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domenica 22 dicembre 2013

La storia natalizia dei contributi volontari dei parlamentari M5S al Fondo centrale di garanzia per le Pmi

Questo tweet non è autentico, ma la notizia è vera (vedi articolo del Sole 24 ore).


Antefatti: il Decreto Fare, all'art. 1, c. 5-ter, con una modifica introdotta in sede di conversione nella legge 9 agosto 2013 n.98, prevedeva la possibilità di versare contributi spontanei al Fondo Pmi destinati alla microimprenditorialità. Cito:
5-ter. Al fondo di garanzia a favore delle piccole e medie imprese di cui all'articolo 2, comma 100, lettera a), della legge 23 dicembre 1996, n. 662, e successive modificazioni, possono affluire, previa assegnazione all'entrata del bilancio dello Stato, contributi su base volontaria per essere destinati alla microimprenditorialita' ai sensi e secondo le modalita' di cui all'articolo 39, comma 7-bis, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214. Con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono definite le modalita' di attuazione del presente comma nonche' le modalita' di contribuzione da parte di enti, associazioni, societa' o singoli cittadini al predetto fondo di garanzia di cui all'articolo 2, comma 100, lettera a), della legge n. 662 del 1996».
Passati i 90 giorni, le disposizioni attuative non sono uscite. Il 15 dicembre, il blog di Beppe Grillo ha protestatoI parlamentari del Movimento 5 stelle hanno fatto un sit-in davanti alla sede del Tesoro, con tende e sacchi a pelo, per sollecitare.
Alla fine l'hanno spuntata: è stato aperto un conto presso la Tesoreria dello Stato, sul quale versare potranno versare la parte non ritirata del loro stipendio. In prospettiva potrebbero finirci parte rimborsi elettorali o altri compensi. Pare che 2 milioni e mezzo siano già messi da parte, pronti per essere bonificati.
Per la precisione riporto anche il comma sopra citato, aggiunto alla legge di conversione del "Decreto Salva Italia" del dicembre 2011, citato dal Decreto Fare:
All'articolo 39: dopo il comma 7 e' aggiunto il seguente: «7-bis. Nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica, una quota delle disponibilita' finanziarie del Fondo di garanzia a favore delle piccole e medie imprese, di cui all'articolo 2, comma 100, lettera a), della legge 23 dicembre 1996, n. 662, e' riservata ad interventi di garanzia in favore del microcredito di cui all'articolo 111 del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1º settembre 1993, n. 385, e successive modificazioni, da destinare alla microimprenditorialita'. Con decreto di natura non regolamentare, adottato dal Ministro dello sviluppo economico, sentito l'Ente nazionale per il microcredito, sono definiti la quota delle risorse del Fondo da destinare al microcredito, le tipologie di operazioni ammissibili, le modalita' di concessione, i criteri di selezione nonche' l'ammontare massimo delle disponibilita' finanziarie del Fondo da destinare alla copertura del rischio derivante dalla concessione della garanzia di cui al presente periodo. L'Ente nazionale per il microcredito stipula convenzioni con enti pubblici, enti privati e istituzioni, nazionali ed europee, per l'incremento delle risorse del Fondo dedicate al microcredito per le microimprese o per l'istituzione di fondi di riserva separati presso il medesimo Fondo».
Noterete che prevede risorse del Fondo Pmi dedicate al microcredito (ai sensi dell'art. 111 del nuovo Testo Unico Bancario).
Non sono un simpatizzante dei M5S, però mi levo il cappello di fronte a questa mossa di grande efficacia comunicativa. In meno di un anno di mandato, un gruppo parlamentare decide liberamente di destinare al microcredito due milioni e mezzo sottratti ai costi della politica. Non sono una cifra decisiva, ma hanno un peso specifico enorme.
Per fare un paragone, il Fondo Pmi riceverà in un anno circa 70 milioni (225/3) per il capitale dei confidi di tutta Italia. I 2,5 milioni regalati dai M5S per il microcredito sono più di 1/30 di quella somma. Non sono pochi. Ci sono amministrazioni regionali, provinciali, Camere di commercio, che mobilitano (certo, a livello non nazionale) somme più esigue. E quando le mettono sul piatto, ecco che convocano conferenze stampa, rilasciano interviste, dove si dichiara "Sì, lo sappiamo, sono una goccia nel mare, ma vogliano far sentire la nostra vicinanza agli imprenditori". Poi quei soldi finiscono in tanti rivoli, 5.000 euro di qui, 23.000 di là. Quanti prestiti addizionali si riescono ad erogare con quel supporto? Chissà ...
Qui invece si fa una cosa tecnicamente più saggia: i versamenti alimentano un veicolo nazionale (il Fondo Pmi) creando una dotazione per il comparto (microcredito) che il nostro TUB prevede espressamente come risposta alle esigenze dei micro-imprenditori non altrimenti bancabili. Anche qui si cerca (e si ottiene) un payoff mediatico, ma (badate bene) soltanto nella costituzione del fondo, non nella sua distribuzione.
Il mezzo scelto reca un messaggio esplosivo: "guardate qui, con gli scampoli dei costi della politica mettiamo in piedi un intervento che pesa più di tanti aiuti griffati spesi in cerca di consenso, ma noi non lo zavorriamo con la rete di distribuzione pletorica della vecchia politica (che se ne mangia una buona parte)".
E che dire dell'efficacia di questo gesto di liberalità? Lo ribadisco, sul piano comunicativo è un colpo di genio. Sul piano pratico, non sarà facile trasformare i 2,5 milioni in prestiti a microimprese. Dal sito dell'Ente nazionale per il microcredito pare che l'art. 111 del TUB sia ancora in attesa di attuazione (come il 106 e il 112, peraltro, come sanno bene i confidi). Ci si sta consultando. Ci sono istituzioni di microcredito, ma non so in quanto tempo saranno pronte per fare uso dei fondi che affluiranno nei prossimi giorni sul c/c IT61Z0100003245348018369300. Quando saranno pronte, si dovrà decidere la forma di intervento, i criteri di selezione e allocazione tra regioni, e tutto il resto. Il Fondo Pmi prevede una procedura veloce per le pratiche "microcredito" di importo inferiore a 20.000 euro (aumentabili), con dei paletti, ma basterà la garanzia per sbloccare il credito a soggetti in difficoltà?
Insomma, dare 2,5 milioni per una causa giusta è un gesto nobile, ma non risolve i veri problemi: la lontananza dei soggetti che hanno bisogno di quei soldi, e la mancanza di una rete di contatto capillare, informata, ben intenzionata, capace di raggiungerli là dove operano. Forse M5S punta a creare quel tipo di presenza sociale, al modo delle società di mutuo soccorso. O forse no, il bel gesto afferma soltanto l'alterità del soggetto politico rispetto ai partiti e alle rappresentanze del passato, per guadagnare nuovi consensi al progetto di mandarli a casa.
Lascio aperta la questione. C'è tanto materiale si cui riflettere, anche per i politici e i rappresentanti "del passato" che non accettano di essere messi in soffitta. Giusto, li capisco, però anche loro devono prendere il coraggio a due mani, e rischiare qualcosa di nuovo, che segni una diversità, e faccia rinascere una speranza.

PS: Quando il saldo del c/c raggiunge i 2,5 milioni fatemi un fischio, che rifaccio i complimenti.

PS2 [31 marzo 2014] il M5S aveva aperto un sito per sostenere la richiesta di aprire un conto per i versamenti al fondo Pmi:
http://www.apricontopmi.it/
Non ho trovato resoconti dell'effettivo versato e soprattuto dell'uso che è stato o si prevede di fare di quei soldi.
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