Io c'ero, ieri a Roma, a Palazzo Altieri, dove l'ABI ha presentato l'ultimo Rapporto sul sistema bancario italiano. Su questa news trovate un resoconto della relazione del direttore dell'ABI, Giovanni Sabatini, e della tavola rotonda che è seguita sul tema "La sfida della redditività", chiusa dal collegamento video con il Presidente dell'ABI Mussari e il Ministro Tremonti.
Il convegno ha dato un messaggio rassicurante sulla virtù e sulla tenuta del modello italiano di banca a servizio dell'economia reale, e non della speculazione. Non si respira aria di rivoluzione. In ambito bancario, il tema del giorno è la riduzione dei costi operativi, sull'esempio delle banche spagnole che hanno portato il cost/income ratio al 40%, mentre noi stiamo sul 60-70%. Lo hanno fatto con l'accentramento e la reingegnerizzazione dei processi di back office, e con lo spostamento di molte operazioni sui canali telematici. E, ahimé, con la compressione dei costi del personale. La redditività non brilla, gravata com'è dal peso del rischio di credito (tuttora elevato, seppure non peggiore dei livelli raggiunti nella crisi del 1992-95, come evidenziato da Gianfranco Torriero dell'ABI).
Alla fine Mussari ha auspicato una stretta più severa sulla regolamentazione dei mercati finanziari (divieto della speculazione scoperta sui CDS sovrani), e Tremonti ha rassicurato sulla tenuta della finanza pubblica (risposta indiretta all'outlook negativo assegnato da Standard and Poor's).
Tutte cose condivisibili. Però le stiamo risentendo da più di un anno. Io ho paura che non bastino, né alle banche, né al Governo, né a tutti noi.
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