Gli amici Nicola e Gabriele da Teramo mi segnalano un breve e incisivo commento sulla crisi della CIT (colosso USA del factoring e del'asset-based financing per le PMI) dal Sole 24 ore. Lo riprendo volentieri:
La bancarotta «pilotata» da 70 miliardi di dollari del gruppo Cit - il colosso americano del factoring per le piccole e medie imprese - segna una svolta importante nel rapporto tra istituzioni e mercato. Per mesi si è detto che la Cit, schiacciata da 30 miliardi di dollari di debito, era troppo grande e importante per essere lasciata fallire, ma gli eventi di questo week end - e soprattutto il rialzo segnato ieri dagli indici di Borsa - hanno dimostrato il contrario: ciò che fa paura al mercato non è la bancarotta di una società in senso assoluto, ma piuttosto «l'accanimento terapeutico» su società decotte a forti dosi di aiuti pubblici e in assenza di un vero progetto di ristrutturazione finanziaria. In altre parole, il fallimento pilotato della Cit - che dovrebbe riemergere dalla bancoratta entro due mesi - dimostra che il mercato non vuole più avere a che fare con degli «zombie finanziari», ma con società che anche se più piccole, hanno i mezzi per camminare da sole.Non so se il commentatore abbia ragione sulla lungimiranza del mercato, ma concordo in pieno sulla necessità di seri progetti di ristrutturazione quando si affronta una situazione di crisi, piccola o grande che sia.
Luca
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