E' proprio vero che per colpa di Basilea 2 le banche IRB stanno consumando il patrimonio per effetto del declassamento delle esposizioni e dell'aumento della PD e dei risk weight medi? Il terzo pilastro dell'Accordo famoso (famigerato per alcuni) prevede la pubblicazione di una ricca informativa semestrale (con aggiornamenti trimestrali) sulle politiche di risk management e sulla composizione delle esposizioni. Allora in un ritaglio di tempo sono andato a scaricare qui l'informativa per il gruppo Unicredit al 30 giugno 2009: alle pagine 88-90 si trovano le tabelle sulle attività di rischio trattate IRB, suddivise per portafogli. Sono dati riguardanti l'intero gruppo, quindi c'è l'Italia insieme con Germania, Austria Est Europa, ecc., e l'Italia pesa per meno della metà nelle esposizioni verso verso clientela (v. pag. 40 del rapporto). I dati sono comunque interessanti.
Io mi sono soffermato sul credito alle Pmi (segmenti Imprese-Pmi e Dettaglio-Pmi). L'analisi delle variazioni rispetto al periodo precedente (dicembre 2008) non è banale, perché le variazioni sono l'effetto combinato di una matrice di movimenti tra voci, con nuove entrate, uscite per stralcio o estinzione, spostamenti tra classi di rating. Ho notato una crescita notevole delle esposizioni lorde Dettaglio-Pmi (da 29 a 39 miliardi di euro quelle non garantite, e da 12 a 15 miliardi quelle ipotecarie, però nel non garantito la classe 11, PD=100%, da sola è cresciuta di 4 miliardi).
Nel segmento Imprese-Pmi la crescita è più contenuta (da 110 a 115 miliardi di esposizione lorda).
I risk weight medi sono cresciuti per effetto dei movimenti tra classi di PD: ad esempio (includendo le esposizioni deteriorate), nel Dettaglio-Pmi non garantito RW medio passa da 25,6% a 27,3%, nell'Imprese-Pmi dal 42,6% al 46,1%. L'altro dato singolare riguarda le classi di rating eccellenti: le troviamo anche nel retail-Pmi (più di 5 miliardi di esposizione sono nella classe 2 con PD compresa tra 0,05% e 0,09%, meglio di tanti governi del G-8!).
Nel rapporto si trova il dettaglio per classi soltanto per le esposizioni lorde, non quelle pesate per il rischio. Comunque l'informativa è molto ricca rispetto a quello che c'era prima di Basilea 2.
In complesso, gli assorbimenti in entrambi i segmenti sono sensibilmente più bassi di quelli da approccio standard. Il confronto non è omogeneo per le tecnicalità che ho trattato qui. Alla grossa, il risk weight col metodo standard sarebbe il 75% nel retail-Pmi non garantito, il 50% nell'ipotecario non residenziale e il 100% nel corporate: gli assorbimenti IRB stanno salendo, e forse saliranno ancora, ma sono più bassi di quelli standard. E quelli standard sono inferiori o uguali a quelli di Basilea 1.
Dov'è l'effetto penalizzante di Basilea 2?
Se ho commesso errori di interpretazione, prego di segnalarmeli. Al prossimo momento di pausa andrò a guardami il report di un altro gruppo.
Luca
40 commenti:
Caro Luca, sono d'accordo con te. Come sai, ho sempre difeso Basilea2. Le banche stanno razionando crediti non per colpa di Basilea2, ma per loro politiche interne.
Sono perplesso. La maggior parte delle banche italiane sono Standard che è simile a Basilea1. Come possono essere state penalizzate quando non c'è stato, di fatto, alcun cambiamento?
Per le banche IRB occorre vedere i dati del parallel running, cioè dei calcoli fatti nei due modi, Basilea1 e IRB. Questo confronto chiarirebbe solo se passare ad IRB è o non è stata una buona idea.
A proposito di stretta creditizia, pare che in Toscana neanche la garanzia diretta fino all'80% della finanziaria regionale abbia convinto le Banche a "scucire", leggi erogare, qualche soldo in più alle PMI. Vi segnalo che Fidi Toscana si controgarantisce in via diretta con il Fondo di garanzia, costituito presso Unicredit MCC, offrendo alle Banche anche la cosiddetta "ponderazione zero" dal 15 maggio u.s. Riflettiamo signori, riflettiamo...
Firenze, 6 ottobre 2009.
'Non ci siamo proprio, così non va, ci sono dei ritardi incomprensibili'.
Il governatore della Regione Toscana Claudio Martini non usa mezzi termini per prendere di petto le banche toscane, accusate di erogare 'con il contagocce' i finanziamenti garantiti dalla Fidi Toscana, la finanziaria partecipata dalla Regione.
'Sono stati approvate 425 domande di altrettante imprese che hanno chiesto finanziamenti per 100 milioni rispetto a un totale di prestiti che hanno ottenuto le nostre garanzie per 389 milioni. In pratica, le banche hanno erogato appena un quarto dei prestiti richiesti per i quali hanno la garanzia dell'80% da parte di Fidi e sui quali non corrono praticamente rischi. Siamo allarmati, perché si rischia di vanificare la manovra che abbiamo varato per attenuare gli effetti della crisi sul nostro sistema produttivo. Le banche erogano in quattro mesi un quarto delle pratiche che noi definiamo in un solo mese'.
Per chiedere un cambio di passo agli istituti di credito con cui la Regione ha recentemente firmato un protocollo di impegno, Martini ha in programma un nuovo incontro con le banche, anche perché sul tavolo di Fidi ci sono ancora quasi 1.800 domande di finanziamenti per investimenti o liquidità che a breve potrebbero essere licenziate. Martini chiede 'da subito alle banche una forte accelerazione nell'erogazione dei fondi, altrimenti la nostra economia rischia di pagare un prezzo ancora più pesante'.(...)
Sono dati che fanno davvero riflettere
Controllate i tassi che Fidi Toscana pretende che le banche applichino e vedrete che non sono remunerativi, per le banche, neanche con la garanzia dello Stato (che non è totalitaria).
NB le banche, non erogando ci perdono. e a loro non fa piacere. Ma non gli fa piacere neppure essere obbligate, per convenzione, ad erogare a tassi politici non remunerativi.
Caro Sapio,
le Banche hanno sottoscritto quelle convenzioni...vorrei capire con quale serietà lo hanno fatto...c'è un proverbio che si attanaglia bene a questo comportamento degli Istituti di Crediti: "voler sempre la botte piena e la moglie briaca".
Buondì.
Le Banche hanno sottoscritto avendo presente il proverbio "Convenzione non fa erogazione". Sottoscrivono per non finire nella lista dei cattivi tenuta dai politici ma... sanno bene che "Senza lilleri non si lallera..." e loro (le banche) non vogliono "la botte piena e la moglie ubriaca" ma solo la "botte piena". Sarà per la prossima volta ...
...ma ben piena di ottimo vino del vicino...
in lombardia il flusso di nuove erogazioni garantite dai confidi negli ultimi 10 mesi è passato da 1,2 mld a 1,5 con una crescita del 21%.
Ma le nuove agevolazioni regionali della Lombardia gestite da BNL-Artigiancassa escludono i Confidi.
made in lombardy esclude i confidi ma anche tutto il sistema bancario eccetto la banca che si è aggiudicata il bando.
misureremo cosa supporta meglio il sistema.
Mi è capitato di esaminare qualche Bando recente rivolto alle Banche. L'Ente garante offriva un CAP e indicava degli spread. Vinceva la Banca che offriva il CAP e gli spread più bassi. Questo modo di agire è sbagliato.
Quando si progetta un'agevolazione bisogna chiarirsi se si vogliono stimolare investimenti di imprese sane (buon rating) o aiutare quelle in difficoltà (cattivo rating). Una agevolazione come quella di cui sopra è sbagliata perché spinge le Banche ad erogare solo a soggetti molto buoni (i quali sono rari e non hanno bisogno di agevolazioni).
Il garante dovrebbe invece fissare un CAP e la distibuzione di rischio attesa (immaginate un grafico con volumi da erogare in ordinata [tutti con la stessa durata] e PD in ascissa). Vince la banca che offre gli spread inferiori per fascia di rischio (immaginate che le PD siano suddivise in Buoni, Medi e Cattivi). Questo per evitare che i buoni sovvenzionino i cattivi [il mutualismo è un'utopia]. Così funzionerebbe anche se la riduzione di spread attesa sarebbe piccola, ma ..."il formaggio gratis sta solo nelle trappole per i topi" e questa non è una trappola.
Non è facile costruire un meccanismo di bando di fondi di garanzia che incentivi le banche a competere sulla fasce di rischio più basse, Sapio ha inquadrato bene il problema, ma da quello che dice si capisce che è complicato da attuare.
Quando c'è razionamento sulla qualità, il confidi ha un ruolo difficile da sostituire. Però con la crisi è una fatica immane conservare la funzione di assuntori di rischio dei confidi, anche con fondi pubblici. E' paradossale, ma aumentando la dotazione di fondi pubblici a destinazione vincolata si potrebbero incentivare l'operatività con clientela meno bisognosa di garanzie. L'alternativa è dare ai confidi patrimonio per ripianare perdite già emerse o latenti, ma chi ha il coraggio di proporlo? Quale ente pubblico se le può permettere?
Da dove ripartire? Dall'assistenza finanziaria alle imprese, dalla capacità di trattare con le banche. Non è tempo di formule magiche.
Professore, Lei ha centrato in pieno la soluzione.
Tutti i fondi pubblici dovrebbero essere conferiti, sotto forma di finanziamenti subordinati, ai confidi. Possibilmente, almeno da fine 2010, ai soli confidi "107" i quali, essendo sottoposti alla vigilanza di Banca d'Italia, dovrebbero garantire maggiore trasparenza nella gestione dei denari pubblici e maggiore incisività nel sostenere l'accesso delle PMI al credito bancario.
Proponiamo, dunque, un Confidi Bond nazionale.
no prof. la capitalizzazione dei confidi piuttosto che fondi di garanzia gestiti dai confidi, non possono e non devono avere il senso di tappare buchi, piuttosto di creare i presupposti di mettere nel loro motore maggiore carburante di quanto l'autofinanziamento (nuovi soci e utili) possa riuscire a dare.
sicuramente non è facile costruire un impianto di soddisfazione per tutti.
I finanziamenti subordinati vanno restituiti, non sono a fondo perduto. E poi non possono essere superiori al 50% del Patr. di Vigilanza, che è esiguo. Il 50% di qualcosa che tende a zero è zero! Occorrono Capitali, ma non illudiamoci sul ruolo del moltiplicatore. Contributi a capitale per agevolazioni in forma di garanzia o a contributi in conto interessi è la stessa cosa. I costi di distribuzione sono però più elevati nel primo caso perché c'è un'istruttoria in più.
Errata corrige ... interessi SONO la stessa cosa.
Per i due principali confidi italiani il PV non è certo pari a zero ed un finanziamento subordinato ben strutturato di qualche decina di milioni di euro non sarebbe affatto male. In quanto alla stabilità economico/patrimoniale dei confidi, Ti preciso che in settimana Intesa San Paolo li ha retati, il risultato? Da ieri i primi due confidi italiani sono ponderati dal primo Gruppo bancario italiano.
Sapio, prima di tranciare giudizi sui confidi, informati.
Grazie Excelsus: scambi di informazioni come questa sono importanti. E' importante conoscere i criteri con cui le banche pesano le garanzie confidi. I rating di cui parli sono riservati, immagino.
Bè certo che li conosco e non solo dei primi due Confidi, ma non posso, per ovvi motivi di riservatezza, esternarli su un blog.
Troveremo le sedi opportune per parlare non dei rating, ma dei criteri per assegnarli.
Allora Intesa-S.Paolo è diventata IRB? O si tratta di vino ribattezzato acqua? Cioè di considerazioni interne ribattezzate Rating? A proposito com'è tutto questo ritardo di BdI nel dare il 107 ai primi due Confidi Italiani?
NB Come potevo informarmi su una notizia riservata?
Excelsus,
Unicredito ha il PARA-Rating dei Confidi da anni.
Attenzione al PARA davanti alla parola Rating.
L'unico vero Rating sarebbe il Total Capital Ratio derivabile solo dalla dichiarazione di cui al terzo pilastro dei soggetti vigilati. Infatti dal bilancio vero e proprio dei Confidi disponibile a tutti non si cava un ragno dal buco.
Excelsus,
non è che voi del NordOvest avete chiesto un aumento di capitale ai vs soci e ve lo hanno negato? Ed allora sperate in un subordinato per risollevare l'insufficiente PV (ragione del ritardo nella concessione del 107)? I prestiti subordinati costano un po' meno del capitale, ma sempre prestiti rimangono e vanno restituiti a scadenza. Forse dovreste aumentare le già gravose commissioni ma questo risulterebbe impopolare. E' un bel guaio!
Caro Cattivone,
Ti preciso che non risiedo nel Nord Ovest e non rappresento nè Unionfidi Piemonte nè Eurofidi.
La mia proposta è semplicissima: visto che l'unico strumento pubblico nel mercato delle garanzie è il Fondo di garanzia nazionale, con tutti i suoi limiti, perchè non differenziare l'utilizzo di risorse pubbliche dando dei finanziamenti subordinati ai Confidi 107?
In quanto alle commissioni dei Confidi Ti segnalo che risulterebbe palese anche ad un bambino che un Confidi 107 dovrà applicare un costo della garanzia che sia di "equilibrio". Banca Popolare di Garanzia docet. Chi è già 107 e non lo sta facendo credo che a breve avrà grossi problemi...qualcuno, partito troppo presto come 107, mi risulta batta già cassa ai soci...
Sui rating ai Confidi di Intesa San Paolo, informatevi meglio,...poi mi direte.
A proposito in merito ai ritardi di BDI sull'esame delle richieste di iscrizione al 107, chiarisco a Sapio che alcuni Confidi di medio/grande dimensione presenteranno domanda a dicembre. Questo perchè stanno incorporando o, meglio, qualcuno ha già incorporato alcuni confidi espressione del proprio sistema associativo. Sono solo tempi "tecnici" da rispettare. BDI vuole infatti valutare il soggetto unico con relativo bilancio consolidato frutto della suddetta operazione.
Al momento BDI stà valutando una decina di istruttorie. E' probabile che i Confidi 107 al 31.12.2010 non siano più di una quindicina. Vedremo.
Excelsus, da chi ci possiamo informare?
A proposito di trasparenza, guardate il sito di Finsardegna (Confidi 107). E' il massimo dell'opacità, l'ultimo bilancio pubblicato è del 31/12/2006 + semestrale a 6/2007. E gli obblighi di terzo pilastro? Sono partiti troppo presto o aveva ragione chi diceva che "è più facile diventare 107 che restarlo"?
Excelsus, ma le risorse pubbliche sono già scarse perché disperdele. Ed a che pro? Le imprese, magari con l'aiuto di un Business Office, possono rivolgersi direttamente al fondo PMI. Che bisogno c'è del Confidi? In Lazio e Toscana, per uno sciagurato atto di orgoglio delle regioni l'intermediazione del Confidi è obbligatoria. Nel Lazio è però stato richiesto dall'Abi alla Regione di revocare tale obbligo (nel Lazio non ci sono Confii con dimensine 107 anche se se ne sta raggruppando uno.
I ritardi cui mi riferisco sono relativi all' approvazione di domande GIA' presentate. Eurofidi ha presentato domanda a fine gennaio.
Per conoscere quali Confidi pesa la Banca, recati nelle filiali Intesa San Paolo per capire chi è ponderato e chi no dei Confidi convenzionati, invece, per quanto concerne i criteri con i quali Intesa San Paolo ha attribuito i rating, Te ne segnalo tre:
1) Bilancio al 31.12.2008 del Confidi con annesse integrazioni e precisazioni richieste direttamente dalla Banca ai singoli Confidi.
2) Ponderazione dello specifico portafoglio dei finanziamenti condivisi tra Banca e Confidi: in buona sostanza una valutazione fatta sia sullo stock e sia sui flussi.
3)Ponderazione del rischio relativo alla territorialità operativa del Confidi: provinciale, regionale, nazionale e relativa ponderazione con la valutazione territoriale risultante dal portafoglio della sola Banca.
Questi sono gli elementi di cui sono a conoscenza. Altro non so.
Voglio parteciparvi una notizia importante: in una grande banca, da quest'anno gli incentivi al personale sono proporzionali al margine di interesse al NETTO della PERDITA ATTESA. Non avete idea di quello che sta succedendo. E' la rivoluzione francese in banca!
A Cattivone rispondo che, visti i criteri di accesso al Fondo, non tutte le PMI e non tutte le forme tecniche sono ammesse al medesimo. E le altre che fanno? Si attaccano al tram?
Inoltre, per quanto riguarda l'accesso diretto delle Banche al Fondo, Ti segnalo che i medesimi Istituti spesso chiedono l'aiuto dei tecnici dei Confidi per inserire le istruttorie sul Fondo poichè, ancora non hanno stutturato degli uffici ad hoc, ed istruire e quindi monitorare e gestire queste posizioni richiede quantomeno un minimo di professionalità e di conoscenza delle disposizioni operative del Fondo. Al proposito Vi ricordo che il manuale operativo delFondo aggiornato a settembre 2009 conta 275 pagine...
Ma allora era vino ribattezzato acqua! Precisiamo rating o ponderazione è qualcosa di ufficiale approvato da BdI. Il resto è ad uso interno e ce l'hanno più o meno tutti.
Tanto per sapere eh!? Quali sarebbero le PMI escluse? Quelle in perdita o che hanno un loro fondo (agricoltura)? Quali sono le forme tecniche escluse?
Sull'intervento dei tecnici dei Confidi nell'inserimento delle domande, questo non fa che riconfermare quello che si legge. Occorre consulenza, non fittizie garanzie!
Bè sul primo punto rispondo che allora vorrà dire che è acqua fresca il sistema interno di valutazione del primo Gruppo Bancario Italiano...stiamo freschi! Intesa San Paolo il suo sistema lo avrà validato o no con BDI?
Sul secondo punto rispondo con quanto segue: al Fondo si possono garantire i fidi a breve ma solo se a scadenza massima a 18 mesi, rimangono fuori tutti i fidi a revoca, inoltre, per quanto concerne i finanziamenti assistiti da garanzia reale, sussistono pesanti limiti di accesso. Infine al d là di alcuni settori di attività che rimangono comunque esclusi, dico a Cattivone che il Fondo è stato a suo tempo tarato sulle medie imprese del settore manifatturiero e per esperienza diretta Ti posso garantire che una miriade di micro e piccole imprese del terziario purtroppo non vantano gli indici di bilancio, richiesti per l'ammissione al Fondo. Non mi pare poca cosa...
Intesa, che io sappia, non è ancora stata autorizzata all'IRB. Ma anche se lo fosse stato, non è detto che sia stata autorizzata a dare un rating tutte le sue controparti. Il rating dei Confidi è una cosa molto particolare. I soggetti sono pochi e non costituiscono un gruppo statisticamente valido. Tutte le banche hanno un sistema di valutazione interno dei Confidi, più o meno nasometrico. In verità stanno tutte aspettando che BdI levi loro le castagne dal fuoco autorizzando i 107 e gli altri nisba. Quindi parlare di rating riferito ai Confidi è dire acqua al vino. Fanno eccezione i tre Confidi, ora ne dovrebbe essere rimasto uno solo, con rating esterno (S&P o Fitch), peraltro tutti inferiori al minimo necessario A-
Scusi Cattivone se mi intrometto. Il motto di Basilea è "se non sei buono per il re (fisco), non sei buono neppure per la regina (banca)". Occorre chiarire se le imprese che appaiono cattive (spesso per sfuggire al fisco) meritano o no aiuto. Questo è il problema dei problemi e non solo nel campo dei finanziamenti bancari. Poi non capisco quali limiti ci siano se il fianziamento è garantito da garanzia reale. Se ne possono far due, uno garantito (bene) da garanzia reale ed uno non garantito e quindi garantibile dal Fondo PMI. Quelle elencate non mi paiono limitazioni.
Vabbè Sapio, vorrà dire che i Confidi andranno da qualche Agenzia autorizzata e previo pagamento di lauta notula si faranno assegnare AAA+++ Al di à della battuta, pongo un quesito: secondo Voi è più attendibile un giudizio di Gruppo bancario come Intesa San Paolo o l'attribuzione di un rating esterno lautamente remunerato?
Excelsus, ti ricordi il 30 politico del '68? Beh oggi ce il BBB+ politico assegnato ai Confidi, solo perchè c'è dietro mamma Regione che si presume interverrà in caso di bisogno. Leggiti qualcuno di quei certificati, rinfrancano lo spirito avvilito. Il problema è che qualcuno è sfuggito dal recinto regionale ed è andato a far guai (prendere clienti marginali) lontano. Interverrà ancora mamma regione?
PS Credo di più al giudizio di Intesa ma bisogna che BdI sia dello stesso parere ed altrettanto convinta sia la BCE.
Finalmente ho trovato un punto di incontro con Sapio: meglio Intesa San Paolo di un rating politico ottenuto previo pagamento di lauta notula. Stamani sono felice.
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