Tra gli emendamenti alla Finanziaria 2008 discussi alla Camera ce ne sono diversi che riguardano i confidi. Li espongo brevemente:
- ritorna (per iniziativa di numerosi sponsor) la proposta già avanzata in Senato (e ivi respinta) di istituire due fondi per i confidi; il primo (5 milioni annui per tre anni) per contributi alla definizione di progetti di accorpamento e fusione (consulenze e spese notarili); il secondo (30 milioni annui per tre anni) per alimentare le riserve patrimoniali dei confidi e incrementare i fondi di garanzia;
- proposta rivoluzionaria di coprire con la garanzia di ultima istanza dello Stato le obbligazioni del Fondo centrale di garanzia per le PMI (ex legge 266/1977); i relativi impegni eventuali di spesa sarebbero coperti con il Fondo per "spese obbligatorie e di ordine" ex Legge 5 agosto 1978, n. 468, art. 7 (penso però che le regole europee impongano di quantificare più precisamente nelle spese dello Stato il contingent claim derivante); con questa concessione, le garanzie di secondo livello del Fondo PMI trasmetterebbero la ponderazione dello Stato (0%) ai crediti che ne beneficiano direttamente o indirettamente; ricordo che questo privilegio è già oggi applicato alle garanzie della SGFA dell'ISMEA per il credito agrario e a quelle della SACE sui crediti per l'internazionalizzazione delle imprese; il tema è delicato;
- un altro emendamento (che invece non dovrebbe incontrare ostacoli) precisa che il suddetto Fondo PMI continui ad operare in attesa di un provvedimento che ne adegui le modalità operative ai criteri e alle priorità di intervento del Fondo per la finanza d'impresa.
Luca
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