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venerdì 17 agosto 2012

Banca d'Italia: indagine sulle imprese


E' stato pubblicato il Supplemento al Bollettino Statistico n. 38 del 26 luglio 2012, che riporta i principali risultati dell'indagine sulle imprese svolta dalla Banca d'Italia nei primi mesi del 2012 e riferita all'anno 2011.
Ecco gli highlights della ricerca:



Nel 2011 l’occupazione ha continuato a diminuire, anche se in misura inferiore rispetto all’anno precedente (–0,2 contro –1,3). La dinamica negativa ha caratterizzato l’industria (–0,6 per cento), mentre nei servizi l’occupazione è risultata in lievissimo aumento (0,1  per cento). Secondo le aspettative degli imprenditori la contrazione dovrebbe proseguire nel corso del 2012 e interessare sia l’industria sia i servizi (rispettivamente –1,4 e –0,7 per cento).
Il numero di ore di Cassa integrazione guadagni per le imprese industriali con 50 addetti e oltre è diminuito rispetto all’anno precedente (4,8 per cento, da 6), rimanendo comunque su valori storicamente elevati.
Il fatturato in termini reali ha ristagnato, diminuendo dello 0,2 per cento rispetto al 2010. Per l’industria si registra un aumento dell’1,5 per cento, concentrato tra le imprese più orientate all’esportazione (4,8 per cento), a cui si è contrapposta la flessione del settore terziario (–2,1 per cento).
È diminuita rispetto al 2010 sia la quota di imprese in perdita (dal 25,5 al 24,7 per cento), sia quella delle imprese in utile (dal 57,9 al 57,4 per cento). Il saldo tra imprese in utile e in perdita è rimasto quindi pressochè invariato.
Gli investimenti fissi lordi sono diminuiti in termini reali del 2,6 per cento nel 2011, dopo l’incremento del 3,6 per cento registrato l’anno precedente. La diminuzione è risultata particolarmente accentuata tra le imprese industriali con meno di 200 addetti e tra quelle più orientate al mercato interno. I programmi per il 2012 prefigurano una forte flessione (–6,3 per cento), più marcata nella manifattura (soprattutto nei settori tradizionali del made in Italy).
Rispetto al 2010, è aumentata dal 7 al 12 per cento la quota di imprese che si sono viste negare del tutto o in parte dal sistema bancario richieste di nuovi prestiti. È raddoppiata (dal 18,9 al 35,2 per cento) la quota di imprese che segnalano l’inasprimento delle condizioni di indebitamento.
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9 commenti:

Gigi ha detto...

Secondo me le previsioni pessime per il 2012 non potranno che essere confermate e forse anche superate (in negativo ovviamente),
Abbiamo bisogno di maggiore efficienza, non quella che si fa eliminando le festività a parità di stipendio. Quella è un'efficienza che ci porta ad un sistema pre-industriale quando si lavorava 60-80 ore alla settimana e in condizioni inumane. Se vogliamo accettare la concorrenza di paesi che non rispettano il lavoro e i lavoratori con condizioni inumane e, appunto, da Europa pre-industriale, allora dobbiamo rimettere indietro le lancette della storia. Se vogliamo andare avanti dobbiamo investire in ricerca, sviluppo e formazione di capitale umano e sulle tecnologie. Tutto il resto sono balle. Fino a che la scuola e l'università saranno solo dei costi da tagliare, fino a che la formazione aziendale uno strumento per accontentare i sindacati e mantenere pletore di formatori inutili, fino a che avremo degli analfabeti digitali che preferiscono far di conto con la calcolatrice e scrivere delle liste con word e quando guardano ad un foglio di calcolo pensano che possa servire per giocare a battaglia navale, e fino a che avremo gente che pensa ci voglia un ingegnere nucleare per fare una query su un database, beh, fino a che saremo messi così saremo uno stato in declino, sempre più ripido, sempre più veloce.
Direttori di confidi, amministratori di confidi, se volete sapere quale sarà il vostro futuro chiedetevi: quanta gente sa usare un database nella mia azienda? Quanta gente sa fare una tabella pivot con excel? Quanta gente sa gestire una firma digitale? Una marcatura temporale? Quanti conoscono l'XML? E l'XBRL? Che cos'è un CMS? Queste cose sono basilari. E' l'ABC dell'efficienza. Senza la conoscenza dell'informatica e delle potenzialità che essa permette non si possono costruire sistemi aziendali efficienti, né si possono comprare a ragion veduta sul mercato (vi vendono quello che vogliono e li pagate una montagna di soldi per nulla). Quanto vi costa il sito internet? Cosa ci fate? Potreste gestirlo internamente, con persone adeguatamente formate, magari costando la metà di quello che vi costa adesso?
Ve le fate queste domande? O vi chiedete solo quanti soldi mi darà la regione o lo stato o pantalone per il fondo di garanzia xyz? Dalle domande che vi fate scaturità il domani. Volete sapere dove sarete fra cinque anni? Non chiedetelo al governo, non chiedetelo a Bankitalia, né a McKinsey, né a KPMG.Chiedetevelo a voi stessi.
Dove volete essere tra cinque anni?

Anonimo ha detto...

Grazie Gigi, per aver riportato vita nel blog dopo l periodo ferragostano, nel quale gli unici commentatori erano gli spammer (e anche i post si sono diradati, come del resto i fatti di cui parlare).
Concordo pienamente con le cose che dici. Tante strutture che dovrebbero essere di servizio (pubbliche, associative e private) hanno un struttura dirigenziale, o burocratica, che è rimasta per anni al riparo di garanzie e rendite. E si permette di tirare a campare come se fossimo nei primi anni ottanta. Non parliamo dell'effetto deleterio che questo atteggiamento produce nei progetti di collaborazione di sistema.
Spero in un ricambio. I vincoli di spesa costringeranno a farlo più in fretta.

Anonimo ha detto...

Bravo Gigi, anch'io da sempre sostengo questi argomenti e non a caso esiste Eurofidi, eccezione nel panorama italiano, espressione di personale altamente qualificato e costantemente formato, management preparato, esempio di efficenza paragonabile a quella delle società di garanzia coreane o giapponesi. Eurofidi sa dove andare, sa cosa fare, sa cosa sarà tra 5 anni. E questo è un bene per le PMI italiane.

Sapio ha detto...

Aspettiamo settembre !

Alessio ha detto...

@ Sapio: spesso quando si tratta di Eurofidi citi il mese di settembre; sarebbe interessante conoscere il motivo. Grazie.

Peppino Gagliardi ha detto...

settembre poi verrà,
ma non ti troverà
e piangeranno solo gli occhi miei

Anonimo ha detto...

Seth: Pico, sei diventato Anonimo? Ma in banca hai tutto questo tempo libero per scrivere sul Blog?

Sapio ha detto...

@Alessio: a settembre finirà l'ispezione BdI su Eurofidi e se son rose fioriranno.... altrimenti cala Trinchetto!

RG ha detto...

@ Anonimo: Eurofidi sa dove andare ? Alla deriva... Stando a cosa si pubblicava ieri: MILANO (MF-DJ)--Standard & Poor's ha confermato il rating di lungo periodo BB+/B di Eurofidi per poi ritirarlo su richiesta della stessa societa'.
Nel momento del ritiro della raccomandazione, precisa l'agenzia di rating, l'outlook era negativo e rifletteva i rischi di un deterioramento dell'economia italiana. red/est/alb alberto.chimenti@mfdowjones.it