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giovedì 26 maggio 2011

Un veicolo per sgravare le banche dei crediti alle immobiliari

Su Finanza e Mercati si parla oggi delle ingenti partecipazioni acquisite dai maggiori gruppi italiani nei confronti di società immobiliari. Acquisite nell'ambito di ristrutturazioni con debt for equity swap. 
Per alleggerire i bilanci dal gravame di questi asset si ventila la possibilità di costituire una società finanziaria di sistema nella quale conferire le partecipazioni suddette e magari anche crediti immobilizzati. L'Italia non ha avuto una bolla mutui, ma qualche esposizione pletorica nei confronti dei grandi immobiliari (Aedes, Risanamento, Gabetti, Ligresti, et al.) non ce la siamo fatti mancare. Cifre enormi, centinaia di milioni al colpo, per noi lillipuziani del credito alle micro-imprese. Stampa questo post

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ecco luca, quando le banche bacchettano le micro pmi su trasparenza dei conti, capitalizzazione ecc., rischio, rating ecc. dovrebbero essere credibili per essere attendibili agli occhi degli imprenditori-produttori. E invece, si guarda la pagliuzza e si dimentica la trave.

Trave rappresentata dagli esempi lampanti che hai fatto (leggetevi gli accordi di ristrutturazione giudiziali di risanamento..)

Aggiungo anche la Carlo Tassara di Zaleski Romain, l'osannato finanziere che acquistava azioni di banche facendosi finanziare... dalle banche, magari acquisendo posti in cda e/o in patti di sindacato. Puro trading speculativo.

I dividendi incassati dalle banche permettevano di pagare gli interessi passivi percepiti dalle banche... con la speranza di guadagni in c/capitale o chissa' che altro. Quando l'onda dei dividendi si e' arrestata e il corso dei titoli bancari si e' depresso, ecco il "default" con connesso accordo stragiudiziale di sistemazione della crisi. Quindi, immobili o titoli, speculazione e'..

Per non parlare del modo con cui è stata ridotta la gloriosa assicurazione SAI - FONDIARIA riempita di "assets" immobiliari dalle società di Ligresti, i cui figli amministratori percepiscono milioni di euro di compensi nonostante crisi conclamate. Questo e' capitalismo? Con che coraggio si sostiene un simile sistema?

La Consob ha esentato Unicredit dall'OPA obbligatoria su FONSAI perche' ha riconosciuto lo "stato di crisi" della compagnia assicurativa. Roba che ha dell'incredibile.

E noi siamo qui a parlare e a discutere di confidi, pmi ecc. ecc..... (temi importantissimi, ma sembriamo dei don chisciotte)


Jaures

Anonimo ha detto...

Negli anni buoni il large corporate immobiliare fa i supervolumi e i grassi utili, dentro e fuori la banca. Poi arriva il riflusso e alcuni vascelli si incagliano nei fondali bassi, e arrivano in soccorso i rimorchiatori. "Vuolsi così colà dove si puote". Passata l'arrabbiatura (che ci sta), occorre a maggior ragione costruire una finanza solida per le Pmi, per essere autosufficienti in un sistema del credito tassato dai salvataggi dei grandi.