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giovedì 29 gennaio 2015

Progetto protocollo scambio dati ABI-Assoconfidi: a che punto siamo?

Tra i vari cantieri nel sistema confidi, c'è quello del tavolo di lavoro sul protocollo di scambio dati tra banche e confidi, sottoscritto da ABI e Assoconfidi nel dicembre 2013. Avevo dato un ultimo aggiornamento sul blog a marzo 2014. Che cosa è stato fatto nei mesi seguenti? Quando le banche cominceranno a trasmettere ai confidi (107) i dati sulle pratiche garantite nel formato XBRL definito dal tavolo di lavoro, per consentire ai confidi di fare corrette segnalazioni di Vigilanza (come dicevo ieri)? Cerco di fare qui il punto sullo stato di avanzamento del progetto. Chi ha informazioni più fresche può lasciare un commento prezioso.
Il tavolo di lavoro, che vede la partecipazione di banche, confidi e provider informatici, opera con assiduità dai primi mesi del 2014. ABI ha pubblicato il protocollo e alcuni documenti del tavolo di lavoro su questa pagina, che riporta lo schema di tassonomia nella versione di maggio 2014.
Nei mesi seguenti i lavori sono proseguiti. A quanto mi risulta, nella riunione più recente del tavolo (28 novembre 2014) si è giunti all'approvazione di un tracciato record omogeneo e soddisfacente per i diversi interlocutori consultati (in particolare per le banche maggiori che avevano richiesto una serie di modifiche sulla versione precedente). Trovate qui la documentazione del tracciato, e il documento funzionale sulle procedure di trasmissione, versioni di novembre 2014.
I passi successivi dovrebbero essere i seguenti:
  • l'aggiornamento della tassonomia XBRL, un lavoro (eminentemente informatico) di codifica del tracciato record secondo gli standard di questo linguaggio;
  • l'adesione da parte delle banche (molte ancora non l'hanno formalizzata);
  • la realizzazione da parte delle banche delle procedure di estrazione e formattazione secondo la tassonomia XBRL;
  • l'attivazione del servizio di hub centralizzato di raccolta e smistamento dei flussi (in formato crittografato); lo hub è stato individuato da Assoconfidi nella società SEC Servizi; il documento funzionale prevede peraltro il possibile cambiamento del soggetto che svolge la funzione di hub
  • la realizzazione da parte dei confidi (o dei loro provider) delle procedure di acquisizione nei sistemi informativi del flusso;
  • il test e l'avvio in produzione di tutto il processo.
Di lavoro da fare ce n'è ancora molto. Non so che cosa ne pensi la Banca d'Italia, che sollecita da tempo (vedi comunicazione del maggio 2013 ai confidi 107 sulle segnalazioni di esposizioni deteriorate) la standardizzazione dei flussi informativi per garantire a tutti i confidi vigilati la conoscenza aggiornata dello stato di rischio del proprio portafoglio. Il Protocollo ha risposto a queste sollecitazioni. La prima deadline per l'invio dei dati secondo il nuovo formato era fissata al 30 giugno 2014. Un obiettivo eroico, difficile da conseguire in pochi mesi, vista la complessità del piano di lavoro che ho prima schematizzato. Penso che sia saltata anche la scadenza del 31 dicembre 2014. Speriamo nel giugno 2015 (come dicevo sopra, se qualcuno ha informazioni aggiornate, può condividerle commentando questo post).
Per facilitare l'avvio dei processi di scambio dati, consiglierei di eliminare lo snodo dello hub, che svolgerebbe una funzione di semplice ufficio postale (senza nessun intervento di verifica o trasformazione del flusso di dati, che resterebbe riservato e crittografato). Mi sembra un disegno anacronistico del flusso di lavoro. Il valore aggiunto del protocollo sta nella definizione di un flusso informativo minimo obbligatorio in formato digitale, che tutte le banche si impegnano a fornire periodicamente ai confidi con cui lavorano. A questo punto, non vedo il vantaggio di spedire un pacchetto di flussi a un hub centralizzato anziché flussi distinti indirizzati ai singoli confidi. Le banche che oggi utilizzano dei portali dedicati, potrebbero mettere l'estrazione sul portale, e il confidi se la va a prendere. Certamente occorre convergere verso una soluzione il più possibile uniforme e automatizzata, ma con un po' di buona volontà i grandi capi dei sistemi informativi delle banche e i provider dei confidi la possono trovare. Serve, appunto, un po' di buona volontà da parte di tutti.
Oltre a rendere più interdipendente e macchinosa la trasmissione dei dati, la presenza dello hub implica lo svolgimento di un servizio che genera dei costi, da suddividere (immagino) tra i confidi che dovrebbero necessariamente usufruirne. Assoconfidi sarà magari tanto brava da ottenere il servizio gratis, ma c'è anche il rischio opposto, che si carichi sui confidi 107 un costo periodico che appesantisce un budget di spesa informatica già pesante.
Sono tanti piccoli (e noiosi) dettagli, ma occorre smarcarli a uno a uno, e far arrivare in porto questo progetto quanto prima. O almeno prima che la Banca d'Italia perda la pazienza, e passi a prescrivere d'imperio come e quando fare le cose.
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1 commento:

Anonimo ha detto...

Il Tracciato è allineato alla nuova definizione di deteriorato come da 13° aggiornamento Circ. 217/96?