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lunedì 23 novembre 2009

Novità (tristi) da Padova



La crisi della Banca popolare di garanzia è un tema che tratto a malincuore, e con il timore costante di dire o fare cose fuori luogo. Per continuità di informazione, riporto passi di un articolo uscito il 22 novembre sul Gazzettino (l'ho ricevuto per mail da un visitatore interessato alle vicende di questa banca). Parla dei contenuti di una nota che il Commissario straordinario della banca, Isacco Marchesini, avrebbe diffuso tra i dipendenti:
La nota comunica come, fino a nuovo ordine, sia sospeso il pagamento delle passività di qualsiasi genere ai sensi dell’articolo 74 del decreto legislativo del primo settembre 1993 [il TUB]. Di conseguenza, scrive il commissario "è pertanto sospesa ogni operazione che comporti addebito nei conti, di qualunque genere e in qualunque forma intrattenuti oltre che il rimborso di fondi e di ogni altra passività della banca". Potranno invece essere accolti i versamenti. [...]
La banca, ricordiamo, è nata dalla trasformazione in cooperativa bancaria [banca popolare cooperativa] di Interconfidi Nordest, il consorzio Fidi della Confindustria patavina. [...] Gli industriali hanno dapprima cercato con la nomina di Rosario Bonavoglia di correre ai ripari. Poi, vista la situazione, hanno chiesto a Banca d’Italia l’amministrazione controllata.
Nel frattempo sembrava che Cassa di Risparmio e Antoveneta potessero sostenere una cordata per risollervarla ma il discorso è naufragato. Recentemente però si era fatta avanti Confidimpresa Trentino che ha formalizzato la proposta di entrare come socio.
Il "nostro" Confidimpresa aveva avuto un pour parler, ma niente di più. Non ho commenti. Per documentazione, riporto il citato art. 74 del TUB, che riguarda ovviamente le banche in amministrazione starordinaria:
Art. 74 - (Sospensione dei pagamenti)
1. Qualora ricorrano circostanze eccezionali i commissari, al fine di tutelare gli interessi dei creditori, possono sospendere il pagamento delle passività di qualsiasi genere da parte della banca ovvero la restituzione degli strumenti finanziari ai clienti relativi ai servizi previsti dal d.lgs. di recepimento della direttiva 93/22/CEE. Il provvedimento è assunto sentito il comitato di sorveglianza, previa autorizzazione della Banca d'Italia, che può emanare disposizioni per l'attuazione dello stesso. La sospensione ha luogo per un periodo non superiore ad un mese, prorogabile eventualmente, con le stesse formalità, per altri due mesi.
2. Durante il periodo della sospensione non possono essere intrapresi o proseguiti atti di esecuzione forzata o atti cautelari sui beni della banca e sugli strumenti finanziari dei clienti. Durante lo stesso periodo non possono essere iscritte ipoteche sugli immobili o acquistati altri diritti di prelazione sui mobili della banca se non in forza di provvedimenti giudiziali esecutivi anteriori all'inizio del periodo di sospensione.
3. La sospensione non costituisce stato d'insolvenza.

Luca

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22 commenti:

Claudio D'Auria ha detto...

Sembra purtroppo che le mie nere previsioni si stiano realizzando.
Del resto è difficile immaginare una banca o una finanziaria o un confidi che possa essere interessato ad acquisire le attività e passività della BPG.
Le banche non sono interessate perchè è un prodotto di nicchia che trovano a basso prezzo presso i confidi.
Le finanziarie hanno già i loro problemi di sopravvivenza.
I confidi dovrebbero accollarsi un rischio reputazionale che, in questa fase densa di cambiamenti, non ha nessun senso accollarsi.
Vedo sempre più lontana l'alternativa alla Liquidazione, ma, al solito, mi auguro sinceramente di sbagliarmi.

Sapio ha detto...

Il personale! Dateci notizie del personale! Speriamo in qualche buona notizia su quel fronte.

Gigi ha detto...

Rimane da capire quanto del dissesto dipenda da errori strategici e quanto dipenda da malagestione.
Sul primo punto c'è da discutere. Sul secondo solo da far chiarezza.

Luca ha detto...

Gigi: spetterà al Commissario e all'organo di sorveglianza, nonché (temo) alla magistratura accertare la cause e le responsabilità della crisi BPG. L'insegnamento che ne possiamo trarre per i confidi è comunque importante: un intermediario di garanzia che commette errori strategici li paga cari, perché il suo business è molto specializzato e ciclico, e permette di recuperare una parte esigua o nulla dei massicci investimenti tecnologici, commerciali, in formazione, ecc.
Questo si collega a un altro tema: come sviluppare il valore di avviamento (franchise, portafoglio relazioni) di un confidi senza svilirlo ad un ruolo meramente distributivo?

Gigi ha detto...

Professore, ritengo sia aperto un problema strategico relativamente a quello che i confidi vogliono essere e vogliono fare in futuro. Al momento si è; tutti (giustamente) concentrati sulle contingenze dell'adeguamento normativo e della crisi. Ma già; da subito bisogna pensare a cosa faranno i confidi da grandi. Mera distribuzione? Business office? Finanza agevolata? Banca di garanzia?? popolare o credito cooperativo??? braccio economico delle associazioni? una combinazione di questi?
E cosa intendiamo per mera distribuzione? Business office?
Ho l'impressione che mentre siamo tutti fermi ai box per migliorare e perfezionare la macchina dei confidi (da vecchia Trabant a nuova e fiammante Ferrari)nessuno si preoccupi della strategia da tenere in gara e delle condizioni della pista, nè della preparazione dei piloti....
Lo so, non bisogna mettere troppa carne sul fuoco, ma almeno ricordiamoci di averne in frigo prima che vada a male.

Luca ha detto...

Mera distribuzione significa: la banca lavora con i confidi per collocare prodotti (credito e non solo) tenendo buoni rapporti con le associazioni datoriali. Il business office è un soggetto che eroga consulenza e altri servizi professionali. Rimane da trovare il giusto connnubio, e punto di equilibrio, tra attività di garanzia (con assunzione di rischio), attività di consulenza e altri servizi.

Anonimo ha detto...

E i dipendenti che dicono?
Dopo lo stress provocato da questi undici mesi di doloroso far nulla e di notizie contrastanti ci giunge la comunicazione che il pagamento degli stipendi è stato bloccato....benzina sul fuoco per il nostro gà altalenante umore.
Se deve essere morte speriamo almeno che sia senza agonia!!!

Anonimo ha detto...

Ormai ci resta solo la dignità: dalla settimana prossima non potremo più utilizzare i buoni pasto e ciò lo abbiamo saputo, non dall'azienda, ma dagli esercenti convenzionati......

Anonimo ha detto...

La storia di Banca Popolare di Garanzia è costellata di incompetenti: prima i vertici "ordinari" che nel giro di due anni hanno affossato una realtà che fino alla trasformazione in banca aveva dato buona prova di sè, poi un commissario straordinario che ha completato l'opera.
Una domanda rimane inevasa: che cosa abbiano fatto di male i dipendenti di Banca Popolare di Garanzia per meritarsi la disistima del commissario e i suoi atteggiamenti vessatori ed intimidatori fin dal momento in cui si è insediato?

Gigi ha detto...

Caro anonimo, i dipendenti non hanno fatto niente di male in generale. Nel particolare ognuno ha, però, le proprie responsabilità. Forse il cda e/o i soci potevano intervenire prima. E i revisori dei conti? Lo accerterà Banca d'Italia, la quale forse è arrabbiata con se stessa dal non essersene accorta prima. Del resto la vigilanza serve proprio ad evitare gli incidenti. E la qualità della vigilanza si misura dalla quantità di incidenti che avvengono.
ps
io senza stipendio (e soprattutto i buoni pasto) me ne starei a casa, almeno il commissario si fa le fotocopie da solo

Luca ha detto...

Spero che i dipendenti che vivono questa situazione triste abbiano già trovato, o trovino presto, un'opportunità di lavoro che li soddisfi.
Sotto questo aspetto l'esperienza della BPG fa capire quanto sia importante lo sviluppo delle competenze per i confidi che sono diventati 107 o lo diventeranno presto. Essere intermediari vigilati richiede che il personale impari mestieri nuovi, o sappia svolgere con un'attenzione diversa i compiti già familiari (come la valutazione delle pratiche). In BPG pare che questo passaggio non sia avvenuto in maniera convincente, o almeno così ha ritenuto (dalle voci raccolte) la Banca d'Italia, che avrebbe auspicato l'ingresso di una o due banche per trasferire cultura. Auspicio non privo di senso, ma giunto fuori tempo massimo.
Attenzione, persone che lavorate nei confidi 107, se vedete problemi inevasi non fidatevi ciecamente dei vostri amministratori o referenti associativi che vi dicono "ci pensiamo noi", e non sanno nemmeno di che si sta parlando. Ci va di mezzo il vostro posto di lavoro. I problemi li guardate in faccia voi dalla prima linea, riportateli con voce forte e chiara, e ponetevi in prima persona il problema di come affrontarli, anche se sono completamente nuovi. Anche se avete meno di 25 anni e siete assunti da tre mesi, anzi, lo dovete fare voi.
Tutto si impara nella vita, tranne le risposte a domande che non si pongono.

Anonimo2 ha detto...

Per completezza informativa, tra il 2006 e il 2008 compreso e quindi a cavallo della trasformazione del confidi in banca e nella sua fase di avvio, sono state inserite al vertice,sia in organico sia come consulenti, diverse figure di estrazione bancaria con pluriennale esperienza con l'intenzione, presumo, di diffondere quella cultura dapprima inesistente all'interno di Interconfidi. La formazione al personale preesistente è avvenuta in modo frammentario e a macchie di leopardo, indipendentemente dai ruoli e dai livelli creando forte disomogeneità e continui problemi di tipo organizzativo. Credo sinceramente che anche questo aspetto debba far riflettere.

Luca ha detto...

Se posso aggiungere una riflessione dalla mia esperienza sui progetti di iscrizione a 107, è importante che tutta la struttura venga "esposta" allo shock da trasformazione. Dirigenti e consulenti (mi ci metto anch'io) possono commettere l'errore di proteggere i livelli operativi dallo stress da cambiamento, perché nella sostanza, si pensa, andiamo bene così come siamo. Ma per un 107 o una banca la forma diventa sostanza, cambia il modo di fare le cose e se ne devono fare tante che prima non si facevano. E per farle senza soffocare nei costi occorrono automazione, processi razionali, capacità manageriali, ecc. Meglio che il mal di pancia (o i sonni agitati) arrivino quando si progetta piuttosto che alla prima ispezione della Vigilanza.

Dipendente ha detto...

Ciao a tutti,
speriamo che con il Natale il Commissario ci regali la liquidazione. La situazione non è più sostenibile e ci sta andando di mezzo il nostro precario equilibrio mentale.

Un'altro dipenente ha detto...

Sono d'accordo con il collega del post procedente. Ci hanno tolto in ordine cronologico: l'acqua, il parcheggio, lo stipendio, i buni pasto e l'assicurazione anitaria. Marchesini, domani ch sei a Roma metti una buona parola per la nostra chiusura. Amen............

Sergio ha detto...

Ma vi stanno aiutando a ricollocarvi, che so, in strutture legate alle Associazioni?

Fabio ha detto...

Al commento di Luca (06/12/2009 11.20) replico.
Alcuni dipendenti tristi hanno trovato un'alternativa soddisfacente, ma gli altri meno tristi si domandano per quale motivo si devono preoccupare di trovare un altro posto di lavoro quando il problema cha ha portato al commissariamento non è direttamente collegato alla perdita del posto di lavoro.
Leggendo il TUB si può capire qual'è il percorso compiuto in questi mesi dal commissario, quanto tempo rimane per svolgere la sua attività, ma non quale il futuro dei dipendenti, considerato che il problema principale è il salvataggio del business e/o della banca.
Per ritornare sulla retta via del problema, mi farebbe piacere avere delle risposte a queste domande:
1- A chi è stata consegnata l'autorizzazione da Banca d'Italia a svolgere l'attività bancaria?
2- Questo soggetto ha presentato un progetto di business soddisfacente per ottenerla?
3- Avviata l'attività sono stati effettivamente adempiuti gli obblighi di vigilanza, considerato soprattutto il progetto ambizioso di far banca senza raccolta ne impieghi, e con un bilancio pregresso da "confidi"?
4- E non per ultimo: "I soggetti che svolgevano funzioni di amministrazione, direzione e controllo (sindaci!), avevano i requisiti professionali come citati nell'lart. 14 del TUB e come previsto dall'art. 26 sempre del TUB?".
Per quanto riguarda le capacità professionali dei dipendenti coinvolti nel ciclo di valutazione delle richieste, non trovo corretto esprimersi, considerato che non si possono valutare perché nessuno può farlo se non perché stato direttamente coinvolto.
L'auspicio dell'ingresso di una o due banche per trasferire cultura, penso che sia un'ammissione di colpa, ma allora mi domando nuovamente perché i dipendenti si dovrebbero preoccupare di trovare un nuovo posto di lavoro.
Come abbiamo letto dai media, il piano c'è, il capitale c'è... all'ora che aspettiamo ad imporre il proprio potere per rimediare al passato?
Concentriamo l'attenzione sul vero problema!
A tal proposito segnalo l'articolo di Wall Street Italia: "BANCHIERI SVEGLIATEVI: QUANDO E' TROPPO E' TROPPO.".
http://www.wallstreetitalia.com/articolo.asp?art_id=830102
p.s.: sono usciti tutti i soggetti che svolgevano funzioni di amministrazione, direzione e controllo o c'è ancora qualche elemento non gradito a qualche istituto?
Un augurio di Buone Feste.

Luca ha detto...

Fabio: mi conforta sapere che tra il personale BPG c'è un gruppo che non si rassegna (se ho capito bene la "non tristezza"). Sul piano e sul capitale, che ci sarebbero (secondo i media), non sono altrettanto fiducioso, ma forse mi sbaglio, non ho notizie di prima mano.

Luca ha detto...

Aggiungo una riflessione che mi veniva di fare in questi giorni: il progetto di BPG, così come prospettato dal suo ex amministratore delegato, era quello di un intermediario di garanzia a 360' che superasse il modello del confidi mutualistico.
I fatti hanno dimostrato che non era un modello di business praticabile, ma qui ha giocato un rischio di impresa che i promotori e i soci hanno valutato e deciso di affrontare (Banca d'Italia ha detto OK non al progetto, ma all'adeguatezza del patrimonio messo nell'iniziativa rispetto ai rischi).
Quello che non riesco a spiegarmi è l'appoggio dato da Confindustria a un modello che prendeva le distanze, quasi polemicamente, dal confidi "mission oriented", che esiste per rispondere ai bisogni delle imprese. Forse hanno pensato che si potessero fare meglio le due cose insieme.

Dipendente denutrito ha detto...

I buoni pasto sono finiti e sto iniziando a morire d'inedia......abbiate pietà di me ed organizzate una colletta alimentare!!!

Luca ha detto...

C'è poco da scherzare.

Dipendente triste ha detto...

Da oggi pomeriggio siamo ufficialmente in liquidazione coatta amministrativa.