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lunedì 24 settembre 2012

Da Banca d'Italia due paper attualissimi

In attesa che riparta la produzione regolamentare sui confidi, prendetevi una pausa di studio per leggere due lavori interessanti pubblicati negli Occasional papers della Banca d'Italia. Il primo parla di effetto dell'altalena dello spread (sapete tutti quale) sui tassi di raccolta, l'offerta di credito e la redditività delle banche. Il secondo parla del metro dei risk weighted asset di Basilea, costruito con un materiale così elastico che al confronto il lattice di caucciù è legno stagionato.

Ovviamente la Banca d'Italia non ha mulla a che fare con queste metafore irriverenti, di cui mi assumo la piena responsabilità ecco invece titolo, link e riassunto dei due paper.


n. 133 - L’impatto della crisi del debito sovrano sull’attività delle banche italiane (The impact of the sovereign debt crisis on the activity of Italian banks) 
Ugo Albertazzi, Tiziano Ropele, Gabriele Sene, Federico M. Signoretti 

Il lavoro valuta gli effetti della crisi del debito sovrano sull’attività bancaria in Italia, usando dati aggregati per i tassi attivi e passivi, per i prestiti e per i conti economici relativi al periodo 1991-2011. A tal fine, lo spread sui titoli di Stato italiani a 10 anni viene aggiunto come variabile esplicativa ai modelli standard di forma ridotta per le variabili in esame. Le stime mostrano che, anche controllando per le tradizionali determinanti economiche dell'attività bancaria, un aumento dello spread è associato a una crescita sia del costo della raccolta all'ingrosso e di alcuni strumenti al dettaglio, sia del costo del credito alle imprese e alle famiglie; la trasmissione ai tassi bancari tende a essere più marcata nei periodi di turbolenza finanziaria. Un aumento dello spread esercita inoltre un effetto negativo diretto sulla crescita dei prestiti, che si aggiunge a quello connesso con l'incremento dei tassi d’interesse attivi. Infine, il lavoro documenta la presenza di un effetto restrittivo dello spread sulla redditività delle banche, più marcato per gli intermediari di maggiori dimensioni. 

n. 132 - Il labirinto dei risk-weighted assets di Basilea: una guida per non perdersi (Inside the labyrinth of basel risk-weighted assets: how not to get lost) 
Francesco Cannata, Simone Casellina, Gregorio Guidi 

Vari studi hanno messo in dubbio l’affidabilità degli attivi ponderati a rischio(risk-weigted assets, RWA), calcolati dalle banche ai fini di vigilanza prudenziale. Le forti differenze riscontrate a livello internazionale sono interpretate come il segnale di una eccessiva soggettività nell’attuale regolamentazione della misurazione del rischio e dei requisiti prudenziali. Il lavoro mette in luce l’opportunità di trovare delle metriche appropriate per confrontare la rischiosità delle banche negli accordi internazionali di vigilanza (Basilea 2 e Basilea 3). Il rapporto tra gli RWA e le attività totali, che viene comunemente usato, costituisce un valido punto di partenza; quando l’analisi diventa più complessa, tuttavia, tale strumento deve essere integrato con altri indicatori. Si propone pertanto una metodologia di analisi volta a identificare le principali determinanti delle differenze tra gli RWA calcolati dai singoli intermediari, concentrandosi sul rischio di credito. Utilizzando i dati sulle banche italiane (per l’insufficiente grado di dettaglio delle informazioni disponibili attraverso il 3° Pilastro), si mostra che un’ampia porzione di tali differenze è spiegata dal modello di business degli intermediari e dall’utilizzo di diverse metodologie di calcolo dei requisiti prudenziali. Si propone, infine, uno schema di rappresentazione dei dati che, ove incluso nelle informative di 3° Pilastro pubblicate dalle banche, consentirebbe di applicare la metodologia proposta agli intermediari di diversi paesi, agevolando la comparabilità delle metriche prudenziali. 
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