La maggioranza assoluta (68%) opta per questa proposta. Segue col 19% chi preferirebbe un nuovo soggetto con adesione riservata ai 107. Il 12% ritiene che le strutture esistenti siano adeguate, e che si debbano lasciare le cose come stanno.
Qui sotto trovate il diagramma completo dei risultati.
Al sistema confidi serve una struttura unitaria con funzioni di supporto "tecnico"?
No, bastano AssoConfidi e le Federazioni di settore | 5 (12%) |
Sì, ma aperta soltanto ai 107 | 8 (19%) |
Sì, aperta a tutti quelli (106 o 107) che ci stanno | 28 (68%) |
Voti espressi: 41
Forse non mi sbagliavo indicando la spaccatura del sistema come un rischio incombente. Altri la pensano come me.
Espressa l'opinione, occorre pensare all'azione. E qui mi permetto di sollecitare le vostre opinioni: che cosa si può fare per dotare il sistema confidi di una struttura di suporto tecnico utile ed efficace? Coraggio, i commenti sono a vostra disposizione.
13 commenti:
Sono curioso di sentire i commenti di chi vuole la "struttura unitaria di supporto tecnico". Per me i 106 non hanno bisogno di niente. Ai 107 servono dei professionisti che li aiutino a risolvere i loro problemi, del tutto diversi.
La struttura unitaria diventerebbe l'ennesimo tavolo di ritrovo, ovvero fabbrica di bla bla bla, di confidi che non sanno come affrontare i problemi e ci girano intorno.
Forse i bla bla ci sono di più nelle strutture di rappresentanza ovvero le associazioni di riferimento che spesso servono come cassa di risonanza a presidenti di belle speranze che poi ambiscono ad un posto al sole in politica. I confidi hanno un bisogno assoluto di organi tecnici non solo consulenziali ma anche, passatemi il termine, "produttivi". Se non mettono a fattore comune le conoscenze relative ai sistemi informatici, se non condividono in forma consorziata le spese, e questo vale soprattutto per i 106, ma anche per i 107, non riusciranno a superare il lustro. Nel 2015 ci saranno 50 confidi e gli altri kaputt, al massimo tre per regione. Devono esternalizzare ad un consorzio tutto ciò che può essere dato in outsourcing, ma ad una società di derivazione consortile, non alla prima società di informatica che passa che gli attacca delle sveglie al collo per farsi poi pagare profumatamente. E tenersi come core business la relazione con il cliente/associato e la valutazione del merito di credito, soprattutto la parte qualitativa (quella quantitativa dipende dagli strumenti informatici). In scarsità di contributi pubblici è l'unica via. Bisogna mettersi assieme e fare delle opere irrigue. Fermarsi a sperare che piova, quando il clima è cambiato, si rischia solo di morire di sete.
@Fulgido, basta con le stupidaggini spacciate per voce ufficiosa dei confidi. Le Associazioni stanno lavorando da mesi sull'Organismo gestore dell'elenco ex art. 112 bis, con l'affiancamento tecnico di una primaria società di consulenza e in dialogo costante con tutte le Istituzioni e Authority competenti. I 107 camminano con le loro gambe. Non c'è bisogno di aggiungere altro.
Sono meglio io, stupido portavoce ufficioso, o sei meglio tu, anonimo censore ancora più ufficioso?
@Fulgido: Taciturnitas virtutes plurimas docet
@Anonimo: bene, forse sono stato ingeneroso con le associazioni. Se quello che dici è vero bene, benissimo, la strada è quella giusta. Attenzione alle società di consulenza soprattutto le big di americana derivazione. Sono bravi anche loro a vendere le sveglie da attaccarsi al collo ma poco utili. Hanno venduto modelli e contromodelli alle banche italiane per poi piazzare ricchi consulenti (a reddito fisso, un posto in banca non va mai male, anche se vieni da McKinsey!!!!, così fai contento mammina...) in posti sicuri e ben remunerati oltre che poco rischiosi. Troppe volte la montagna ha partorito il topolino per dare loro fiducia incondizionata. Io pagherei la fattura a tre anni data, giusto per verificare se il modello funziona o no. Se ci stanno bene, altrimenti fatevelo da soli l'organismo, nei confidi e nelle associazioni c'è gente brava abbastanza. E poi c'è Aleablog ed il gruppo Smefin che secondo me è meglio di McKinsey, KPMG, etc. Molto meglio.
@Gigi, Smefin non fa concorrenza a nessuno. Il nostro lavoro è seminare idee, suggerire modi di vedere le cose. Un lavoro impegnativo perché, come ci ricorda Hannah Arendt: «Purtroppo, sembra che sia più facile convincere gli uomini a comportarsi nel modo più impensabile e
oltraggioso, piuttosto che convincerli a imparare dall’esperienza, a pensare e a giudicare veramente, invece di applicare categorie e formule precostituite nella nostra testa» (Responsabilità e giudizio, Einaudi, Torino 2004, p. 31)
Penso che Fulgido abbia ragione quando dice che i 106 non hanno bisogno di nulla. Essi infatti vogliono solo fare gli intermediari creditizi di grandi banche con annessa garanzia d'onore (garanzia prudenzialmente non valida ma relazionalmente utile).
@Luca: giusto. Il gruppo smefin non fa concorrenza a nessuno. E' fuori concorso.
Quando in campo ci sono da un lato dei contendenti che sull'oggetto del contendere ci campano (confidi, banche, fornitori di servizi) e dall'altro delle anime belle che dicono la loro disinteressatamente (a sentir loro), non c'è partita; le anime belle sono elementi decorativi. E' giusto che sia così, chi sta in prima linea vede le cose come stanno e fa il meglio che può, i migliori compromessi possibili.
Parafrasando il grande Toto Cutugno "Lasciateci campare ..."
@Fulgido
1) chi ti dice che non conosciamo la prima linea?
2) "migliori compromessi" per chi?
3) ed infine citando (e non parafrasando) l'unico grande vero Totò: "...e io pago!"
Gigi, anche nel paese dei 50 milioni di CT, la formazione della nazionale la decide Prandelli. Gli altri 49.999.999 sono liberi di criticare, ma sono chiacchiere da bar.
Il silenzio dei confidi: chiamerò Jonathan Demme e Anthony Hopkins per farne un film. Ma è così dispendioso e imbarazzante lasciare un commento per esprimere interesse, dissenso, quello che si vuole?
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