FedartFidi, l'associazione che dà voce a circa 300 confidi dell'artigianato e della piccola impresa, ha presentato a Roma il 21 settembre il progetto "Riposizionamento strategico dei confidi", sviluppato da KPMG. In rete è disponibile l'executive summary. Vi consiglio di scaricarlo e di leggerlo, perché tratteggia molto chiaramente il disegno di un'associazione che ha sempre svolto con ragionevolezza e competenza il suo triplice ruolo di rappresentanza, di orientamento strategico e di assistenza tecnica. Il coordinatore nazionale, Tino Vaccari, è un personaggio di grande esperienza, con una forte carica comunicativa (l'abbiamo avuto ospite a Trento in diverse occasioni). Nello staff tecnico di Fedart c'è Leonardo Nafissi (coinvolto anche nel "nostro" progetto Umbria) che conosce come pochi in Italia il settore dei confidi.
Non voglio qui bruciare in poche battute un giudizio sul progetto Fedart-KPMG. L'analisi di punti di forza/debolezza, opportunità/minacce, è obiettiva e del tutto condivisibile. La proposta di "riposizionamento" si impernia su un sistema a tre livelli: nazionale, regionale (confidi 107 "baricentrici") e locale (sportelli o confidi 106). Si insiste sul coinvolgimento del livello locale nella valutazione e nella condivisione del rischio.
Nella versione pubblicata, che è un riassunto di un documento programmatico, non sono esplicitati alcuni aspetti di natura tecnica che hanno a che fare con la compliance del sistema a Basilea 2 (la vexata quaestio delle controgaranzie, che nel modello sono il collante tra i due livelli della rete). Ci saranno occasioni per precisarli, e discuterne nel merito.
Luca
2 commenti:
Caro Prof.,
ho letto con grande interesse l' Executive Summary di FedartFidi.
Nella sua sinteticità, il documento ha il grande pregio di ragionare in termini di 'Sistema Confidi', presentando un progetto di ristrutturazione organizzativa nazionale.
Mi pare che questa sia la strada migliore per dare nuovo impulso al settore, sfruttando (o, meglio, facendo fruttare) in modo 'consapevole' le potenzialità del momento presente, che prepara l'ingresso di importanti riforme nel sistema bancario.
Dal mio osservatorio milanese, sono sempre più consapevole del fatto che la strategia del rinnovamento dei Confidi non può esaurirsi nella spinta all'aggregazione. E ciò perché questo approccio sconta ancora un atteggiamento di (contrap)posizione fra realtà locali radicate ciascuna sul proprio territorio (ed è ormai evidente che questa crescente contrapposizione stia mettendo a dura prova il radicamento sul territorio).
Piuttosto mi pare che il vero rinnovamento passi attraverso la costruzione di un Sistema che, senza appiattire le diversità a livello locale, dia forza e consapevolezza al ruolo istituzionale dei Confidi, e soprattutto assicuri degli standard in termini di organizzazione interna (stante la crescente complessità delle attività e, conseguentemente, delle procedure interne).
La progettazione di un servizio/prodotto competitivo (cioè utile agli utenti, forte nei confronti del mercato, rilevante nell'ambito sistema finanziario) non può che provenire da strutture d'impresa efficienti, ovvero 'organizzate'. Occorre creare modelli di organizzazione interna in cui funzioni e responsabilità siano definite e separate, sviluppando in ciascuna risorsa sensibilità alle procedure, agli obiettivi ed ai controlli.
Data la attuale situazione di parcellizzazione del mondo Confidi e le limitate dimensioni strutturali della maggior parte di essi, è ragionevole pensare che un impulso a proporre modelli organizzativi nuovi per i Confidi provenga da Entità Nazionali o comunque accentrate.
Strutture aziendali efficienti trasmettono efficienza al loro esterno, e contribuiscono alla crescita dell'intero sistema finanziario.
Aggiungo, infine, uno spunto portato dalla mia esperienza: con l'occasione di creare nuovi modelli organizzativi, come quello attualmente in cantiere presso FedartFidi, sarà utile trovare una collocazione per la Funzione Legale Interna, che potrebbe fornire un nuovo contributo a supporto del core business dell'azienda-confidi. Ciò, a patto che questa Funzione non si occupi soltanto di coordinare l'attività di recupero crediti, ma che, posta in staff alla Direzione Generale, venga investita della responsabilità della consulenza specialistica tanto riguardo al back office (in ausilio alle Funzioni di Internal Audit, Pianificazione e Risk Management), che al front office (prodotti, servizi e convenzioni).
La direzione che mi permetto di consigliare a chi si occuperà di ripensare alle strutture aziendali dei Confidi è, senza dubbio, quella di favorire la vocazione 'trasversale' della Funzione Legale rispetto alla struttura aziendale, senza comprimerne le competenze al recupero crediti.
D'altro canto, ai potenziali candidati a ricoprire questa funzione non resterà che 'giocarsi' la responsabilità di presentare il Diritto come un nuovo motore per l'impresa, piuttosto che come una zavorra o, peggio, come un insieme di regole foriere di veti (come talvolta capita di incontrare negli uffici legali di grandi banche).
A presto,
silvia marchetta
Silvia: grazie dell'articolato commento. In effetti l'artigianato in ambito confidi pare il settore più permeabile a logiche di sistema. La validità del piano di riorganizzazione di Fedart la vedremo nei dettagli e sul campo. Sulla centralità dell'Ufficio legale, sono d'accordo.
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