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giovedì 27 agosto 2009

Bilancio IAS dei confidi e contro-garanzie



In questa fase di riscaldamento a bordo campo (viste le temperature!) prima di riprendere a giocare, vi sottopongo un problema in cui mi sono imbattuto lavorando sul nuovo piano dei conti dei confidi trentini (coi quali sapete che sto collaborando).
Il punto riguarda la rappresentazione in bilancio delle controgaranzie. Non c'è dubbio che si debbano riportare nei prospetti pertinenti di Nota integrativa che prendono il posto delle voci sotto la linea. Non mi è chiaro, però, se si possa (o si debba) evidenziarle anche sopra la linea. Per un principio di simmetria, se per le garanzie rilasciate devo iscrivere una passività per un valore pari al maggiore tra la commissione incassata (e non ancora portata a ricavi pro rata temporis) e le rettifiche di valore per deterioramento, allora per le garanzie ricevute dovrei iscrivere un'attività pari al maggiore tra la commissione pagata e la compensazione di rettifiche di valore (un parte delle perdite presunte la sospendo perché la posso trasferire sul controgarante); in alternativa potrei dedurre il valore delle passività per garanzie quando in parte questo sono coperte dalle contro-garanzie. Naturalmente le contro-garanzie devono rispettare requisiti di efficacia rispetto all'attenuazione dell perdite.
Nel bilancio 2008 di Artigiancredito Toscano (un primo esempio di bilancio IAS di confidi 107) non se ne tiene conto: nella Nota integrativa (v. pag.42) si afferma:
Nella valutazione dei dubbi esiti per crediti di firma deteriorati ed in bonis non si è tenuto conto del valore delle contro garanzie ricevute ed in essere né della consistenza dei fondi anti-usura".
Qual è il vostro pensiero, o la vostra opzione tecnica, in materia?

Luca

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14 commenti:

excelsus ha detto...

E' appunto sui requisiti di efficacia di attenuazione delle perdite che molti nutrono serie riserve...alla luce delle faraginose disposizioni operative dei Fondi e della concreta possibilità che non poche controgaranzie decadano...

Luca ha detto...

Ma neanche per le rettifiche "di portafoglio", che dovrebbero coprire solo le perdite attese? O per quelle specifiche su esposizioni deteriorate, per le quali si è già presentata la domanda di escussione al contro-garante? (Il concetto sottostante è che i requisiti di efficacia delle contro-rettifiche contabili sono meno stringenti dei requisiti di credit risk mitigation per Basilea 2, perché i secondi riguardano l'efficacia in scenari di perdita estremi, i primi in scenari "medi" o rispetto a default già realizzati, quindi certi).
Se le cose stanno come dice excelsus, stiamo recitando una farsa davanti a uno scenario di cartapesta. Ma non tutte le contro-garanzie sono di cartapesta. Almeno quelle del Fondo centrale no.

Sapio ha detto...

Sopra la linea le rettifiche di portafoglio inglobano le controgaranzie nella bassa LGD. Lo stesso il K. Quindi non c'è bisogno di contropartita.

Silvio Marchi ha detto...

A mio parere il ragionamento e' corretto, per un discorso di simmetria, non solo le commissioni incassate vanno ripartite nel tempo, ma anche le commissioni pagate al controgarante, accendendo un conto tra le attività. Certo, iscrivere "al maggiore tra la commissione pagata e la compensazione di rettifiche di valore" è un lavoro certosino è sicuramente corretto, ma credo si possa fare solo nel qual caso si volesse fare una valutazione analitica e non per classi omogene. Infatti se facessimo la valutazione per classi omogene, sempre che il controgarante lavori secondo criteri di economicità e durabilità, il monte commissioni da quest'ultimo incassate dovrebbe coprire totalmente il rischio di perdita (economicità) e lasciare al controgarante un margine di profitto (durabilità). Quindi, secondo il mio modesto parere, la commissione va ripartita con la stessa logica con cui si riparte la commissione attiva, tra le passività, ovvero in maniera crescente, decrescente o lineare. La spalmatura della commisisone attiva, se valutata per classi, non dovrebbe mai comportare minori accantonamenti rispetto alla valutazione del rishio dei crediti in bonis, se così non fosse vi sarebbero chiari segnali che il Confidi operi a condizioni antieconomiche. Spero di essere stato chiaro.

silviano ha detto...

Egr. signor excelsus coloro che nutrono seri dubbi sui requisiti di efficacia di attenuazione delle perdite non conoscono i sistemi, le procedure e soprattutto la normativa in essere tra i protagonisti del settore. Per quanto riguarda la faraginosità delle disposizioni operative dei diversi fondi di garanzia mi risulta che attualmente sia il Fondo Centrale di Garanzia che i principali Fondi Interconsortili di Garanzia operano con estrema efficacia, efficienza e con procedure e sistemi di elevato standing informatico. Mentre quando fa riferimento al fatto che molte controgaranzie decadono a cosa si riferisce? A me risulta che se il rapporto Banca, garante e controgarante sia fondato su basi professionali, trasparenti, ...risulta difficile produrre Controgaranzie di carta pesta.

sapio ha detto...

Per favore. qui limitiamoci a rispondere al quesito di Luca.

Luca ha detto...

Sul parere di Sapio (tenere conto delle contro-garanzie abbassando la LGD a fini sia contabili sia di vigilanza, per le banche IRB): è una soluzione corretta, che evita di gestire una posizione distinta per le contro-garanzie. Rimane secondo me il problema di imputare il costo di competenza della contro-garanzie.

Sapio ha detto...

Il costo della controgaranzia (supponiamo pagata Upfront) si divide in costo per PA e K (capitale).
Il Costo per PA si somma alla PA attenuata (ed al limite ricostituisce la PA non attenuata) ed il costo del K diminuisce il PV tramite il C.Ec.
Può andare?

Luca ha detto...

Sapio: il requisito patrimoniale K non entra pari pari nel costo di una garanzia, altrimenti andrebbe alle stelle. Ci entra nella misura del costo del capitale assorbito (con il problema di quantificarlo su base pluriennale se l'operazione è a medio-lungo).
In generale, a livello di sistema informativo integrato, mi piace di più un censimento preciso dei rapporti contrattuali in essere che impattano su reddito e rischi,e quindi anche delle contro-garanzie. Detto questo, possono funzionare anche soluzioni semplificate, ma sono più fragili e meno trasparenti. A livello di informativa pubblica non è il caso di spaccare il capello in quattro, ma internamente il confidi dovrebbe sapere che coperture ha acquisito, quanto gli sono costate, se le ha recuperate nel pricing al socio, se hanno un cap, etc. etc.
Tanto più ora che il Fondo centrale eroga contro-garanzie di rango ben diverso.

Sapio ha detto...

Ma naturalmente Luca ! Intendevo il costo del K, non il K stesso.
Quanto al censimento preciso hai ragione. Ormai l'accantonamento collettivo è tale solo di nome. Di fatto è un individuale plurimo. Il fatto è che non è facile utilizzare il bilancio per dar conto calcoli tanto dettagliati. Occorrono sottosistemi ad hoc che evidenziano le variabili sopracitate.

Luca ha detto...

Sul dilemma tra contabilizzazione delle contro-garanzie ricevute come posta autonoma o come posta a rettifica delle posizioni contro-garantite ho chiesto un parere all'esperto IAS della Federazione trentina delle cooperative, Andrea Porcelli. Ecco la sua risposta:
"Ritengo di segnalare come non possibile la compensazione indicata nel documento, considerato che lo IAS 39 prevede comunque la misurazione del contratto di garanzia come maggiore fra valore riscontato e passività probabile.
Esiste anche i principio (IAS1) del divieto di compensazione di partite (Le attività e le passività, i ricavi e i costi non devono essere compensati se non richiesto o consentito da un Principio o da una Interpretazione) né mi pare possano invocarsi le modalità di compensazione ammesse dallo IAS 32 per attività e passività finanziarie non trattandosi, nel caso sottoposto di attività finanziarie."
Se ne desumerebbe che le contro-garanzie ricevute dovrebbero essere indicate come "altre attività" con un trattamento speculare rispetto alle garanzie emesse.

Andrea ha detto...

Confermerei l'ultima itnerpretazione data con alcune precisazioni.
Lo IAS39'47 punto c afferma, come già indicato nelle precedenti risposte al quesito che le garanzie finanziarie devono essere contabilizzate al maggiore tra:
- il valore determinato in base allo IAS37 (ovvero la passività stimata in seguito al passaggio della garanzia in incaglio o sofferenza);
- il valore determinato inizialmente meno l'ammortamento riconosciuto in base allo IAS18 (in sostanza il valore delle commissioni riscontate).
Nello stimare il valore della passivià in base allo IAS37 però, si deve considerare che questo standard, al paragrafo 53, tratta gli eventuali rimborsi ricevuti da terze parti per la passività stimata (nel nostro caso la controgaranzia). Lo IAS37'53 in particolare afferma che:
- il rimborso deve essere contabilizzato a bilancio solo se virtualmente certo (probabilità >90%);
- [b]il rimborso deve essere contabilizzato come una attività separata dalla passività iscritta in bilancio[/b];
- l'importo del rimborso iscritto in bilancio non deve superare quello della passività iscritta.
A completamento, l'unico caso in cui un rimborso può essere iscritto a diretta deduzione della passività è quando la società che redige il bilancio non è tenuta al pagamento di una parte della passività che viene pagata direttamente da un terzo (ad esempio nel caso di una banca che abbia ottenuto una garanzia da un confidi :-). In questo caso si può iscrivere la passività netta.
Spero con queste poche righe di essere stato utile.

Luca ha detto...

Molto chiaro e puntuale, grazie Andrea.

Adriano ha detto...

Scusate ma sarebbe possibile avere copia del bilancio 2008 di Artigiancredito Toscano?
Grazie
Adriano