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domenica 30 gennaio 2011

Il ritorno del Business point

Un gruppo di studenti del laboratorio di pianificazione finanziaria deve trattare il caso della prima azienda seguita dal Business point, lo sportello anti-crisi che ho ideato due anni fa. Per sistemare i dati per il preconsuntivo e il budget di cassa, sono andato a trovare stamattina Diego, il titolare. Il 3 gennaio, con due studentesse, l'avevamo aiutato a fare l'inventario, come documenta questo video:




L'azienda, dopo un intervento di riassetto finanziario nel maggio 2009, naviga benino. Stamattina ho ricordato a Diego quanto sia importante continuare il lavoro che due anni fa ha convinto una banca e un confidi a dare fiducia al progetto aziendale. Capisco il suo impulso a muoversi in autonomia, ma c'è bisogno che l'azienda riduca progressivamente i debiti bancari, e per farlo occorre volerlo. Le uscite hanno il brutto difetto di accumularsi e, a volte,  di saltar fuori all'improvviso. Non è facile diventare un consulente ascoltato, è un rapporto molto personale. Farò del mio meglio.
Vi sarete stufati di sentire i miei lamenti sul tempo perso a mettere insieme i dati gestionali e bancari di una micro-impresa. Anche oggi è stata una bella faticata, ma ho fatto dei progressi. Con un paio di settimane di lavoro dovremmo farcela a portare sotto controllo il ciclo acquisti - produzione - magazzino - vendite, pescando i dati dal gestionale in uso nell'impresa (oggi sottoutilizzato). Il prossimo passo sarà integrarsi meglio con la contabilità generale gestita dal CAF dell'associazione artigiani, che ci sta dando una grossa mano per il Laboratorio.
E' proprio vero: le imprese, anche le più piccole, spendono cifre importanti per rispondere a svariati adempimenti informativi (fisco, lavoro, contabilità, qualità e igiene alimentare, ecc.). Quello che rimane all'imprenditore per gestire meglio l'azienda è però parziale, arriva tardi e non si è in grado in interpretarlo. Basterebbe mettersi d'accordo, come in un cinema dove per vedere meglio, uno alla volta, tutti gli spettatori si sollevano sullo schienale, si alzano in piedi, salgono sulla poltrona, si mettono a saltare, e alla fine vedono peggio di quando erano seduti, e sprecano molte più energie. Allora, meglio tutti di nuovo seduti! Fuor di metafora: meglio aliquote più basse, regole più semplici, avvicinamento tra reale e dichiarato. Ma sono tempi troppo contrastati per innescare il big bang normativo che ci vorrebbe.
Continuo a chiedermi se è giusto andare in un'azienda a contare i barattoli anziché scrivere un articolo da mandare al Journal of finance. Per la maggior parte dei miei colleghi sono uscito dal seminato accademico. Io insisto: se non avessi l'insegnamento, e un impegno su bisogni concreti come questo del laboratorio, mi sentirei alla deriva in questi tempi di sconcerto e sfiducia. Sono certo di stare sul punto più solido di coscienza personale e di rapporto con le persone, dal quale si può costruire, comunque vada. Stampa questo post

4 commenti:

Claudio ha detto...

In Bocca al lupo. Devo rendere atto al Prof. Luca Erzegovesi di aver inculcato in me l'idea che bisogna rischiare. Sono un ragazzo della Sardegna e mi sono laureato da un anno presso la facoltà di Economia di Trento, dove ho sostenuto due esami con il Prof. Erzegovesi. Se Oggi sono socio amministratore di una srl lo devo anche all'entusiasmo che lui ha saputo trasmettermi.
Per il business point sono convinto che l'importante in questo periodo non sia "fare" (termine peraltro troppo inflazionato in questo periodo) quanto piuttosto "stare".... Infatti credo fermamente che il rapporto con le persone sia un asset strategico per far ripartire le PMI. Al mondo universitario chiedo che dovrebbe tra il "dire" ed il "fare" dovrebbe mettere al centro lo "stare". Avanti su questa strada, in un periodo in cui solo l'andare contro corrente ci salverà da una deriva già scritta.

Un saluto con stima al Prof. ed ai membri del BP.

Claudio Ollanu

Anonimo ha detto...

Grazie, Claudio. In bocca al lupo per i tuoi progetti di oggi e di domani. Ci aspettiamo grandi cose.

Sapio ha detto...

Luca, contare i barattoli è propedeutico a scrivere articoli sensati per i giornali finanziari. Continua così

Carlo ha detto...

Condivido fortemente il post di Sapio