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mercoledì 2 aprile 2014

Barbagallo (Banca d'Italia): per la review BCE, con l'avvalimento prendiamo braccia, ma guidiamo noi e facciamo il grosso del lavoro

Ho letto con simpatia l'audizione di Carmelo Barbagallo (Capo del Dipartimento di Vigilanza Bancaria e Finanziaria della Banca d'Italia) sulla Conversione in legge del decreto-legge n. 25 del 14 marzo 2014 (disposizioni urgenti per l'avvalimento dei soggetti terzi per l'esercizio dell'attività di vigilanza della Banca d'Italia). Detto in soldoni, la nostra Vigilanza si farà aiutare da squadre di project manager, auditor e periti immobiliari per completare nei tempi previsti la comprehensive assessment sul maggiori gruppi bancari operanti in Italia. L'aiuto esterno costerà (si stima) tra 20 e 30 milioni. Alcuni si sono preoccupati dell'avvalimento (parola che dà i brividi!).


A parte il costo extra (a carico del conto economico della Banca d'Italia), si teme che la Banca d'Italia perda il controllo della maxi-verifica ispettiva, e che questa sia svolta con minor indipendenza. In effetti potrebbe presso la banca tornare come "avvalitario" lo stesso consulente che sei mesi prima ha fatto un progetto sul credit risk management. Altri hanno sospettato che sia la BCE a non fidarsi dello staff interno delle autorità di vigilanza nazionali, e abbia quindi preteso di mettere soggetti terzi. C'è inoltre il problema della divulgazione di informazioni soggette a segreto statistico o a vincoli di riservatezza.
Barbagallo ha fugato tutti i timori. Il ricorso a consulenti esterni è un fatto eccezionale, serve soltanto per superare il picco di impegno prodotto dall'assessment e in particolare dall'Asset Quality Review. Ecco i termini del coinvolgimento di esterni (mio il grassetto)
Per i servizi di consulenza in materia di project management, quality assurance e supporto all’esecuzione del comprehensive assessment la Banca d’Italia si avvale dei servizi resi dalla società Oliver Wyman S.r.l.; la scelta si è rivelata obbligata, avendo la BCE selezionato tale operatore per la conduzione dell’esercizio a livello accentrato. Oliver Wyman S.r.l. è stato inoltre da noi selezionato per la prima macro fase dell’AQR; nel proseguimento dell’AQR è previsto l’impiego di revisori contabili e di esperti di valutazione di cespiti immobiliari, questi ultimi necessari per verificare la correttezza delle stime effettuate dalle banche sugli immobili concessi in garanzia dalla clientela.
La quantità di risorse esterne da coinvolgere è stata determinata sulla base di un’accurata pianificazione delle attività richieste e dei carichi di lavoro che ne derivano. Il rilevante impiego di risorse interne alla Banca d’Italia ha consentito di contenere il ricorso a terze parti, rispetto ad altre realtà europee. Per quanto specificamente attiene alla fase dell’AQR, l’apporto dei revisori esterni è di circa un terzo (n° 65 professionisti) delle risorse impiegate dalla Banca d’Italia (n° 180 circa); per l’intero progetto, il numero di dipendenti della Banca d’Italia complessivamente mobilitati si ragguaglia a oltre 250; il numero complessivo delle terze parti non è al momento quantificabile, in quanto dipenderà dal numero di esperti immobiliari necessari per la redazione delle perizie (ad oggi previste in circa 18.000).
Pertanto, i consulenti si occuperanno del livello alto di project management (in collegamento con la BCE) e del livello operativo dei riscontri nel sistema informativo e della valutazioni immobiliari. Saranno scrupolosamente sparigliati i consulenti, per cui la Banca X non rivedrà col cappello della BCE l'auditor che le certifica il bilancio (o il perito che le ha venduto il database di valutazioni immobiliari).
Con l'Occasione il capo della Vigilanza ha tenuto a ricordare che l'Italia, a differenza di altri paesi dell'Eurozona, fa supervisione in maniera autonoma dal mercato, incisiva e pervasiva, come le è riconosciuto dai colleghi europei e dal Fondo Monetario Internazionale. Altrove, il rischio di catoblepismo tra intermediari, grandi consulenti, lobbisti e regolatori è molto più alto.
C'è chi lamenta da noi il catoblepismo di provincia tra politica, fondazioni, banche, grandi imprese, ma penso che sia un problema in via di "soluzione" perché i capitali da mettere o lasciare nelle banche sono scarsi, o finiti, e ce li stanno rabboccando i catoblepisti della metropoli.

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