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martedì 28 gennaio 2014

Panetta (Banca d'Italia) parla di sistema finanziario per la crescita e invita a non pasticciare col Fondo centrale

Segnalo la relazione di Fabio Panetta, vice DG della Banca d'Italia, Un sistema finanziario per la crescita, presentata a un convegno dell'Adam Smith Society. Ha parlato della situazione critica del credito e della finanza d'impresa, soffermandosi poi sulla promessa dei nuovi canali extrabancari (equity, bond, credit fund, cartolarizzazioni). Non ha però dimenticato il sistema delle garanzie creditizie e sul Fondo centrale ha espresso questo giudizio (miei i commenti tra [...]):

Dall’avvio della recessione l’operatività del Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese (PMI) è stato opportunamente rafforzato accrescendo la dotazione patrimoniale, estendendo la platea dei potenziali beneficiari, ampliando i criteri di accesso. È stata introdotta la garanzia di ultima istanza da parte dello Stato, consentendo alle banche di azzerare l’assorbimento di capitale sui prestiti coperti dal Fondo. Grazie all’effetto leva e alla diversificazione, gli interventi comportano impegni contenuti a carico del bilancio pubblico.
Negli ultimi anni il flusso dei crediti coperti dal Fondo è rapidamente aumentato.
Tra il 2009 e il 2012 sono stati garantiti prestiti per 31 miliardi di euro rivolti a 127.000 imprese, in prevalenza di piccole dimensioni. In termini di consistenza i finanziamenti garantiti rappresentavano alla fine del 2012 il 3,5 per cento dei prestiti alle aziende con meno di 20 addetti operanti nei settori di attività del Fondo. Nei primi 10 mesi del 2013 i prestiti garantiti hanno raggiunto 8,5 miliardi (figura 10), il 23 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2012.
In base ad analisi preliminari condotte in Banca d’Italia, la garanzia del Fondo avrebbe sostenuto la crescita dei prestiti bancari alle imprese beneficiarie. Gli effetti sul costo dei finanziamenti sarebbero invece meno evidenti; ciò può dipendere in parte dalle modalità operative del Fondo, che in passato consentivano alle banche di ottenere la garanzia successivamente all’erogazione del credito, e quindi dopo averne definito le condizioni.
Nei prossimi mesi l’attività del Fondo potrà trarre beneficio dai cambiamenti introdotti con il “decreto del fare” e con la legge di stabilità per il 2014. Gli interventi vanno però attuati con rapidità: alcune modifiche, in particolare quelle volte a facilitare la concessione di garanzie in favore di imprese con bilanci indeboliti dalla recessione, sono tuttora in attesa dei decreti attuativi [diffuso ieri in anteprima]. Inoltre la possibilità di indirizzare parte dei fondi previsti dalla legge di stabilità (1,2 miliardi) verso nuovi segmenti di operatività e verso finalità diverse dal sostegno alle imprese rischia di disperdere le risorse e di ridurre l’efficacia degli interventi. Infine, per stimolare l’offerta di prestiti a livello aggregato vanno ricercati meccanismi premianti per le banche con più elevata dinamica degli impieghi complessivi.
Panetta lancia tre messaggi importanti:

  • la Banca d'Italia è in pressing sul sistema (attori pubblici, bancari, confidi) per far funzionare meglio il sistema di garanzia, sia in termini di efficienza procedurale (pensiamo al nuovo sistema informativo e allo scambio dati banche confidi), sia in termini di offerta addizionale di credito a costo calmierato; sul secondo aspetto Governo e Banca d'Italia stanno facendo lavoro di intelligence; Panetta accenna a un'analisi d'impatto delle garanzie FCG che è stata presentata al Ministero dello sviluppo economico lo scorso 15 gennaio (lo so perché il giorno dopo uno degli autori ne ha relazionato in un seminario a Trento);
  • Banca d'Italia pare scettica sull'assalto alla diligenza-FCG portato da banche e Confindustria in sede di conversione della Legge di stabilità (con il dirottamento di risorse verso ABS, mutui casa e grandi progetti); Panetta parla di 1,2 miliardi "indirizzati ... verso nuovi segmenti di operatività e verso finalità diverse dal sostegno alle imprese"; non riesco a fare il totale, mi risultano 100 mn di fondo progetti, 600 mn di fondo prima casa, anche aggiungendo i 225 della capitalizzazione confidi arrivo a 925 mn, forse i mancanti sono quelli virtualmente impegnati a favore dell'acquisto di ABS da parte di Cassa DDPP); se nel conto c'è anche il fondo capitalizzazione confidi, forse Banca d'Italia non è del tutto convinta della sua finalità di sostegno alle imprese; e forse non è convinta nemmeno della possibilità di sostituire i fondi dirottati con disponibilità attinte dal Fondo di sviluppo e coesione;
  • le novità non sono finite: potrebbero arrivare nuove forme di sostegno alle banche che contrastano la contrazione dell'offerta di credito (e mantengono una "più elevata dinamica degli impieghi complessivi"); potrebbero essere programmi sul tipo del funding for lending britannico (ne ho parlato telegraficamente su ilsussidiario.net) oppure potrebbero essere introdotti criteri premianti nelle procedure di ammissione alla garanzia del Fondo centrale.

Insomma, la discussione sul sistema di garanzia ha tanti punti aperti, e ulteriori cambiamenti sono allo studio. E' importante che le banche e i confidi non facciano mancare il loro contributo al dibattito. Quello che si è visto nei passaggi parlamentari della Legge di stabilità non è stato esaltante, schiacciato com'era su mosse e contromosse a difesa di interessi particolari. Serve più che mai un quadro di priorità, sul quale poi battagliare, ma almeno in una prospettiva in cui è chiaro lo scopo comune.
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