sabato 28 febbraio 2009

Marcegaglia: serve il mediatore del credito



Da una news ANSA
(ANSA) - MILANO, 27 FEB - Marcegaglia chiede di introdurre un mediatore del credito sul modello francese, che controlli che le banche diano i soldi alle imprese. 'Chiediamo alle banche di accettare di emettere i Tremonti Bond', ha detto la presidente di Confindustria sottolineando che 'bisogna fare in modo che il credito arrivi alle imprese'. Proprio con questa intenzione si inserisce la proposta di inserire un funzionario della Banca d'Italia a livello locale, che vigili sull'effettiva trasmissione del credito.
La Presidente degli industriali indica come un esempio da seguire il modello francese del mediateur du crédit. Il decreto sui Tremonti bond parla di un osservatorio presso le prefetture, che potrebbe evolvere appunto in una struttura analoga a quella francese, che pure coinvolge le filiali territoriali della Banque de France.

venerdì 27 febbraio 2009

Tutti sul molo, fazzoletti pronti



Dal Sole 24 ore:
Un sondaggio uscito stamattina, condotto dal sito specializzato eFinancialCareers.com, rivela che nonostante tutto i banchieri non hanno alcuna intenzione di rinunciare a bonus e salari elevati. Secondo il sondaggio il 49% dei banchieri lascerebbe il Paese se fossero imposti limiti ai bonus in contanti. La percentuale sale al 71% nel caso di banchieri con un'esperienza di 6-10 anni. Sarebbe quindi un vero e proprio esodo delle migliori "menti" del settore. Il problema però è che questi banchieri pronti a lasciare la Gran Bretagna non hanno molti posti alternativi dove andare in questa crisi ormai globale.
Alcune congetture sulle mete dei banchieri "non ci meritate":
  • i paradisi fiscali del canale della Manica;
  • un'isola greca come nel film Mamma mia a vivere dei bonus degli anni passati;
  • boutique finanziarie e hedge funds;
  • financial advisor del narcotraffico, per progettare contromisure al legal standard del Ministro Tremonti;
  • le piazze finanziarie emergenti di Cina, India, Russia, Brasile;
  • risk controller di un confidi 107;
  • task force permanente sulla Baseleggibilità delle garanzie 106 su un'isola greca, con distacco di amministratori di confidi che vogliono finalmente capirlo;
  • una rete di microcredito.
Qualunque sia la loro meta, auguro che trovino qualcosa che vale di più di quello che lasciano.

Riparte la Banca del Sud



Dal Sole 24 ore, il rilancio di un progetto di cui parlai qui:
«Oggi ho firmato il decreto per far ripartire il progetto della banca per il sud». Sono le parole del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, intervenuto al congresso del Movimento per le Autonomie di Raffaele Lombardo. «Al Sud - ha proseguito Tremonti - non c'è più una banca e quelle che ci sono, sono lì per portare via i soldi e non per reinvestire. Non è possibile che il Mezzogiorno non abbia una banca e che quelle che sono rimaste abbiano un flusso al contrario» dal Mezzogiorno verso il Nord del Paese. «Non c'è sviluppo economico - ha detto ancora il ministro - se non c'è una banca propria, è necessario crearla o creare una rete di banche per il Sud».

Le molte vie dell'aggregazione tra i confidi



Sto scrivendo il mio contributo alla ricerca sui confidi al Sud coordinata da ASR Mezzogiorno. Sono alle prese con le politiche di aggregazione, un vero rompicapo. Ad esempio, cercando su denaro.it la conferma di alcune notizie raccolte con interviste a direttori di confidi campani, mi sono imbattuto in due annunci, il primo è del 14 gennaio
E' partito da Napoli il roadshow di Fin.Promo.Ter per illustrare il piano realizzato dall'advisor Kmpg che punta alla trasformazione, nel 2010, in organismo vigilato della Banca d'Italia. Il confidi di secondo grado di Confcommercio ha tra i soci anche Confidi Pmi Campania presieduto da Lucio Donadio il quale ha organizzato la prima tappa dell'iniziativa di promozione delle attività e delle strategie future della finanziaria, pronta a raccogliere le importanti sfide imposte dalla trasformazione delle strutture che operano nel mercato del credito. A fare gli onori di casa e ad accogliere il presidente Giovanni Da Pozzo, il quale ha illustrato i traguardi del 2008 e gli obiettivi a medio e lungo termine della struttura, c'era il vicepresidente nazionale di Confcommercio con delega al Mezzogiorno Maurizio Maddaloni
Dunque, Confcommercio nazionale intende trasformare l'attuale confidi nazionale di 2°/3° grado, FinPromoTer, in un confidi 107 di secondo grado, al quale aderiranno i confidi affiliati all'associazione (come Confidi PMI di Napoli), molti dei quali rimarranno 106.

Ancora notizie oscure sul moltiplicatore dei confidi



Cito dal denaro.it (quotidiano web della Campania molto presente sul tema del credito) la notizia dell'apertura della sede di Salerno del confidi Gafi sud (sito impraticabile per colpa di una micidiale animazione flash), promosso dall'Unione Industriali di Caserta, ma operante anche nelle province di Avellino, Benevento e Salerno, appunto.
Gafi Sud è una società consortile cooperativa a responsabilità limitata. Ha una base associativa di oltre mille soci, che contano complessivamente 15 mila 211 dipendenti e, in termini di fatturato, circa 2 miliardi 500 milioni di euro. Dal punto di vista strettamente operativo vanta un mediato "fidi in essere" per 120 milioni, con "garanzie in essere" per oltre 60 milioni. Una capacità operativa che può ancora essere moltiplicata per cinque, dal momento che Gafi Sud registra un rapporto garanzie nette-patrimonio pari al 16,66, a fronte di un accantonamento patrimoniale previsto dalla norme di vigilanza pari ad almeno il 6% dei rischi assunti.
Allora: garanzie nette / patrimonio = 16,66 volte => patrimonio/garanzie nette = 1/16,66 = 6%

Con la crisi, come difendersi (o farsi aiutare) dal Fisco



A pag. 27 del Sole 24 ore di oggi ho letto con interesse un articolo di Marco Bellinazzo, "Il corto circuito civilistico-fiscale rende difficile scaricare i mancati incassi". Le perdite attese su crediti possono essere dedotte entro un massimo dello 0,5% annuo del valore nominale fino ad una consistenza del fondo svalutazione non superiore al 5% (le stesse percentuali di quando ho fatto l'esame di scienza delle finanze nel 1977!). Queste le regole generali, derogabili nel caso di crediti già deteriorati, ma soltanto se si rispettano congiuntamente i criteri allo scopo definiti dal codice civile e dal testo unico sulle imposte. E' probabile che molte imprese debbano pagare tasse su ricavi non ancora incassati e che non lo saranno mai.

L'entusiasmo per i corporate bonds: buona o cattiva notizia?



Come riferisce il Sole 24 ore di oggi (articolo di Morya Longo in prima), gli investitori stanno correndo a investire in corporate bond. E' clamoroso l'importo emesso da Roche, gruppo farmaceutico svizzero, (vedi Bloomberg): $31md, per finanziare una parte della scalata ostile alla Genentech di San Francisco da $42,1md. La domanda dei nuovi bonds - $50md - ha ampiamente superato l'offerta.

giovedì 26 febbraio 2009

Robin tax anche per Obama



Nassim Taleb vorrebbe una penale retroattiva per chi si è arricchito gonfiando la bolla. Il Presidente Obama si accontenta di aumentare il prelievo fiscale su chi, nonostante la crisi, guadagna tanto da finire negli scaglioni più alti di imponibile.
Feb. 26 (Bloomberg) -- President Barack Obama proposed almost $1 trillion in higher taxes on the 2.6 million highest-earning Americans, Wall Street financiers, U.S.-based multinational corporations, and oil companies, to pay for permanent breaks for lower earners.

Decorrenza dell'obbligo per i bilanci XBRL: chiarimento quasi ufficiale da Unioncamere



Una circolare di Unioncamere del 24 febbraio conferma quanto anticipato qui:
Il CNIPA ha comunicato al Ministero dello Sviluppo Economico il sito internet sul quale sono pubblicate e rese accessibili, a partire dal giorno 16 febbraio 2009, le specifiche tecniche del formato XBRL nella versione italiana che è il seguente:

Taleb sugli incentivi asimmetrici ai banchieri. Mega-bonus se fate soldi? Allora anche harakiri se fallite



Il Financial Times di ieri ospita un articolo di Nassim Taleb, How bank bonuses let us all down, da cui cito le conclusioni:
Indeed, the incentive system put in place by financial companies has produced the worst possible economic system mankind can imagine: capitalism for the profits and socialism for the losses.

mercoledì 25 febbraio 2009

Dalla FSA segnali contrastanti sulle necessità di capitale delle banche britanniche



La Financial Services Authority, supervisore unico del settore finanziario e assicurativo in UK, fatica a trovare il passo nello scenario post crisi. Prima applaudita, e poi aspramente criticata, per il "tocco lieve" dei suoi controlli, la FSA intende oggi consentire alle banche inglesi di operare con solvency ratios appena sopra i minimi di Basilea: 4% di core tier 1 e 6-7% di tier 1. In questo modo si eviterebbe la raccolta di mezzi freschi in una situazione di mercato in cui gli investitori fuggono dal rischio azionario delle banche inglesi. Sarebbe quindi una doverosa correzione anticiclica.

Invito dal Ministro al <i>Credit and liquidity day</i> a Roma il 2-3 marzo



Da una news ASCA
(ASCA) - Roma, 19 feb - Il 2 e 3 marzo prossimi si terra' al ministero dell'Economia il 'Credit and liquidity day' per discutere e analizzare con gli operatori il flusso di credito e le loro esigenze. Lo ha annunciato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, a margine della presentazione del libro di Massimo Gaggi, 'La valanga'.

Francesco Bellotti sui T-Bond e sui confidi



In seconda del Sole di oggi c'è un'intervista a Francesco Bellotti, presidente di Federconfidi, ripresa da questa news:
ROMA (MF-DJ)--"Ben vengano i Tremonti bond, se sono uno strumento efficace per aumentare la liquidita' nel sistema bancario e ridurre il costo del credito".

Paolo Savona: uno "Stato confidi" meglio di uno Stato banchiere



Cito da un articolo di Paolo Savona sul Foglio di oggi
Da una relativamente piccola cosa, i mutui subprime, si è arrivati a una crisi sistemica della finanza e questa si è estesa all’economia reale, che già da tempo manifestava scricchiolii, per le carenze nell’offerta di energia e beni alimentari, che aveva spinto l’inflazione alle stelle, e per l’eccesso di produzione dei beni di consumo durevole (auto, elettrodomestici, high tech, arredi e gadget di ogni tipo), che spingeva verso la deflazione. In queste condizioni fare la media dei saggi di sviluppo o di inflazione non significava un bel nulla e, forse, ha confuso le idee ai governanti e ai governati.

martedì 24 febbraio 2009

Sulla crisi (non solo finanziaria) dell'Irlanda: la riflessione di John Waters



John Waters, editorialista dell'Irish Times, ha scritto per ilsussidiario.net due interventi sulla crisi del suo paese. Cito un passaggio.
Questo è il contesto in cui abbiamo “vissuto oltre i nostri mezzi”: abbiamo perso la relazione tra impegno e ricompensa, tra lavoro e soddisfazione. Non penso che l’avidità sia il problema: avidità è solo un termine peggiorativo, ideologico per il desiderio che non comprende se stesso. Il vero problema è che le nostre economie sono state smontate e rimesse insieme nel modo sbagliato, più al servizio di una economia truccata che come strumenti e condizioni per il lavoro umano. Noi, a nostra volta, siamo rimasti affascinati da questo linguaggio e abbiamo dimenticato il vero significato della vita.

Caso Popolare di garanzia, gli animi si scaldano. Ragioniamo sul perché



Il mio post sulla crisi della Banca Popolare di garanzia ha attirato una striscia di commenti lunga e animata (per non dire animosa, e troppo spesso anonima). Ho tenuto a precisare che aleablog non è una micro-gogna mediatica per attacchi alle persone che possono avere sbagliato nel definire la strategia della Banca o nel controllarne l'esecuzione. Il problema non si riduce agli errori personali, ma ha radici nel bias, nello sbilanciamento che caratterizza da anni il dibattito sull'evoluzione del sistema della garanzia collettiva (106, 107 confidi, 107 spa, banche di garanzia confidi o popolari, ecc.).

domenica 22 febbraio 2009

Pro e contro del <i>cram down</i> dei mutui USA



Il blogger senza nome di Finem respice (mia recente scoperta) è molto critico sulla proposta di insigni giuristi USA volta a generalizzare il cram down nelle procedure esecutive contro i mutuatari insolventi. Il cram down è una transazione con la quale si impone una ristrutturazione del debito (con perdita secca per la banca) evitando l'escussione dei beni del debitore. Il procedimento non è vessatorio per il creditore se il giudice dimostra che in caso di liquidazione le perdite sarebbero state maggiori. L'istituto è stato recepito nel nostro concordato preventivo (vedi paper del rimpianto Flavio Aldrighetti, nel senso che non lavora più qui, di salute sta benissimo).

Quanti piani Marshall sta costando la crisi?



Sul sito della BBC trovate delle suggestive grafiche sui grandi numeri della crisi, come questa:

Draghi al Forex: garanzie pubbliche sulle senior tranche e Tremonti-bond. Quale dei due è meglio?



Un altro passaggio dall'intervento di cui parlavo qui:
Ma, soprattutto nei sistemi bancari solo marginalmente appesantiti dall’eredità del passato, occorre ricreare le condizioni per lo sviluppo futuro. Si potrebbe considerare, analogamente a quanto in alcuni paesi si prevede per i titoli “tossici” esistenti, l’emissione di garanzie pubbliche sulle senior tranches di insiemi di nuovi crediti: trattenuta sui propri bilanci una parte del rischio, le banche potrebbero più agevolmente collocarli sul mercato, ridando vita a un importante canale di finanziamento oggi inaridito.
Marco Onado in un commento in prima del Sole 24 ore di oggi appoggia la proposta. Fino sei mesi fa, anch'io ero un fervido sostenitore delle cartolarizzazioni coperte da garanzie pubbliche sulla tranche super senior, tant'è che ho proposto al gruppo di lavoro ministeriale sulle garanzie di inserire una protezione del genere nel nuovo fondo centrale per le Pmi. Il mio entusiasmo si è smorzato quando ho visto il settembre scorso crollare AIG, il gruppo assicurativo americano che vendeva protezione sulle CDO tripla A. Ho scritto un libro sui modelli di portafoglio per i crediti, ma con l'incertezza che c'è sul picco futuro dei tassi di default non me la sento di venderli oggi come guida sicura per stimare la tranche di prima perdita "giusta" che rende infinitesimo il rischio della senior. Un portafoglio con rischio senior garantito può diventare una spugna delle esposizioni con rischi estremi di perdita inattesa. Che cosa dice la penultima invocazione del Pater noster?

Due belle interviste a Nouriel Roubini



Roubini, alias Mr Doom, è l'economista più conteso dai media dopo la crisi. Tra le nuove idee che sta portando al dibattito sui piani di salvataggio, spicca la proposta di nazionalizzare le banche USA, metterle in ordine e rivenderle, come ha fatto la Svezia negli anni '90. Ne parla in questa intervista al Wall Street Journal e in quest'altra (con video) su Bloomberg.

Dublino come Zagarolo: i furbetti della Anglo-Irish Bank



L'Irlanda, già celtic tiger, paese del miracolo economico, è sull'orlo del doppio default delle sue maggiori banche e dello Stato. Come è potuto succedere? Il Paese è stato letteralmente inondato di raccolta bancaria dall'estero (€1.000md quasi quanto la Spagna che ha una popolazione 10 volte più grande), che ha finanziato il boom immobiliare. Ma a differenza degli USA, i cattivi debitori non sono le famiglie (a Dublino chi non ce la fa con la rata non manda le chiavi di casa alla banca e se ne va, ma tira la cinghia), bensì i costruttori, che hanno catturato banche all'ingrosso come quella di cui parla questo articolo del Wall Street Journal Europe
Anglo Irish Bank Corp. was once the pride of Ireland, the “ builders’ bank” funding much of the construction craze that symbolized the country’s economic emergence. Now, it is a national disgrace that has pushed the government’s approval rating to lows, scarred the reputation of Ireland’s banking system and prompted investigations by two Irish agencies and lawmakers. Seized by the Irish government last month, the Dublin bank has disgorged scandal after scandal, including €87 million ($109.2 million) of undisclosed loans to its chairman, Sean FitzPatrick, that prompted his resignation in December.

sabato 21 febbraio 2009

Il Governatore Draghi al convegno Aiaf-Assiom-Forex Atic



La qualità del credito bancario sta risentendo della recessione. Dal terzo trimestre dell’anno scorso il flusso di nuove sofferenze è in rapido aumento. Il rapporto tra nuove sofferenze e impieghi si è portato nell’ultimo trimestre dell’anno sul valore più alto dal 1999, se si esclude il picco toccato nello stesso periodo del 2003 a seguito del fallimento di Parmalat. Il deterioramento è continuato nel gennaio di quest’anno, quando il valore complessivo del debito della clientela entrata in sofferenza è risultato superiore del 70 per cento rispetto a un anno prima.

venerdì 20 febbraio 2009

La SACE si fa avanti per sostenere finanziariamente le imprese



A pag. 29 del Sole 24 ore di oggi trovate un lungo articolo-intervista con Alessandro Castellano, AD di SACE, gruppo che assicura crediti all'export posseduto al 100% dal Tesoro. Tempo fa ne abbiamo parlato qui, ricordando che gli interventi SACE a favore delle imprese esportatrici sono coperti dalla garanzia di ultima istanza dello Stato. Nell'articolo di oggi, Castellano propone di ampliare gli interventi della SACE: garantire i crediti della case automobilistiche verso i concessionari auto italiani, smobilizzo dei crediti verso la PA o fidejussioni alle imprese che li vantano, fino ad arrivare ai finanziamenti per cassa alle imprese. Per l'AD di SACE le risorse ci sono. Il gruppo ha girato al Tesoro negli ultimi quattro anni €1,4md di dividendi (non sarà facile ripeterlo con questa economia, aggiunge).

Confindustria propone di tenere il TFR in azienda contro il credit crunch



Dal Sole 24 ore
Le imprese non riescono facilmente a ottenere liquidità dalle banche. Così la presidente degli industriali Emma Marcegaglia, da Foggia, propone di bloccare per un anno in azienda i versamenti per i Tfr, i trattamenti di fine rapporto. «Si potrebbe - ha detto Marcegaglia - arrivare alla decisione che per un anno i flussi di Tfr non vadano all'Inps, ma vengano tenuti all'interno delle imprese». Oppure i flussi del Tfr potrebbero servire a «creare un fondo di garanzia che aiuti il sistema del credito alle piccole e medie imprese». È una delle proposte lanciate dal presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, per superare la crisi economica in Italia.
La proposta ha raccolto qualche perplessità di Tremonti, mentre piace ai sindacati. Alcuni fondi di categoria sarebbero disponibili a destinare gli apporti a crediti verso le imprese o fondi di garanzia.

giovedì 19 febbraio 2009

Piano di risanamento per la Banca popolare di garanzia



Su MF di ieri si parla di un incontro presso la Banca d'Italia di Venezia nel quale si è discusso della situazione non rosea della Banca popolare di garanzia, l'intermediario nato dalla trasformazione di Interconfidi Nordest, il confidi padovano di area Confindustria. Il CdA dell'istituto, presieduto da Rosario Bonavoglia, ex dirigente della Banca d'Italia, ha ritirato le deleghe all'Amministratore delegato Giampalo Molon, già direttore generale di Interconfidi NE. La gestione 2007 aveva chiuso con una perdita di €3,4mn, che è aumentata nel 2008.

martedì 17 febbraio 2009

Il CNIPA pubblica la tassonomia XBRL sul proprio sito. L'obbligo di deposito slitta? E' probabile



Il CNIPA (Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione) ha finalmente pubblicato la tassonomia dei bilanci XBRL delle società non quotate sul proprio sito web. Era uno degli adempimenti previsti dal Decreto emanato sul filo di lana a fine 2008 per rendere operativo l'obbligo di deposito dei bilanci in formato elettronico. L'art.3, comma 1 del Decreto specifica che "L'obbligo di adottare le modalità di presentazione nel formato elettronico elaborabile si applica ai bilanci e ai relativi allegati riferiti all'esercizio in corso al 31 marzo 2008 per le imprese che chiudano l'esercizio successivamente alla pubblicazione sul sito XBRL delle specifiche di cui all'art. 5, comma 1." Ora, nel mio precedente post pensavo che tale obbligo fosse stato assolto con la pubblicazione sul sito XBRL Italia. In realtà il Decreto stesso prevedeva, all'art. 5, comma 6, che "Le date di cui al comma 4 [la data di pubblicazione sul sito delle specifiche] sono comunicate dal CNIPA al Ministero dello sviluppo economico, il quale provvede a renderle pubbliche mediante apposito avviso da inserire nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana." Ora, il CNIPA ha ri-pubblicato la tassonomia sul proprio sito (non riconoscendo efficace - presumo - la precedente pubblicazione sul sito XBRL Italia). Dovrebbe, a questo punto, risultare assolto il passaggio della pubblicazione in data odierna. Però ciò è avvenuto dopo il 31/12/2008, quindi, ai sensi del citato art. 5, comma 1, l'obbligo di deposito in XBRL non scatta per i bilanci chiusi a tale data canonica. Nel 2009, pertanto, l'obbligo dovrebbe riguardare un numero relativamente basso di aziende con esercizio contabile non standard, chiuso successivamente al 17 febbraio 2009.

lunedì 16 febbraio 2009

Il DL incentivi blinda &#8364;176mn per il Fondo centrale di garanzia Pmi



Riprendo dall'art. 8 del Dl n.5 del 10/2/2009:
2. Conseguentemente all'utilizzo delle risorse provenienti dalle revoche disposto dal comma 1, lettera a) del presente articolo, il rifinanziamento del Fondo di garanzia di cui all'articolo 15 della legge 7 agosto 1997, n. 266, previsto dall'articolo 11, comma 1, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, è assicurato con gli importi di 80,5 milioni di euro e di 95,9 milioni di euro riassegnati, rispettivamente, negli anni 2010 e 2012 ai sensi del comma 1, lettera a), ultimo periodo, nonché con le ulteriori disponibilità accertate a seguito di revoche disposte dal Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, fermo restando il limite complessivo di 450 milioni di euro previsto dal predetto articolo 11 compatibilmente con gli effetti stimati per ciascun anno in termini di indebitamento netto.
Arriveranno quindi, nel 2010 e 2012, quasi €180mn di nuove risorse per il rifinanziamento del Fondo centrale Pmi dallo svincolo dei fondi ex L.488, come previsto dal primo decreto anti-crisi (Dl 185/2008). Non ci sono dettagli, invece, sulle modalità di attribuzione della garanzia statale di ultima istanza pure introdotta dallo stesso decreto.

Incentivi fiscali alle fusioni tra imprese



Sono sempre più convinto che la battaglia contro la crisi, soprattutto da noi, si deve combattere con la finanza d'impresa, non con la finanza pubblica. Dopo la peculiare proposta sulla fiscalità di distretto, riprendo (dal commento approfondito a pag. 25 del Sole 24 ore di oggi) il bonus aggregazioni, previsto dal decreto incentivi (Dl 5 del 10/2/2009) all'art. 4. Questa misura si applica in caso di fusioni, scissioni e conferimenti di azienda che avvengono tra società di capitali. L'incorporante, la beneficiaria della scissione o la conferitaria potranno dedurre gli ammortamenti sul maggior valore contabilizzato del capitale netto rispetto al valore di libro, da imputarsi a immobilizzazioni materiali e immateriali. Il vantaggio consiste nell'esenzione dall'imposta sostitutiva del 12%. Il beneficio è consentito su maggiori valori (da disavanzo di fusione o simili) fino a €5mn.

domenica 15 febbraio 2009

In Sicilia credito più caro anche con le garanzie confidi



Una news ASCA riporta le dichiarazioni del portavoce dei confidi siciliani, Mario Filippello
[...] In questi giorni i maggiori istituti di credito dell'isola stanno avviando una rinegoziazione a tappeto delle convenzioni con i Confidi regionali. Al centro della questione si pone prevalentemente la questione dell'aumento dei costi applicati ai consorzi fidi per le operazioni di finanziamento che varia da caso a caso e da una tipologia all'altra di finanziamento ma che comunque si puo' sintetizzare in uno spread rispetto al tasso Interbancario oscillante tra lo 0,75 e l'1,75%.

Marcegaglia sul credit crunch



Cito da una news Apcom il passaggio sul credito di una recente dichiarazione di Emma Marcegaglia
Il credit crunch ("è una situazione grave, uno dei problemi più forti da affrontare". E "una prima risposta può arrivare dai debiti che le imprese vantano nei confronti della pubblica amministrazione. La Cdp può essere lo strumento giusto"), un fondo di garanzia come si sta facendo in Germania. "Se manca il credito - ha proseguito - il sistema si incepppa". A questo proposito, Marcegaglia ha fatto notare che per quanto riguarda i confidi ("di cui noi siamo fautori") non si può andare "oltre un certo limite".
La Presidente di Confindustria si è espressa con franchezza. Servono infatti interventi massicci, che rialimentino il flusso di liquidità nelle filiere produttive. I confidi, pur meritevoli, non bastano per raggiungere tutte le aziende, a cominciare dalle medio-grandi. Gli arretrati delle pubbliche amministrazioni verso le imprese (circa €70md) pesano tre volte il credito confidi. Per sbloccarli si auspica un intervento appoggiato sulla Cassa Depositi e Prestiti (anch'io nel mio paper su iCash e iCredit auspicavo qualcosa di simile, forse).

Il pensiero di Tremonti sulla crisi in un articolo



Il Corriere del 12 febbraio ha pubblicato un articolo del Ministro Tremonti "Patologie del mercato e piano di Obama". Sarà pubblicato su Italianieuropei, la rivista diretta da Massimo D'Alema e Giuliano Amato. Il pezzo mi era sfuggito, e me l'ha opportunamente segnalato Dario Boilini. Ci trovate gli spunti portati dallo stesso Ministro al G-7 di questi giorni, primo fra tutti la priorità del legal standard, ovvero della drastica limitazione delle zone franche cui si sono approdati i portafogli di trading con gli hedge fund e le partecipazioni di controllo con i fondi di private equity, facendo shopping tra paradisi fiscali e giurisdizioni compiacenti. Tremonti, prima di entrare in politica, ha seguito questi sviluppi da professore e avvocato tributarista. Ha quindi visto le cose come andavano, e non come venivano ingenuamente dipinte dai retori dei mercati finanziari completi (per lo più economisti persi per la matematica e indifferenti alla storia).

Veronesi e Zingales sui costi nascosti del piano Geithner



Il maxi-piano di salvataggio del sistema finanziario americano messo in campo dall'amministrazione Obama prevede lo sgombero dei toxic assets dai bilanci bancari verso fondi di investimento co-finanziati dal Tesoro e dai privati. In prima pagina del Sole 24 ore di oggi Pietro Veronesi e Luigi Zingales, professori di finanza a Chicago, si chiedono come farà il segretario al Tesoro Geithner ad attrarre gli investitori privati. Costoro potrebbero già oggi farsi avanti e offrire un prezzo di realizzo. Il problema è che quel prezzo le banche metterebbero a libro perdite da farle schiantare. Per indurre gli investitori a pagare prezzi non troppo inferiori agli attuali valori di libro, Geithner probabilmente riproporrà schemi simili a quelli da lui stesso ispirati (da Direttore della Fed di New York) per puntellare Citigroup (ne parlavo qui). In sostanza, i fondi sarebbero strutturati come delle cartolarizzazioni, nelle quali gli attori pubblici (il Tesoro, la Federal Deposit Insurance Corporation e la Fed) si assumerebbero tranche di rischio mezzanine e senior, ovvero il rischio di perdite superiori a livelli soglia. L'impegno sarebbe in denaro (per la parte mezzanine) e di firma (per la parte senior). L'uscita immediata sarebbe quindi contenuta: nel caso della garanzia su crediti immobiliari data a Citigroup il Tesoro ha allocato $5md di fondi TARP per garantire un pool di $306md di crediti immobiliari. Veronesi e Zingales dimostrano che il costo per il contribuente è molto più alto dell'uscita cash, essendo pari al fair value di un senior CDS sul pool trasferito (lo stesso tipo di assicurazione anti-catastrofe che ha portato AIG al fallimento). Come gli stessi autori evidenziano in un paper di novembre 2008, dal titolo evocativo Paulson's Gift, aiuti del genere trasferiscono ricchezza dal contribuente ai detentori di passività non garantite delle banche (gli azionisti chiudono in pareggio). Data la macchinosità delle strutture e la difficoltà di valutarne gi effetti, si rischia una distruzione netta di valore, cioè lo Stato spende più di quanto recuperano gli obbligazionisti delle banche.

sabato 14 febbraio 2009

Contro la crisi anche la Regione Toscana punta &#8364;48mn sui fondi di garanzia



Cito da una news ASCA
(ASCA) - Firenze, 9 feb - Dal prossimo 12 febbraio le imprese toscane che hanno bisogno di ottenere crediti dalle banche potranno contare sulle garanzie fornite dalla Regione Toscana. E' stato infatti definito l'intervento annunciato nelle scorse settimane per fronteggiare il rischio di 'credit crunch' e che prevede la costituzione di un fondo da 48 milioni di euro che la Regione mette a disposizione della propria finanziaria 'Fidi Toscana' e che servira' a garantire almeno 480 milioni di euro di finanziamenti. Assieme alle garanzie, gratuite, la Regione, ha spiegato il presidente Claudio Martini, e' riuscita a contenere dalle banche anche tassi convenienti. Sul suo rispetto vigilera' un osservatorio regionale. L'accordo e' stato finora firmato da 22 istituti che hanno sportelli in Toscana, oltre alla Federazione delle Banche di credito cooperativo che ricomprende a sua volta circa altre quaranta banche.
Ad una prima lettura, avevo inteso che le garanzie fossero queste di qui parla questa sezione del sito di Fiditoscana: mi pareva che la finanziaria regionale fosse semplice soggetto gestore di un fondo sotto la linea; in tal caso l'intervento non sarebbe Basel-compliant, ma in compenso la Regione (e FidiToscana) limiterebbero la loro perdita massima. Poi ho letto il commento del dott. Geroni della regione Toscana che rettifica la mia affermazione dicendo che si tratta di garanzie di cui FidiToscana risponde col suo patrimonio, e quindi Basel compliant essendo la finanziaria un intermediario 107. Ho trovato sul sito della Regione questo comunicato. Si parla di assegnazione di fondi pubblici a "Fidi" in diverse tranche, alcune alimentate da fondi europei. Cercherò di assumere informazioni più precise.

venerdì 13 febbraio 2009

Aleablog a riposo, ma commenti gagliardi sull'efficacia delle garanzie confidi con la crisi



Sono fuori città fino a domenica per un impegno, e ho poco tempo per postare, ma il dibattito su aleablog ferve: andate a leggere, se non l'avete fatto, i commenti a questo recente blog sul Fondo regionale del Piemonte.

mercoledì 11 febbraio 2009

Geithner lancia il Financial Stability Plan da $1500+x miliardi



«La nostra strategia - ha detto oggi il Segretario al tesoro USA Geithner - costerà molti soldi per i contribuenti, comporterà diversi rischi». La seconda tranche dei 700 miliardi del Tarp (Trouble Asset Relief Plan) sarà collocata con criteri più severi. Ma è pronto al lancio un nuovo vettore balistico, il Financial Stability Plan, forte di una dote di almeno 1.500 miliardi di dollari destinati ad acquisto di asset tossici (tramite un fondo pubblico-privato con sussidi statali), ricapitalizzazione delle banche (previo rigoroso stress test) e finanziamenti ad imprese e cittadini, soprattutto attraverso la facilitazioni creditizie della Fed. Maggiori dettagli sul Sole 24 ore di oggi (vedi commento di Marco Onado in prima pagina)e dei prossimi giorni.

martedì 10 febbraio 2009

Fondo regionale di "riassicurazione" per le Pmi piemontesi



Da una news ASCA:
Grazie a una dotazione di 40 milioni di euro viene costituito un fondo di riassicurazione (10 milioni ad Artigiancassa per le imprese artigiane e 30 milioni a Finpiemonte per il resto delle pmo). L'attivazione avverra' nei prossimi giorni sulla base di un regolamento in fase di definizione con i confidi e con gli istituti bancari. ''La riassicurazione che verra' effettuata dalla Regione al sistema dei confidi, che a sua volta permettera' un innalzamento delle garanzie al sistema finanziario - ha dichiarato il vicepresidente e assessore all'Artigianato, Paolo Peveraro - consentira' alle piccole e medie imprese di poter accedere piu' agevolmente al credito a condizioni migliori e in tempi certi.[...]

lunedì 9 febbraio 2009

Sussidiarietà e Pmi: un rapporto della Fondazione per la sussidiarietà



Domani sarà presentato alla Camera dei Deputati il terzo rapporto della collana "Sussidiarietà e...", dedicato alle Piccole e medie imprese, a cura della Fondazione per la sussidiarietà (edizioni Mondadori Università). L'evento di presentazione, introdotto dal presidente della Fondazione Giorgio Vittadini, prevede una tavola rotonda con Gianni Alemanno, Massimo D'Alema, Enrico Letta e Maurizio Sacconi, e le conclusioni di Bernhard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere. E lo stesso Scholz firma le conclusioni del Rapporto,da cui riprendo un passaggio:
Il principio di sussidiarietà si basa di fatto sulla capacità e la volontà della persona di assumersi la responsabilità di affrontare in un modo costruttivo i problemi che la vita stessa pone, mettendosi insieme ove possibile o necessario con altri, lavorando insieme per raggiungere obiettivi comuni e condivisi.

Indagine sul credito Banca d'Italia - BCE: la stretta c'è, per tutti



Guardate in questo grafico l'andamento della percentuale netta delle banche che all'indagine sul credito della Banca d'Italia hanno dihciarato di aver irrigidito le condizioni di offerta del credito alle imprese:

Tremonti rilancia la fiscalità di distretto



Dal Sole 24 ore del 6 febbraio:
Con il decreto legge per riattivare i consumi, che ha varato gli incentivi per auto, moto, arredamento ed elettromestici, arriva anche la tassazione unificata opzionale per le imprese appartenenti a distretti produttivi ai fini dell'applicazione dell'Ires. Tra le misure contenute nell'articolo 3 del decreto su "distretti produttivi e reti di imprese", viene previsto che il reddito imponibile del distretto comprende quello delle imprese che vi appartengono e che hanno scelto la strada della tassazione unitaria. La determinazione dello stesso reddito unitario imponibile potrà avvenire preventivamente su base concordataria e in modo vincolante con l'Agenzia delle Entrate per almeno un triennio, mentre i criteri generali di quanto dovuto in base al concordato saranno determinati dagli Enti locali interessati. La ripartizione del carico tributario tra le varie imprese è rimessa al distretto. La misura non dovrà costare più di 10 milioni per quest'anno e oltre 50 milioni a partire dal 2010.
Il Governo rilancia una proposta della Finanziaria per il 2006 (ne avevamo parlato qui). Distretti, filiere e catene di fornitura vengono riconosciute come organizzazioni produttive (non solo) ma anche entità amministrative. Di conseguenza, si concedono i benefici della compensazione tra profitti e perdite tra imprese (come nel caso del consolidato fiscale di gruppo) e in più la possibilità di una tassazione concordata con le agenzie fiscali, che garantisca una stabilità del gettito (immagino). Il provvedimento ha un plafond di costo, come tutte le misure anti-crisi nate in Italy (nun ce sta nient'a fa'). Può avere effetti importanti, però, come primo passo verso una gestione consapevole della financial value chain delle filiere produttive. Si comincia dalla fiscalità (sempre in cima ai pensieri dei direttori amministrativi), ma da lì si può arrivare a circuiti di regolamento e finanziamento come quelli che immaginavo nel paper su iCash (che avete snobbato, cari visitatori, perchè?).

domenica 8 febbraio 2009

Contro i troppi debiti ci salverà un Giubileo



Dopo aver scoperto il sito di Niall Ferguson, lo storico scozzese che insegna ad Harvard, mi sto gustando alcune sue analisi ispirate come questa del 15 gennaio 2009, dal titolo The Age of Obligation. Commenta le vie d'uscita dalla crisi negli Stati Uniti, dove la guerra si combatte usando insieme l'armamento monetarista (lanci di moneta dall'elicottero della Fed) e keynesiano (spesa pubblica finanziata con la suddetta moneta, ma soprattutto con debito pubblico). Si rischia così di spostare il problema dell'eccesso di debito sullo Stato e da lì sulle generazioni future (che ripagheranno il debito) o su altri paesi (con svalutazioni competitive) o sul risparmio (con il default o l'inflazione). C'è una via più saggia: la suggerisce il Levitico (25), dove Dio comanda ai figli di Israele un giubileo ogni cinquant'anni. Un anno di pacificazione, nel quale i debitori hanno rimessi i loro debiti dai creditori, perché nessuno ha la proprietà esclusiva di pezzi di realtà, a tutti i beni sono donati. Il gioco della forza, dell'abilità e della fortuna distribuisce ricchezza in misura ineguale, ma ogni mezzo secolo ci si ferma a ricordare che cosa vale veramente, e si creano le condizioni affinché tutti ripartano.

Fmi: prospettive tetre per l'Italia



Dal Sole 24 ore di ieri riprendo il sunto dell'Outlook rilasciato dal Fondo Monetario Internazionale:
Le prospettive a breve termine per l'economia italiana restano comunque «tetre»: i «rischi al ribasso dominano l'outlook» e l'eventuale ripresa sarà «con tutta probabilità lenta e debole» anche a causa delle «rigidità del sistema, della mancanza di concorrenza, e del limitato spazio per una risposta fiscale». A pesare sarà anche l'eccessiva dipendenza dell'Italia dalle esportazioni. «L'Incertezza sulle prospettive è eccezionalmente elevata», aggiunge il Fmi, evidenziando la necessità di adottare «riforme di lungo termine per risolvere la principale sfida italiana: la mancanza cronica di crescita». Il Pil italiano si contrarrà sia nel 2009 sia nel 2010, anno in cui la crescita pur «risalendo modestamente rimarrà decisamente al di sotto del già basso potenziale». E questo anche perchè «l'Italia, rispetto ad altri paesi avanzati, è mal posizionata per lanciare un più aggressivo piano di stimoli fiscali» contro la crisi in atto.
Lo sapevamo già, ma hanno fatto bene a ribadirlo. Vediamo di smentirli, dipende da noi. Siamo un paese speciale, teniamo nascoste le cose, brutte e bellissime. La diagnosi del Fmi in astratto è corretta, le terapie ce le dobbiamo inventare noi.

venerdì 6 febbraio 2009

Jannacci su Eluana



Non è questo lo spazio per parlare di un fatto così delicato, forse. Dopo aver letto questa intervista a Enzo Jannacci (un artista che seguo da sempre) sul Corriere di oggi, non ho resistito a segnalarvela. Su cosa sia giusto fare rispetto alla vita di Eluana Englaro, chi debba deciderlo, sentiamo tanti discorsi astratti. Jannacci si mette davanti al fatto per quello che è, la sua umanità di fronte al dramma della vita di un'altra persona, e al dolore insostenibile del padre e dei familiari. Prende posizione, ma non in maniera ideologica. Da non credente, dice alla fine la stessa parola, la stessa domanda, che chiude la meditazione di Don Giussani sul sacrificio e sul dolore (il capitolo VIII di questo libro).

Italiani, attenti: Taleb ci vede male (forse)



Ad una cena al World Economic Forum di Davos (vedi pezzo sul New York Times), c'erano diversi tra i profeti della crisi, oggi trattati come saggi venerabili: Niall Ferguson, storico, autore del libro “The Ascent of Money: A Financial History of the World”; Nouriel Roubini, noto come Dr. Doom (lui stesso si presenta così); Nassim N. Taleb, autore del libro “The Black Swan: The Impact of the Highly Improbable”; Robert Engle, professore di econometria alla New York University e padre dei modelli GARCH, e Daniel Kahneman,psicologo e padre, tra le altre cose, della finanza comportamentale (e anche premio Nobel per l'economia!). Hanno offerto tutti previsioni cupe sull'economia globale. Nassim Taleb si è poi lasciato andare durante la cena sul fallimento di Lehman. ‘I Was Happy Lehman Went Bust’ pare abbia detto, aggiungendo che alla notizia era short sul titolo, e ci ha pure tratto profitto. Ha soggiunto “I hate traders” spiegando che il business dei derivati è tutto e soltanto nel trovare modi per approfittarsi dei clienti.

giovedì 5 febbraio 2009

Aggiornamento su operazioni Cosvig con garanzia diretta del fondo centrale Pmi



Da Commerfin, Silviano Di Pinto mi aggiorna su una convenzione recentemente stipulata tra Cosvig-Confesercenti e le BCC siciliane, che segue di un mese quella con il gruppo Intesa-San Paolo. In circa 14 mesi di attività nelle Regioni obiettivo 1 (Campania, Puglia, Calabria, Sicilia), Cosvig ha facilitato l'erogazione di 1.420 finanziamenti per complessivi €140mn, assistiti da garanzia diretta del Fondo centrale Pmi per l'80%. Sono cifre assolutamente cospicue. Auguro di osservare nei prossimi mesi un'incidenza virtuosamente contenuta di posizioni problematiche, sarebbe un'ottima dimostrazione che il filtro operato dalle procedure del Fondo centrale e dalla preselezione di Cosvig funzionano.

Obama limita a $500mila i compensi ai manager bancari mentre si cerca la bad bank ideale



Dal Sole 24 ore
Obama, che aveva definito «una vergogna» i compensi stellari degli alti dirigenti delle società di Wall Street, ha imposto un tetto massimo di 500mila dollari per i salari concessi dagli istituti che riceveranno fondi federali nell'ambito del piano di soccorso anticrisi.

mercoledì 4 febbraio 2009

Franco Bruni: chi trova un amico (locale) perde un tesoro (globale)



Ringrazio Sapio per la puntuale segnalazione di un intervento dell'economista Franco Bruni su La Stampa, "Il ritorno della società degli amici". Nel pezzo si osserva la deriva in atto verso un'economia di relazione, di respiro locale e incline alla domanda di protezione e ai reciproci scambi di favori con la politica. Bruni è preoccupato della crisi di rigetto verso la globalizzazione e l'apertura dei sistemi economici alla concorrenza, verso un sistema di incentivi dove (cito) "il successo dipende .. dalla capacità di produrre in modo innovativo, proponendo a 'tutti' scambi istantaneamente convenienti e continuamente sottoposti alla concorrenza di possibili alternative proposte da altri". Ecco il suo giudizio sulle reazioni agli impatti finanziari della crisi:
La crisi suscita un’economia di relazione anche perché è cominciata e radicata nei mercati finanziari. Infatti la finanza ha fallito proprio nella sua configurazione anonima e globale. Hanno deluso i contratti finanziari scritti, diffusi, prezzati con i computer, con formule e schermi accessibili contemporaneamente da Hong Kong e Reykjavik. Ha deluso e spaventato l’astrattezza e la virtualità di titoli, apolidi e sofisticati al punto che è difficile capire i rapporti di produzione e scambio sottostanti e «sentirne l’odore». La crisi ha dunque rivalutato quella che gli economisti chiamano proprio «finanza di relazione», il credito bancario fornito in forme semplici a imprenditori conosciuti, la gestione del risparmio con prodotti standardizzati, scelti «allo sportello» fra interlocutori che si conoscono e vogliono mantenersi in relazione. È vero che ci sono anche le relazioni truffate di Madoff: ma sono stranezze per milionari cosmopoliti: un’irrilevante eccezione.
Bruni scrive del "Paradiso perduto", ovvero della finanza globale degli ultimi anni, che "non è stata adeguatamente governata". Una finanza anonima e globale, ma innovativa e stimolatrice dell'investimento efficiente, con qualche mela bacata che però è un'eccezione.

Mr Draghi risponde al Wall Street Journal



Mr. Draghi: In the future, there is going to be an unavoidable move toward standardization....With standardization, regardless of whether you have regulation, you will have a powerful push toward transparency, because people would understand and price products with full knowledge of them. It is also of primary importance that we create a centralized clearing and settlement process.
Per leggere altre cose interessanti sui mercati finanziari nel dopo-crisi potete scaricare la bella intervista al nostro Governatore pubblicata il 2 febbraio sul Wall Street Journal (dal sito della Banca d'Italia, e ci trovate anche la traduzione italiana).

martedì 3 febbraio 2009

Da Basilea rapporto su flussi di capitale e crisi finanziarie nei paesi emergenti



La crisi ci costringe ad allargare la visuale per capire le origini e le ripercussioni dei problemi che ci toccano da vicino. In questo spirito, vi segnalo il CGFS report on capital flows and emerging market economies del Committee on the Global Financial System, uno dei comitati promossi dai paesi del G-10 presso la Banca dei regolamenti internazionali (come il più anoi noto Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria).

La Regione Marche vara un fondo di garanzia di 2° grado per il riassetto finanziario delle Pmi



Come riferisce il Resto del Carlino, la Regione Marche vara un Fondo di garanzia di secondo livello, co-finanziato dalle Province e dalle Camere di commercio della regione, per €10,55mn. Cito dall'articolo le finalità del programma:
Due i canali di sostegno previsti: garanzie di secondo livello a breve e medio termine per il consolidamento delle passività e garanzie per progetti di ristrutturazione e riconversione aziendale di PMI marchigiane in particolari difficoltà.

Prima uscita sulla stampa del progetto ConfidiPAT



Il Corriere del Trentino (inserto del Corriere) di oggi riporta un articolo sul nostro progetto ConfidiPAT. E' la prima notizia pubblica dell'iniziativa. Si intervistano il presidente della Cooperativa artigiana Bertolini e il direttore di Cooperfidi Grassi. Li ringrazio per aver ricordato il contributo dell'Università al progetto.

lunedì 2 febbraio 2009

Il risiko confidi: anche il Corriere ne parla



Sul Corriere Economia di oggi c'è un articolo (Sapio, grazie per la segnalazione) che farà discutere, a cominciare dal titolo: Confidi, mille presidenti vanno a casa. Del settore parla con l'articolista il dott. Alessandro Carpinella, director di KPMG e da me incontrato più di un anno fa nella sua qualità di coordinatore del progetto di riposizionamento per Fedart. Si elencano alcuni progetti di fusione conclusi o in corso e si parla dei fattori che spingono verso le aggregazioni("Dovranno diventare una quarantina" commenta il pre-titolo). A giudicare dal titolo le fusioni faranno più selezione di una tappa dolomitica, tanto da mandare a casa più presidenti di quanti sono i confidi (una sorta di fissione nucleare). Per la stima che ho del dott. Carpinella, ho seri dubbi che abbia detto questa frase che gli viene attribuita (cito):
La riforma prevede infatti che i nuovi consorzi che rispetteranno l'articolo 107 del Tub, potranno ottenere dalla banca una ponderazione del credito a leva bloccata nel rapporto di 1 a 20. Ovvero a fronte di 1 euro di garanzie ottenere 20 euro di credito. Chi si limiterà a osservare i dettami dell'articolo 106 del Tub avrà dalla banca credito, ma senza effetto leva: a 1 euro di garanzie corrisponderà 1 euro di credito erogato. La differenza non è di poco conto, specie in un momento di crisi.
Garanzie, patrimonio, fondi monetari, di notte tutti i gatti sono grigi. Ed anche il concetto di leva bloccata 1 a 20 costringe ad un non comune sforzo ermeneutico.

domenica 1 febbraio 2009

L'ultima mia pensata: in un paper la proposta del circuito iCash


Dopo l'idea del Business Point, in un week-end di lavoro concitato ho abbozzato una proposta anti-crisi eterodossa, che sottopongo alla vostra cortesia. Cito dal riassunto:
Le misure anti-crisi decise dai governi puntano a sostenere il finanziamento esterno delle imprese, e in particolare a contrastare il razionamento del credito. I primi destinatari e i veicoli di queste misure sono le banche. Questa proposta, invece, fa leva sulle imprese e sulle loro fonti interne di finanziamento, e mira a rafforzarne congiuntamente la liquidità e la capitalizzazione. Lo strumento pensato per questo scopo è il circuito iCash, fondato su due pilastri: (a) il conto iCash, una forma di impiego sicuro e redditizio della liquidità aziendale e (b) la piattaforma iCredit per la gestione dei crediti di fornitura e dei regolamenti tra imprese e pubblica amministrazione. La proposta si rivolge principalmente alle piccole e medie imprese a controllo familiare che formano l'ossatura del nostro sistema produttivo.
Trovate qui il paper su iCash da scaricare.