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venerdì 20 giugno 2008

Finanziarie 106 in versione vulture fund



Ieri sera i giovani commercialisti trentini con cui avevo collaborato per un corso sulle procedure concorsuali mi hanno invitato a cena al Chiesa, storico ristorante di Trento. Abbiamo passato una serata cordialissima, gustando un ottimo menu a base di pesce. Il nuovo chef Peter Brunel ha dato una linea più internazionale alla cucina. Ieri ne abbiamo apprezzato il lato mediterraneo, con preparazioni leggere e ricche di sapori e aromi da scoprire.
Con me era invitato anche Danilo Galletti, collega di diritto commerciale ed ex magistrato presso la sezione fallimentare di Monza. E' un tipo vulcanico, preparatissimo e molto sveglio (dote necessaria nella sua attività professionale, dato che le procedure concorsuali non sono un ritrovo di teneri virgulti). Chiacchierando, ho appreso da lui che nei fallimenti di un certo peso intervengono spesso intermediari iscritti all'elenco ex art. 106 TUB con offerte di acquisto dei crediti o degli attivi della società in crisi. Dietro questi soggetti ci sono gruppi non solo italiani. Con poca spesa (i 106, lo sappiamo, hanno un regime di vigilanza leggero leggero) un distressed debt investor entra così nelle procedure concorsuali avvalendosi di tutele non dissimili da quelle delle banche.
Negli USA, gli investitori specializzati in debito defaulted hanno cambiato le regole del gioco nella gestione delle crisi, sbloccando in molti casi la situazione di monopolio bilaterale tra debitore in crisi e creditori, e tra l'altro hanno sopperito al disimpegno delle banche dalla gestione del contenzioso. Questa forma di investimento alternativo è arrivata anche da noi. La logica di business è quella di rilevare attivi, o crediti che danno accesso alla proprietà della società fallita, ad un prezzo inferiore al valore finanziario. Non è una forma di filantropia, ovviamente.
Secondo me (lo accennavo qui) i futuri confidi 107 dovrebbero fare un pensiero a questa forma di operatività, dove porterebbero un approccio mission oriented orientato verso soluzioni più eque e lineari alle crisi. Non è facile, perché si tratta di situazioni ingarbugliate dove il debitore, pur onesto, lotta per sopravvivere, oppure, meno onesto, si muove con disinvoltura negli spazi di elusione delle pretese dei creditori che le procedure gli consentono. Però è affascinante la sfida di farsi avanti per rendere meno brutte queste situazioni.
Un paese va in disfacimento quando si rassegna ad abbandonare a se stessi i problemi, e le persone concrete. Un popolo che accetta di rischiare per il soldato Ryan produce gli anticorpi contro l'irresponsabiltà che conduce al disastro.

Luca

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