengono decise in sede di lancio delle iniziative e, a meno di plateale ignoranza del FCG nella gestione di queste operazioni, il pricing praticato alle imprese dovrebbe tenere conto eccome di questa garanzia che permette se usata bene dalle banche IRB, risparmi maggior delle garanzie tradizionale (personali) dei confidi (anche quando controgarantite);
@ prof. mi risulta che nel tavolo tecnico che ha studiato la tecnica di ptf fosse presente Bankit e che sia stata prorpio quest'ultima a contribuire nella parte di struttura della transazione, inserendo il concetto di controgaranzia che a detta loro dà la ponderazione 0.
Speriamo non perdano un altro anno per pubblicare il decreto, tanto atteso da più parti.
Saluti
Operazione ad bancam o al più ad bancas (un paio). Non permette risparmi maggiori delle fdj e col 6% di cap garantirà solo chi non ha bisogno di garanzie. Il 15/3 termina la consultazione sulla nuova disciplina delle tranched pesantemente peggiorativa rispetto all'attuale. Il formaggio gratis sta solo nelle trappole per i topi.
Infatti la consultazione finirà il 15 e gli addetti ai lavori (quelli veri che stanno lavorando alle risposte) pensano che se dovesse passare l'approccio proposto decisamente peggiorativo per tutto il sistema economico ( la normativa non tocca solo le tranche da voi tanto bistrattate ma tutte le cartolarizzazioni, anche quelle di funding, i cd RMBS che in Italia non hanno mai e dico mai defaultato)i problemi saranno in primis per le banche ma subito dopo per le imprese (visto che chiudendo un canale di funding che faticosamente si stava cercando di rivitalizzare si alzerà il costo per tutto il sistema)e poi anche per i confidi perchè le banche che non avranno più possibilità di fare sec ai fini di capitale e saranno stressatissime sui ratio patrimoniali non erogheranno se non a imprese super virtuose che come dice sapio non hanno bisogno di garanzie (semplicemnte perchè oggi le garanzie vengono date ai chi non dovrebbe proprio accedere al mercato del credito aumentando il costo per tutti).
Sarebbe meglio, invece, che tutti cercassero di capire come funzionano "veramente" questi strumenti, che i politici smettessero di dire che la crisi è stata creata dai subprime (la crisi è stata creata da una politica di governo americana che voleva dare la casa a tutti perchè questo faceva aumentare il consenso, i subprime rendevano possibile quel tipo di politica)e che i falsi esperti (con millantate lauree e specializzazioni) venissero una volta per tutte tolte dai piedi e soprattuto che molta gente smettesse di mandare inutilmente i figli a studiare in blasonate università quando in Italia servono agricoltori, tornitori e idraulici (ormai i pochi rimasti guadagnano quando un banker della city).
@Anonimo delle 14.45, il relata refero su Banca d'Italia e l'OK alla ponderazione zero delle tranched lo prendo con beneficio di inventario, anzi, non ci credo. Se qualcuno è meglio informato, benvenuto. Se qualcuno mette in giro ad arte cose inesatte, mal gliene incolga.
@Anonimo dell 16.12: non ce l'abbiamo con la cartolarizzazione in sé, qui si prende con le pinze la fiducia nella possibilità di rendere priva di rischio una tranche senior per il solo fatto di metterci sotto una tranche equity e applicare un modello. Corretto dire che non tutti i comparti dei titoli cartolarizzati hanno dato problemi (non solo i subprime li hanno dati, anche altre asset class rischiose o concentrate). CI sono le ABS che sono per lo più prodotti di pooling di rischio, e le CDO che sono doppie o triple decantazioni e si prestano a giochi di specchi più pericolosi, non sempre.
Sul discorso dei figli grazie del consiglio, in realtà nella mia famiglia ci siamo già resi conto del basso ROI degli investimenti in formazione post laurea.
Commento quanto scritto da anomino e dal Prof.
Confermo Banca d'Italia presente nel gruppo di lavoro.
Riguardo al rischio insito nell'operazione di tranched cover non penso possa essere paragonato a un'operazione di ABS/CDO poichè per il tipo di deal difficilmente si può intravedere una cessione a terzi con relativa distribuzione del rischio.
In realtà un'operatività siffatta dovrebbe essere ben accolta soprattutto dal mondo confidi per la motiviazione che, a differenza delle vecchie TC effettuate da varie banche come mero prodotto commerciale, quelle al momento effettuate in Italia (Trento, Veneto Sviluppo, Eurofidi/Finblombarda ecc)sono tutte fatte nell'intento che la banca le segnali come tale anche in vigilanza.
Ciò implicherà necessarimente un'attenzione molto particolare alla loro gestione sia nella fase di origination (classi di rating ben monitorate) sia nella gestione on going (es escussioni, recupero crediti), pena la non validità dell'operazione ai fini regolamentari.
Ritengo che un modello di questo genere che vede più attori interessati alla corretta gestione dell'operazione come un modo nuovo (perchè diverso da quanto fatto in passato) per efficientare la filiera della garanzia sia pubblica che privata.
Sugli altri commenti (immagino riferiti al caso Giannino) e ralativa risposta non entro ma rifletto.
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