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mercoledì 27 febbraio 2008

Nasce Eurofidi Puglia



Riprendo questa notizia:
Il sistema imprese industriali, di piccole e medie dimensioni della provincia di Brindisi ha, da qualche giorno, un nuovo strumento di supporto finanziario: l'Eurofidi Puglia.
Il Consorzio, infatti, nasce dalla aggregazione dei tre Confidi– Confindustria di Brindisi, Lecce e Taranto, con il dichiarato scopo di assistere le aziende per l'ottenimento di finanziamenti bancari, offrendo una garanzia pari al 50% del credito ed ad un tasso sicuramente più conveniente.
Dei confidi industriali della Puglia conosco Fidindustria Bari. Forse la fusione tra gli enti delle province sud-orientali preluda ad una successiva aggregazione regionale, ma potrebbe anche avere intenti opposti. Il confidi è costituito come consorzio. Nonostante il nome, dal sito non si desumono legami con il più noto e omonimo consorzio fidi basato a Torino.

Luca

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21 commenti:

sapio ha detto...

Ma è o sarà 107 ?
E se sarà 106, come intende operare, specialmente con le banche Standard ?
Potremmo avere un report su come intendono operare i vari Confidi o altrimenti come le banche intendono trattare i Confidi, quali garanzie accetteranno e come calcoleranno l'attenuazione di costo (tasso) generata dalla garanzia ? Ho già chiesto [provocotariamente, perchè lo so benissimo] in altri thread come si calcola l'attenuazione provocata da una garanzia. Mi è stato risposto che alla domanda "legittimamente posta" non è possibile dare una risposta scientifica. Coraggio, tiriamo fuori la verità (che farà male, lo so [come cantava la grande Caterina Caselli])

Dario Boilini ha detto...

Caro 'sapio'
lo stato della situazione culturale, organizzativa e dimensionale della maggior parte dei confidi italiani fa sì che pochi o nessuno sappiano rispondere alla tua domanda.
Sono sempre concorde con il 'tirar fuori la verità'.
Scrivi di sapere esattamente come calcolare l'abbattimento del tasso operato dalla banca in funzione della garanzia prestata dal confidi. Ti invito a farcene partecipi e a condividere il tuo, evidentemente elevato, know how.
Ti invito a considerare nei tuoi ragionamenti il costo del permettere l'accesso al credito a chi non lo avrebbe.
Ti prego anche di mostrarti per quello che sei, da come scrivi sembri essere un utente rancoroso, disilluso e/o amareggiato.
Sono convinto che il contributo di tutti, anche degli scettici, possa essere positivo per la crescita di questo settore.
Con simpatia
Dario

sapio ha detto...

Circa la formula do la parola ad un ricercatore che non ho l'onore di conoscere (mi piacerebbe) Domenico Piatti che ha scritto parecchio sull'argomento .
Vi invito a leggere questo suo paper
http://www.adeimf.it/dump.php?id=118313702446853d0074f9d3,60880470&tipo=elementi&num=6
contiene la famosa formula.
Nell'introduzione dice :
I risultati della simulazione hanno evidenziato l'incompatibilità tra i prezzi di mercato della garanzia, associabili ad ogni classe di rating, e le commissioni minime di equlibrio.Questa circostanza non deve sorprendere. In un sistema economico in cui le banche ed i Confidi hanno identica capacità di valutazione del merito creditizio, vien meno la ragione stessa dell'esistenza del Confidi. Essi sarebbero, al più, graditi alle banche che desiderano trasferire il rischio di credito di categorie di clienti con un profilo quanlitativo molto basso.

sapio ha detto...

... continua. Circa l'invito a tener conto della possibilità di permettere l'accesso al credito a chi non lo avrebbe [sarebbe meglio dire a chi non lo meriterebbe]esso è un falso mito. In Basilea chiunque può avere l'accesso al credito purchè sia disponibile a pagare il fio del suo demerito. In Italia con la legge sull'usura c'è un appiglio: se un prenditore dovrebbe pagare il 15% allorchè il tetto usura è il 10% allora si può agirare la legge pagando il 10% alla banca ed il 5% al garante. Ma per il prenditore il costo non cambia.
In breve se Con-fidi significa Consorzio Fidi allora c'è poco futuro. Se invece Con significa Consulenza allora c'è un gran futuro.

sapio ha detto...

...continua. Allora, amici, i Confidi investano in strutture di trasporto ed acquisizione dati (Xbrl, Pef) e riducano gli investimenti in sistemi di valutazione (lasciateli alle banche) propedeutici al rilascio di garanzie sempre meno valorizzabili.
Provate a calcolare il valore della garanzia per un incrocio (tabella)fra PD del garante e del garantito il risultato sarà trascurabile tanto più quanto i giudizi di banca e garante coincidono.
Naturalmente per gli enti che amministrano fondi a perdere forniti da terzi (regioni etc), a fini di garanzia, c'è un futuro. Ma è un altro film : Credito agevolato in forma di garanzia !

sapio ha detto...

scusate gli errori di ortografia e sintassi ma andavo di fretta e purtroppo non vedo bene.

andrea bianchi ha detto...

ho la sensazione che lo scenario descritto da sapio, ovvero un mondo in cui il sistema finanziario scelga responsabilmente di rinunciare a qualunque forma di protezione, avrebbe potuto degnamente fare da sfondo ad un racconto del compianto douglas adams.
a scanso di equivoci ritengo peraltro del tutto naturale che chi concede credito cerchi, compatibilmente con gli equilibri di mercato, di ottenere protezione (almeno parziale).
sono convinto che il sistema dei consorzi fidi debba procedere in parallelo a svilupparsi sia lato procedure per l'assegnazione del merito creditizio che lato consulenza in materia di assistenza alle scelte finanziarie d'impresa, dispondendo peraltro di innumerevoli occasioni di generare sinergie tra le due anime.
mi pare oltretutto, ma qui si aprirebbe un nuovo tema che va ben oltre l'argomento confidi, che la presenza una filiera, strutturata ma efficiente, nel percorso decisionale circa l'affidabilità, possa portare un beneficio di qualità al credito.
o no?

sapio ha detto...

Il sistema finanziario non rinuncerà alla protezione ma dovrà valutarla. E dovrà valutarla anche il prenditore, in particolare dovrà valutare se andare in banca da solo, pagando il rischio nel tasso, o andarci accompagnato da un garante. E se non c'è un fondo a perdere al quale attingere, al prenditore non converrà andare al Confidi. Pagherà meno da solo. Però se il confidi rende anche un servizio consulenziale allora il ragionamento è diverso.

Luca ha detto...

Mi inserisco nella discussione per dire che il mercato del credito alla Pmi, per come lo conosco, è ben lontano dall'essere un mercato di concorrenza perfetta. Su certi prodotti, o territori, c'è una competizione esasperata, ma altrove si offrono condizioni varie e molto trattabili. In entrambi i casi il pricing si basa su molti fattori che con il rating non hanno niente a che fare. L'affiancamento del confidi può dare all'impresa più trasparenza sull'offerta e più forza contrattuale. Concedendo la garanzia, il confidi rischia sulla sua valutazione, che diventa così più credibile.
Sono d'accordo con Sapio che la presenza del garante può aumentare il costo del credito, se non si sta attenti ai costi del doppio passaggio di valutazione.
Basilea 2 (e una fase meno positiva del ciclo creditizio) porteranno forse più trasparenza.

andrea bianchi ha detto...

sono in disaccordo su una cosa:
- che il ricorso alla garanzia sia esclusivamente frutto di valutazioni di convenienza economica;
sono daccordo su:
- l'esigenza per il sistema finanziario di valutare la garanzia offerta e quindi chi la offre (con ribaltamenti anche sul pricing ex accordo di Basilea 2 ...);
- la valutazione tra N garanzie della più conveniente per il prenditore coniugando al concetto di convenzienza tutte quelle variabili che possono contribuire ad offrire valore aggiunto al servizio, quali per esempio: quantità di accesso al credito, costo del credito, costo della garanzia, offerta di consulenza del fornitore di garanzia;
insisto su di un punto che mi pare centrale:
il costo della garanzia potrebbe, in qualche caso, portare ad un maggiore costo complessivo dell'operazione ma essere giustificata dal fatto di permettere lo sviluppo l'operazione così come necessaria a soddisfare i fabbisogni del prenditore.
in sintesi, condividendo l'esigenza di posizionare gli operatori di confidi su uno standing professionale di alta qualità (consulenza/business office) non considero esaurito il ruolo dei confidi rispetto alla prestazione di garanzia.

Sapio ha detto...

C'è consapevolezza almeno che: per i 106 c'è solo un sistema (utilizzabile peraltro solo con banche IRB con l'esclusione delle standard - almeno fino a quando non esisteranno le Agenzie di rating nazionali [Ecai]): pegno regolare a fronte di affidamenti plurimi pari al Kirb =PA+PInattesa (Anche detto Tranched Cover). Calcolo secondo Supervisory Formula? Il sistema è maledettamente complesso da gestire perchè opera su portafoglio chiuso e definito.
Confidi 107 e Banche di garanzia : anche garanzie personali (fdj) o CDS (stessa complessità di cui sopra). I 107 e le banche di garanzia debbono mirare a mantenere lo status acquisito.Quindi debbono perseguire l'equilibrio fra commissioni in ingresso e sinistri pagati e da pagare. Quindi se non è zuppa è pan bagnato. Il prenditore deve pagare al Confidi , e senza sconti, secondo il rischio dal Confidi valutato come già pagano quelli che si rivolgono alla Heuler Hermes o alla Atradius. Ma se c'è un fondo a perdere provvisto da qualcuno allora lo sconto può esserci (ma attenti agli aiuti di stato).

bartolo mililli ha detto...

domanda: con basilea 1 il valore delle garanzie dei confidi era nullo; tuttavia in Italia 800 confidi hanno prestato assistenza alle imprese che hanno sempre pagato commissioni per il servizio reso. Possibile mai che, ora che i Confidi hanno conquistato l'eligibilità a basilea delle loro garanzie, debbano temere per la loro stessa esistenza? Quello che facevano prima sarà arricchito da altri servizi che l'impresa sarà sempre disponibile a comprare. Comunque non ho mai puntato sul fatto che "la vendita" sia fatta dalla banca, al contrario, la prossimità dei confidi (con o senza associazione di categoria) batte la banca 2 a zero! In sostanza svolgo un servizio all'impresa, non certamente alla banca! Aggiungo: perchè le banche stanno facendo a gara per stipulare convenzioni con i confidi?

sapio ha detto...

Secondo la mia esperienza nelle banche non hanno ancora capito come dal Kirb funzione della PD,LGD,EAD si passa al tasso finito (vedi formula del prof. Piatti). Quando lo sanno, allora i commerciali non ci vogliono stare ad applicare i tassi risultanti perchè i loro bonus sono parametrati alle masse e non alla qualità (non sono ancora, ma lo saranno presto, parametrati alla Perdita Attesa funzione del rating). Tempo al tempo e la situazione cambierà. Cambierà per tutti, piano piano. Le convenzioni che ho visto sono ancora Basilea1 per il prezzo e Basilea2 per le caratteristiche delle garanzie (prima richiesta etc.). Quando l'assorbimento morderà sul capitale assorbito e quindi sul ROE allora si muoveranno. Comunque sono d'accordo che il servizio è la chiave del futuro, non le garanzie, o non solo le garanzie.

sapio ha detto...

riprendo la discussione ringraziando innazitutto Luca per questo blog e poi gli illustri direttori dei vari Confidi che mi hanno fatto l'onore di interloquire.
Ricominciamo dal Fondo Consortile in deposito presso le banche a garanzia dei finanziamenti.
E' vero che deve essere costituito in forma di pegno regolare a copertura di un gruppo chiuso e determinato di esposizioni?
E' vero che il moltiplicatore deve essere parametrato al Kirb=PAttesa+Inattesa e che questa può essere calcolata solo da banche Irb, con l'esclusione delle Standard ?
E' vero che tutto questo è calcolato con la Supervisory Formula nelle Tranched Cover?
Da queste risposte deriveranno molte conseguenze in termini di operatività per i Confidi.In particolare spiegherà se la fila di banche che premono per fare le convenzioni è formata da aziende consapevoli dei metodi di calcolo del rischio o semplicemente "commerciali" disposte solo a praticare lo sconto "polisportiva", cioè quello che si fa a chiunque lo chiede per il solo fatto che lo ha chiesto.
Per favore rispondetemi.

Dario Boilini ha detto...

Rispondo, per la mia esperienza, no a tutte e tre le domande.

sapio ha detto...

Concentriamoci sulla prima domanda, le altre seguiranno.
Quà l'esperienza serve a poco perchè la materia è nuova, occorre la scienza, ovvero cosa dice la normativa (circ BdI 263 del 27/12/2006).
Allora un fondo in deposito, non costituito in pegno regolare, come può essere valorizzato in epoca di Basilea2? E' considerato garanzia reale ? Come attenua il costo del prestito per il prenditore ?
Attenzione: secondo dei legali che frequento, un deposito non costituito in pegno regolare può essere pignorato da terzi creditori del garante e perdere così la sua funzione. Cosa ne pensate ?

sapio ha detto...

Seconda domanda: attraverso quale meccanismo un fondo (regolarmente o irregolarmente costituito in pegno [ammesso sia possibile]) che garantisce più esposizioni deve essere trattato dalle banche ai fini del calcolo dell'attenuazione del costo del credito per i prenditori finali. Si noti che dal calcolo che precede scaturisce indirettamente il valore del moltiplicatore? Io sapevo attraverso la supervisory formula o formula di vigilanza, che presuppone la capacità della banca di attribuire un rating ai componenti del portafoglio considerati singolarmente o in pool. C'è un altro metodo ?
Le banche standard come faranno ? Naturalmente quando arriveranno le ECAI esterne potranno adoperare il loro rating.

andrea bianchi ha detto...

considero che l'efficacia dei confidi nel medio termine debba essere assistita da una massa critica adeguata, ben al di sopra della soglia prevista per l'obbligatorietà dell'evoluzione in intemediario 107.
considero quindi necessario che i confidi di primo grado possano posizionarsi nel breve termine su questo standing.
ciò detto il peso specifico della garanzia insiste sull'accantonamento sia nei confronti delle banche standard (20%)che, molto ragionevolmente, rispetto alla riduzione della PD sulle banche IRB o IRB Advanced (miglior rating del confidi rispetto al prenditore).
Ribadisco ancora che l'opportunità di utilizzo del confidi, lato impresa, non sarà legata esclusivamente alla miglior ponderazione del credito che sarà prodotta dall'intervento del confidi stesso ma anche agli fattori già descritti ........

sapio ha detto...

D'accordo sul primo punto: infatti il Dr. Villa nel convegno del 28/11 (cfr video)dice che il break even point delle attività 107 sara fra 200-250 Mil Euro, quindi ben superiore ai 75 Mil Euro della normativa.
Rimane la domanda : un 106 quali strumenti avrà nei confronti delle banche standard ? E verso le banche IRB ? Luca dice (cfr intervento video su confidi TV) che dovranno appoggiarsi ai Confidi più grandi. Come ?
Ancora d'accordo sull'ultimo punto ma allora come dovranno riorientare i propri investimenti i Confidi moderni ?

andrea bianchi ha detto...

credo che ai 106,più per massa che non per altre caratteristiche endemiche, possa progressivamente mancare il mercato.
qualche strumento tecnico gestibile in ottica di favorire il risparmio di capitale, tipo la tranched cover o piuttosto l'assegnazione di un buon rating interno da parte di banche IRB mi pare siano poco conciliabili con la dimensione che presupporrebbero (quanta massa per una tranched? quanta massa per un buon rating?).
a tendere penso che l'appoggio ai confidi maggiori che cita il prof. si traduca in un percorso aggregativo.
l'investimento va riposto in risorse umane e tecnologia, professionalità ed efficienza, coniugare quantità a qualità (del credito ma anche di spessore professionali).
Per stare in equilibrio sul mercato occorre tutto: massa, qualità del credito, efficienza.

sapio ha detto...

Completamente d'accordo.
Aggiungo una cosa per esperienza personale: centrare la distribuzione di portafoglio per rating, dimensione e anche settore richiesta da una Tranched Cover o da un CDS è un incubo.
In pratica non funzionano se non con il sistema ex-post, cioè prima si costruisce il portafoglio e dopo lo si copre.