Nel testo della legge di stabilità all'esame del Senato, o meglio, nell'Allegato n.2 sulle autorizzazioni di spesa relative a leggi pluriennali, sono stanziati 704 milioni per l'incremento della dotazione del Fondo centrale di garanzia per le Pmi.
La pioggia di miliardi non è passata per l'impatto fortissimo che questo stanziamento avrebbe avuto sulle finanze pubbliche: impatto diretto (i sette miliardi) e indiretto (il rischio di far emergere all'interno del debito pubblico quella parte dei debiti di fornitura della PA che sfuggono ai criteri Eurostat).
Il problema del credito alle imprese che aspettano di essere pagate da enti della PA è molto complesso. Vi rimando all'ultimo provvedimento in materia di garanzia sulle anticipazioni e sulle cessioni di crediti verso la PA con l'intervento del Fondo centrale (Decreto del MEF dell'11 marzo 2015), e a questa scheda della Camera sulle azioni precedenti (più timide) decise col Salva Italia del 2011.
Lo stanziamento riguarda solo il 2016, e integra la dotazione residua preesistente di 807 milioni. Il precedente stanziamento risale alla legge di stabilità 2014 (circa due anni fa): allocava circa 2,2 miliardi sul triennio 2014-2016.
La nuova legge di stabilità mette nel Fondo risorse adeguate per erogare anche nel prossimo anno ai ritmi sostenuti del 2015, conservando una riserva per il 2017. Non si programmano però assegnazioni oltre il 2016: che sia imminente un cambio di marcia nella mission e nella scala degli interventi?
Nell'articolato della legge di stabilità ci sono altri punti che interessano il finanziamento delle imprese e le garanzie pubbliche:
- all'articolo 41 la Cassa Depositi e Prestiti è qualificata "Istituto nazionale di promozione" ai sensi del Regolamento Ue n. 2015/1017 sul Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS); CDP potrà promuovere piattaforme di investimento ammesse agli interventi del FEIS, per erogazioni complessive di 8 miliardi secondo gli impegni già assunti con l'Ue; ai sensi dello stesso art. 41 tali interventi potranno essere coperti da garanzia dello Stato su un apposito fondo (distinto dal Fondo centrale Pmi) costituito presso il MEF;
- l'articolo 44 introduce la possibilità di rimodulare in via amministrativa le risorse assegnate a diversi fondi di garanzia, con lo scopo di sbloccare dotazioni inutilizzate su alcuni interventi a vantaggio di altri.
Sì, qualcuno aveva ispirato la concessione di 3 + 2 + 2 = 7 miliardi a supporto della garanzia dello Stato sulla cessione di crediti certificati verso la Pubblica Amministrazione, contro una dotazione originaria del fondo ex d-l 66/2014 di "soli" 150 milioni. A una prima lettura avevo inteso che si trattasse della dotazione ordinaria del Fondo centrale, ma poi mi sono accorto della svista.Art. 72 (Fondo di Garanzia)Il fondo di cui all’articolo 37, comma 6, del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66/2014 [dal titolo Strumenti per favorire la cessione dei crediti certificati], convertito, con modifiche ed integrazioni, dalla legge 23 giugno 2014, n. 89 è rifinanziato per l’importo di 3 miliardi di euro per l’anno 2016 e 2 miliardi di euro per ciascuno degli anni 2017 e 2018.
La pioggia di miliardi non è passata per l'impatto fortissimo che questo stanziamento avrebbe avuto sulle finanze pubbliche: impatto diretto (i sette miliardi) e indiretto (il rischio di far emergere all'interno del debito pubblico quella parte dei debiti di fornitura della PA che sfuggono ai criteri Eurostat).
Il problema del credito alle imprese che aspettano di essere pagate da enti della PA è molto complesso. Vi rimando all'ultimo provvedimento in materia di garanzia sulle anticipazioni e sulle cessioni di crediti verso la PA con l'intervento del Fondo centrale (Decreto del MEF dell'11 marzo 2015), e a questa scheda della Camera sulle azioni precedenti (più timide) decise col Salva Italia del 2011.
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