Lanciata nel novembre 2005, quale iniziativa congiunta promossa dalla Commissione Europea (DG Regio), dalla Banca Europea degli Investimenti (BEI) e dal Fondo Europeo degli Investimenti (FEI), JEREMIE da gennaio 2007 sta progressivamente entrando nella fase operativa. Ma facciamo un passo indietro per capire ragioni, finalità ed attuazione di tale iniziativa.
L’acronimo di questa iniziativa “J” (ne esistono altre due, Jessica e Jaspers, di cui parleremo in un altro blog) sta per “Joint European Resources for Micro-to-Medium Enterprises”, vale a dire “Risorse europee congiunte per le micro, piccole e medie imprese”.
Perché Jeremie? Sostanzialmente l’azione nasce come risposta ai problemi riscontrati nel passato nei processi di allocazione del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR). Nel periodo 2001-2006 l’esborso di fondi FESR destinati alle PMI è stato limitato e quasi esclusivamente realizzato nella forma di sovvenzioni. Una possibile ragione è ravvisabile nella difficoltà ad adempiere i criteri di ammissibilità ed a rispettare le scadenze imposte dalla Commissione Europea. A parere della stessa, questo approccio non è in linea con le finalità dell’agenda di Lisbona (marzo 2000). Lo stesso Consiglio Europeo di Bruxelles (marzo 2005) ha incoraggiato il FEI (“braccio” operativo della BEI nel supportare nascita, crescita e sviluppo delle PMI) a “diversificare le sue attività in particolare favore del finanziamento delle PMI innovative tramite le reti di investitori individuali (business angels) e le reti di trasferimento della tecnologia”. Il ruolo di JEREMIE è stato pensato per facilitare il processo di allocazione delle risorse. Il coinvolgimento del FEI permetterà agli Stati Membri ed alle Regioni di utilizzare parte del FESR per facilitare l’accesso al finanziamento delle PMI e beneficiare di un’offerta di nuovi strumenti di ingegneria finanziaria specificatamente sviluppati per le micro, piccole e medie imprese. In concreto le autorità nazionali e regionali potranno disporre delle risorse del FESR sotto forma di strumenti finanziari efficienti e sostenibili, di carattere rotativo: partecipazioni al capitale d’impresa, capitale di rischio, prestiti e garanzie. JEREMIE fungerebbe da laboratorio di “selezione” degli strumenti finanziari più adatti, offerti utilizzando le risorse FESR integrate con altri fondi. L’amministrazione e la gestione di tali risorse, complessivamente definite Holding Funds (HF), sarà affidata ad un Fund Manager, per conto delle autorità nazionali e regionali, tramite una procedura di appalto pubblica. Il processo di offerta del servizio, illustrato nella figura, fa capire come JEREMIE sia dunque un’opzione del singolo Stato Membro.
Fonte: FEI
Il singolo Stato Membro dovrà innanzitutto accettare volontariamente il sistema JEREMIE, quindi delegare la gestione delle proprie risorse finanziarie ad un gestore di fondi. Il FEI potrà esser scelto come unico gestore, ovvero congiuntamente o complementariamente ad un altro gestore (quale un’agenzia di sviluppo locale), ovvero operare in qualità di advisor del gestore scelto. La stipulazione di un mandato di gestione col FEI esonera lo Stato Membro della procedura di appalto pubblica, sopra menzionata. [Un’istituzione nazionale può diventare gestore degli HF senza espletamento della procedura di appalto, solo se una legge nazionale prevede tale deroga.].
La scelta di JEREMIE, che si ricorda è un’alternativa rispetto alla gestione del FESR secondo l’attuale processo di allocazione, consentirebbe allo Stato Membro una serie di vantaggi: l’uso di strumenti efficienti e sostenibili (market-driven revolving instruments), maggiore delega alle Autorità locali, il beneficio di un’attività di gestione ed amministrazione affidata ad un Fund Manager.
La scelta del FEI quale gestore degli HF permetterà in seconda misura di beneficiare dei servizi offerti (venture capital, garanzie, cartolarizzazioni), della provata esperienza nelle attività di risk management, monitoring e consulenza, della credibilità internazionale per investitori e manager potenziali (il FEI possiede status di banca multilaterale di sviluppo con rating pari a tripla A).
In cifre, i fondi strutturali dell’UE previsti per il periodo 2007-2013 ammontano a 300 miliardi di euro. La Commissione suggerisce di destinare una quota del 5% all’ingegneria finanziaria e alle PMI: nel periodo 2001-2006 tale percentuale era stata pari all’1%, e per altro solo parzialmente utilizzata.
Ma ad oggi, quali le adesioni degli Stati Membri all’iniziativa JEREMIE? La Slovacchia e la Grecia hanno firmato, rispettivamente nel giugno ed ottobre 2006, un accordo preliminare di gestione col FEI, impegnandosi durante il trimestre 2007 (quindi a breve) a definire lo stanziamento dei Fondi strutturali per la messa a punto dei propri programmi operativi. Di recentissima stipulazione il primo accordo che ci riguarda: il 18 aprile è stato stipulato un memorandum tra la Regione Lombardia, Finlombarda e il FEI. Ne approfondiremmo i dettagli presto, dopo aver meglio illustrato le fasi di implementazione dell’iniziativa.
Eleonora
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