La crisi ha costretto il Comitato di Basilea (e prima ancora il G-20 e il Financial Stability Board) a ripensare il framework sul capitale. Sul tappeto ci sono cinque punti critici: requisiti di liquidità, coefficiente di leva non ponderato per il rischio, composizione e qualità del patrimonio, il trattamento delle banche "troppo grandi per fallire" e, ultimo ma non per importanza, le riserve di capitale anti-cicliche.
E' sul quinto punto che si fatica a trovare un accordo. Dalle indiscrezioni raccolte da risk.net, ci sono divergenze tra i membri del Comitato, che provengono da due mondi collegati, ma distinti: quello del central banking, e quello della regolamentazione e vigilanza bancaria. I primi, che vantano eccellenti competenze econometriche, confidano di poter trovare un indice macroeconomico che segnali i periodi di vacche grasse, nei quali chiedere alle banche di accantonare riserve per i tempi grami. I secondi, che raccolgono i cocci dei bei modelli che si rompono, e degli intermediari che si schiantano seguendoli, non si fidano. Questo almeno è l'aneddoto riferito.
Qualunque sia l'indice del ciclo, temo che passerà del tempo prima che segnali il momento di mettere fieno in cascina. E probabilmente la discussione sui buffer non è tanto di metodo, quanto di rilevanza pratica in un contesto dove ci sono già troppi problemi incombenti da tamponare.
Luca
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