Sul sito Banca d'Italia trovate la relazione presentata ieri da Corrado Baldinelli (non servono presentazioni) al Convegno per i 40 anni di Federconfidi. S'intitola: L'impatto della crisi economica: quale scenario per i confidi.
Sono otto pagine molto dense. Consiglio di leggerle con attenzione.
Ecco i punti sollevati da Baldinelli:
- rischiosità - la crisi che ha investito le Pmi ha fatto crescere pesantemente le esposizioni deteriorate; Banca d'Italia ha riscontrato nell'istruttoria criteri non adeguatamente discriminanti rispetto al rischio e, nel monitoraggio, la dipendenza dalle informazioni trasmesse dalle banche; ha sollecitato l'uso delle informazioni Centrale rischi e ha ribadito l'invito alle banche a migliorare la qualità e la tempestività del flusso informativo verso i confidi;
- adeguatezza patrimoniale - sul punto si ricordano gli interventi normativi fatti per trovare nuove fonti di capitale (Salva Italia e soci non Pmi, Sviluppo bis e reiterazione del passaggio a riserve dei fondi pubblici), e il ruolo critico assunto dal Fondo centrale (che oltre a ridurre l'impegno di capitale di confidi e banche sopperisce alla perduta efficacia delle garanzie personali dei 107 per i downgrading dell'Italia); si invita a una razionalizzazione degli interventi di sostegno pubblico;
- rapporto con le associazioni di categoria - tema delicato; il suddetto rapporto è fonte di benefici potenziali, ma ... (cito) "Dall’altro, però, possono emergere condizionamenti impropri che rischiano di piegare l’autonomia del Confidi a volontà esterne, riconducibili al criterio dell’appartenenza. Ne possono risultare condizionate le decisioni in materia di strategie e presenza territoriale, le scelte allocative, la politica degli investimenti immobiliari, quella del personale."
- assetti di governo - i confidi devono imporsi "un approccio imprenditoriale alla sana gestione del rischio". Le strutture dominate da un "uomo chiave" (direttore o presidente CdA) rischiano di non avere i contrappesi a possibile scelte azzardate o personalistiche;
- equilibrio economico - le commissioni di garanzia dovrebbero essere la principale fonte di ricavi; i costi di struttura devono essere razionalizzati, eliminando quelli impropri; l'efficienza è un dovere perché il confidi intermedia la distribuzione di aiuti pubblici e non deve consumarne una parte eccessiva; si accenna al ruolo dei confidi di secondo livello che va chiarito per non introdurre costi di doppia intermediazione e vaghe responsabilità di valutazione del rischio;
- organismo confidi minori (e soglia per iscrizione all'albo dei "maggiori") - qui Baldinelli non fa annunci clamorosi, ma riepiloga i passaggi normativi che sono stati completati col recente secondo correttivo al Dl 141/2010; per gli attuali 106 il passaggio all'elenco dei "minori" non sarà un mero passaggio notarile, ma sarà subordinato al rispetto dei requisiti patrimoniali, reputazionali e organizzativo che l'Organismo è chiamato a far rispettare (i confidi borderline sono avvertiti); per quanto riguarda la soglia, c'è ora la possibilità di innalzarla; per favorire il rafforzamento del sistema le aggregazioni possono essere utili (però tutelando la concorrenza e i rapporti con le imprese); per convincere i "minori" a emanciparsi e passare tra i "maggiori", si può far leva sui criteri di assegnazione dei fondi pubblici, che potrebbero essere motivatamente riservati ai "maggiori".
4 commenti:
Coraggio o no, un Confidi 107 vigiliato ed approvato non può reggersi in piedi con le commissioni. E allora?
Torniamo sull'argomento. I 106 dovrebbero diventare 107, magari con soglia aumentata, per amministrare fondi pubblici. Per contro dovrebbero accollarsi le ingenti spese di funzionamento di cui sopra. Al momento (downgrading Italia)le garanzie di banche e confidi non mitigano il rischio della banca erogante. Quindi risultato dello sforzo eguale a zero. Ma allora è sensato diventare 107? Non converrebbe sospendere tutto per due anni e lasciare solo i 106 nuova versione?
Dalla visuale (sicuramente ridotta) di un fornitore, effettivamente, tranne poche eccezioni, sembra davvero che il gioco non valga la candela.. Oggi come oggi sicuramente e' poco sensato per rispondere a Sapio. Ma da un punto di vista di stabilita' economica (a cui certamente guarda BI), va da sè che sia sensato promuovere il passaggio. Quello che invece non capisco e' perche' la BI non si sbriga a vigilare tutti. Se l'obiettivo e' la stabilita' e il controllo di che fine fanno i contributi pubblici, la strada maestra e' la vigilanza. Magari ridotta per i minori, ma pur sempre vigilanza. A proposito di cosa sia sensato, attendere in eterno il fantomatico OCM è sensato...?!
Intervento ineccepibile di Baldinelli. Forse dovrebbe cambiare anche la governance dei cda dei Confidi ... forse.
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