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sabato 27 giugno 2009

Paper di Guiso, Sapienza e Zingales sulla propensione dei mutuatari USA a darsi insolventi



Negli USA, in molti stati, i mutui casa sono prestiti non recourse, ovvero se il cliente non può o non vuole pagare manda alla banca le chiavi della casa, e la banca non può rivalersi su altri beni del debitore. Anche quando i beni personali sono aggredibili, la banca non lo fa per i costi della procedura. Di qui la tentazione per molti mutuatari a fare default "strategici" quando la casa vale meno del debito residuo da pagare (l'equity è negativo). Uno studio di Guiso, Sapienza e Zingales, Moral and Social Restraints to Strategic Default on Mortgages, fa luce sulla propensione a mollare la proprietà alla banca. Emergono dei dati interessanti. 26% dei default verificati sono strategici. Nessuna famiglia smette di onorare il debito se il deficit patrimoniale pesa meno del 10% sul valore dell'abitazione. Ma il 17% lo fa, pur potendo pagare le rate, quando l'equity negativo supera il 50%. Contano anche gli atteggiamenti morali. Chi considera immorale non pagare i debiti ha il 77% di probabilità in meno di fare default, mentre chi conosce qualcuno che ha fatto default ha l'82% di probabilità in più di seguirne l'esempio. La propensione a non pagare cresce (non linearmente) con la percentuale di pignoramenti nell'area: la morosità intenzionale è contagiosa, perché al crescere della visibilità del fenomeno si riduce l'effetto deterrente dello stigma ad essa associato. Ricordo in proposito il caso di Memphis, Tennessee, capitale dei debiti insoluti, raccontato dallo storico Niall Ferguson nel suo bel libro The Ascent of Money, e ripreso in questa news. Che c'entri il rock and roll?
Sarebbe ora di affronatre il problema anche in Italia, non soltanto per i mutui casa, ma soprattutto per i prestiti alle micro-imprese. Non devono essere abbandonate a se stesse, altrimenti i default strategici potrebbero diffondersi anche qui, contagiosamente.

Luca

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