In un periodo un po' avaro di notizie sui confidi, riferisco del convegno "La finanza per le imprese" organizzato dal Sole 24 ore (vedi articolo Più credito alle piccole imprese).
Per Vincenzo Boccia (presidente della Piccola industria), in Italia è necessario «un salto di qualità dal saper fare bene un prodotto al saper fare bene l'imprenditore. Per fare il passaggio, o si è eccellenti in tutte le funzioni aziendali, anche la finanza quindi, oppure la partita è persa». Inoltre Boccia ha commentato le nuove regole di Basilea 3 come di «uno strumento troppo pro-ciclico in una fase in cui servirebbero invece strumenti anti-ciclici».
Paolo Casiraghi, consigliere di Banca Arner osserva che deve esserci un nuovo approccio alla valutazione integrata del rischio di una relazione con Pmi: «Ci sono dei patrimoni privati che non sono correlati con quello dell'azienda e che possono essere costituiti sia da immobili che da liquidità. È anche su questi che devono essere costruiti i piani per l'accesso al credito». Il punto fondamentale è capire «come le banche leggono le imprese. In genere prendono in considerazione un dato sopra tutti gli altri e cioè l'indice di fallimento. Ma non si può tradurre l'imprenditore e la sua azienda solo in questo numero. Noi cerchiamo di costruire un piano considerando tutto il patrimonio, in modo tale che emerga un fattore di rischio chiaro». Quindi appoggiarsi sul patrimonio là dove sta, non necessariamente nella sezione avere dello Stato patrimoniale dell'azienda.
Secondo Raffaele Jerusalmi, amministratore delegato di Borsa italiana, «La Borsa va bene per molti ma non per tutti e comunque un'azienda potrebbe non essere adatta ad entrarci oggi, ma tra tre anni». La quotazione prevede «un ingresso ma poi anche un post da gestire. Per le Pmi in questo momento l'accesso è semplice, non oneroso, ma poi gli oneri da assolvere diventano simili a quelli di una grande impresa quotata. Bisogna ripensare il modello per renderlo più adatto possibile.
E' positivo che ci sia interesse per l'argomento. Per le novità occorre avere pazienza.
Luca
3 commenti:
Sarebbe bello poter collegare il credito a patrimoni che l'imprenditore vuole sia ben distinti (se non nascosti) dall'impresa, e che probabilmente sono stati drenati dall'impresa stessa. Quelle di Casiraghi sono parole al vento. Forse perché la sua banca non fa impieghi.
Ugo
Bello il concetto di patrimoni non correlati. E' lo stesso che ha usato la GdF in questi giorni nelle Marche per scovare circa un centinaio di evasori, quasi tutti totali. Forse la GdF dovrebbe andare anche nella banca di Casiraghi.
Per le ditte individuali si è sempre fatto. Es. Capitalia vedeva come unicum la farmacia ed il farmacista. Unicredito li vede (e secondo me sbaglia) separatamente.
Le società una volta erano orgogliose di esibire alle banche il nero, fatturato e patrimonio accumulato dai soci tramite esso. Ma adesso bisogna inserire nei modelli i bilanci (fiscali). Vogliamo agevolare l'evasione fiscale delle imprese?
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