aleablog

mercoledì 3 agosto 2011

Detassazione del ritorno sul capitale: se ne torna a parlare

Tra le misure che il Governo potrebbe aggiungere o far seguira alla manovra ci sarebbe una riproposizione della Dual Income Tax, ovvero una fiscalità di favore sugli utili aziendali commisurata alla dotazione o agli apporti nuovi di capitale netto. Ne accenna questo articolo del Sole 24 ore, che arriva ad ipotizzare una deduzione dal reddito d'impresa imponibile di un'equa remunerazione figurativa del capitale netto, trattata come gli interessi sul debito.
Sono congetture, per ora, ma esponenti della maggioranza. Massimo Corsaro, deputato PdL, in questa intervista auspica che si faccia qualcosa per far entrare in azienda una parte cospicua (almeno un terzo) dei 105 miliardi di euro rimpatriati con lo Scudo fiscale, perché ad oggi soltanto 5 miliardi sarebbero andati a ricapitalizzare le imprese di proprietà degli "scudieri".
Sono d'accordo che nella strategia di attacco/difesa della nostra economia è vitale convogliare risparmio finanziario verso le imprese. Si tratta di trovare il modo efficace, lineare, non velleitario ed equo di farlo. Stampa questo post

3 commenti:

Gigi ha detto...

Considerato che per chi li aveva i 105 mld all'estero erano tutto sommato un surplus e considerata la straordinarietà del momento si potrebbero semplicemente sequestrare così come sono. Per lo sviluppo si girano 5 mld per i confidi e i restanti 100 a deconto del debito pubblico. E saluti.

Anonimo ha detto...

Beh, Gigi, potremmo metterci sopra qualche decina di miliardi della 'ndrangheta. Ma, come diceva Machiavelli, un potente si può rassegnare quando gli ammazzano un congiunto, ma non quando gli portano via i soldi perché ci tiene di più e, soprattutto, perché può sperare di riprenderseli con avvocati, giornali, kalashnikov, o peggio, e fa di tutto.

Gigi (moderatamente giacobino) ha detto...

Machiavelli, da acuto osservatore del suo tempo, ci ha dato una visione disincantata delle logiche di potere. I nostri potenti hanno fatto del machiavellismo la loro deontologia professionale rendendo l'Italia una espressione geografica ancora governata da signori, duchi, marchesi e baroni, che ogni tanto guerreggiano (in campagna elettorale), ma generalmente se la spassano tra feste di corte e sollazzi vari.
Prima che la gente se li vada a prendere con i forconi (la storia insegna, prima o poi succederà se continua così), c'è solo da augurarsi per il loro bene, usando un'espressione del tempo, che la peste li colga. La loro fine sarà meno truce.