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venerdì 26 ottobre 2007

Banca Impresa Lazio: varata l'operazione inaugurale



Finalmente! Oggi è stata presentata la prima operazione di Banca Impresa Lazio. L'operazione inaugurale sarà condotta con Banca di Roma, e riguarda l'erogazione di mutui chirografari alle PMI del Lazio per un ammontare complessivo di 200 Milioni di Euro. Sul portafoglio così creato BIL concederà una garanzia sul rischio di first loss mediante un junior credit default swap, a sua volta supportato da fondi di garanzia regionali. Qui trovate il comunicato stampa.
Banca Impresa Lazio è la banca di garanzia regionale promossa dall'Agenzia di sviluppo della Regione Lazio, Banca di Roma - Unicredit, Intesa - San Paolo, BNL e BCC di Roma. Abbiamo parlato di BIL in diverse occasioni (il primo blog è del febbraio 2005), dato che ero nel team di consulenti che ha elaborato il programma di attività. La banca aveva l'autorizzazione dell'Organo di Vigilanza già nel novembre 2005, c'è voluto qualche mese per avviare la macchina operativa, ottenere conferma del mandato della regione Lazio, progettare la prima campagna di erogazione. Quanti problemi inediti da affrontare! Sistema informativo, trattamenti contabili e di vigilanza, limiti agli aiuti di Stato, impianto contrattuale, e l'elenco potrebbe continuare. BIL persegue un modello aperto alla collaborazione non soltanto con le banche socie, ma anche con i confidi e le associazioni di categoria. I confidi laziali convenzionati sono punti di raccolta delle domande di credito e garanzia da indirizzare a BIL, e in prospettiva potrebbero co-garantire il rischio di first loss con fondi propri, realizzando così una leva rispetto ai fondi pubblici amministrati da BIL.
Un esperimento coraggioso, quello di BIL, ancora più interessante ora che entra nella fase operativa. Continueremo a seguirne gli sviluppi.

Luca

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5 commenti:

Jacopo Geroni ha detto...

Salve,
sarebbe interessante capire le condizioni di tasso dei prestiti alle PMI, la struttura del CDS e il legame con i fondi di garanzia regionali.
Così si potrebbe individuare e quantificare l'efficacia dell'intervento regionale rispetto ad altre forme (p.e. garanzia diretta).

Luca ha detto...

Probabilmente i dettagli dell'operazione (in particolare i costi per le PMI aderenti in base alla classe di rating o ad altri profili) saranno divulgati durante il suo svolgimento. Nel modello BIL, la banca originator paga una commissione sul junior CDS. Per apprezzare l'economicità del sistema, bisogna aspettare che l'operatività vada a regime: la prima operazione è naturalmente interessata da maggiori costi di impianto.

sapio ha detto...

Luca, secondo te una banca di garanzia può rilascire un CDS (garanzia personale) a copertura di un portafoglio ma non avendo come obiettivo il raggiungimento di un equilibrio fra flusso commissionale in ingresso e flusso in uscita per sinistri pagati, ma avendo come obiettivo quello di diminuire il costo del debito per il prenditore ? Ovviamente questo è un obiettivo politico.
Io ritengo che questo possa essre fatto ma a valere su un fondo a perdere provvisto da un ente [regione] e posto a presidio della perdita attesa ed inattesa (Kirb della supervisory formula), quindi tranched. E non ci sarebbe bisogno di essere banca per rilasciare tale tipo di garanzia! I confidi non vigilati dovrebbero lavorare così, anche se poi c'è da domandarsi chi paga. Il discorso è lungo.

Luca ha detto...

Perché la Regione ha promosso la creazione di BIL anziché dare direttamente i fondi di garanzia in gestione a una o più banche erogatrici? Penso che abbia inteso, come fine prioritario, sviluppare un proprio centro di competenza e avere maggiore controllo sulla strutturazione, sui tassi alle imprese e sulla qualità dei portafogli oggetto delle garanzie. Si tratta di un modello di impresa "mission oriented" non "profit oriented", che persegue un obiettivo di ROE adeguato a sostenere patrimonialmente lo sviluppo delle attività. Una banca ha dei costi di struttura, certamente. Non sono poi così alti per una banca specializzata come BIL, tanto in assoluto quanto rispetto ai costi upfront delle transazioni (legali, arranger, rating), che sono pesanti quando si sperimenta una forma tecnica per la prima volta. Per quanto riguarda l'efficienza rispetto a Basilea degli interventi pubblici, anch'io penso che la tranched cover con supervisory formula sia interessante, perché consente di evitare i suddetti costi di transazione. Penso però che l'attribuzione diretta di fondi pubblici a singole banche richieda dei meccanismi di gara che sono da inventare. Un'interlocuzione diretta tra banche ed ente territoriale su una materia così tecnica vedrebbe poi la banca in posizione dominante. Insomma, ci sono tante possibili strade, il buon fine dipende anche da chi le percorre.

simone esposito ha detto...

possibile l'ingresso del privaty equity nella pubblica amministrazione ? se possibile le conseguenze...?...alliance healthcare è un problema...? o una risorsa...?...help me