Alex mi segnala cortesemente il link al quale potete consultare la bozza della legge di riforma del sistema confidi in Abruzzo. Il testo andrà in discussione oggi nella Quarta commissione del Consiglio regionale.
Il testo prevede, come già anticipato nei commenti ai post precedenti in materia, aiuti destinati ai confidi, o dagli stessi veicolati, in tre forme: contributi ai fondi rischi, contributi per abbattimento tassi e un fondo regionale di contro-garanzia. Sono inoltre previsti contributi ad hoc per progetti di fusione.
Sull'efficacia di un fondo di contro-garanzia locale ho qualche dubbio, per i noti motivi (non conformità a Basilea 2 per le banche e ristrettezza del pool di rischio). Opportunamente la bozza prevede che parte delle risorse del Fondo regionale possano essere apportate al Fondo Centrale Pmi, secondo il modello federativo introdotto dall'art. 11 c.5 DL 185/2008). In questo modo potrebbero far leva con le risorse statali e, per le garanzie a prima richiesta, lucrare la ponderazione zero.
Per essere ammessi ai benefici, i confidi dovranno rispettare i seguenti requisiti:
a)essere operanti alla data del 31/12/2005 o essere risultanti dalla fusione di confidi esistenti alla predetta data;
b)avere un numero di imprese socie o consorziate, al momento della richiesta di contributo, non inferiore a 250;
c)essere iscritti nel registro delle imprese di una delle province della Regione Abruzzo nella quale hanno sede;
d)avere un patrimonio netto, comprensivo dei fondi rischi indisponibili, non inferiore ad € 6.000.000,00;
e) avere nel proprio oggetto sociale la finalità di rilasciare garanzie alle categorie economiche interessate;
f) avere erogato garanzie da almeno tre anni ad imprese socie o consorziate;
g) avere avuto nell’esercizio precedente un volume di operazioni di credito garantite, attestate delle Banche, pari ad almeno € 10.000.000,00;
h) avere operatività territoriale regionale;
i) prestare garanzie in favore delle micro, piccole e medie imprese industriali, commerciali, turistiche e di servizi, imprese artigiane e agricole, come definite dalla normativa comunitaria, ivi compresi i liberi professionisti.
Luca
28 commenti:
Domanda: quanti Confidi regionali delle Marche rimarrebbero esclusi da questi contributi per mancanza di requisiti soggettivi? Quanti invece avrebbero diritto?
Tutti - nessuno
Non sono stato chiaro? Su X Confidi di oggi, quanti non hanno o avrebbero i requisiti per accedere ai contributi? Quanti li avrebbero? Oggi sarebbero tutti esclusi se non fanno qualcosa ? E così?
I confidi iscritti all'UIC sono 66 in Abruzzo. Di questi alcuni risultano cessati alla CCIAA altri non operano ed altri ancora non beneficiano di alcun contributo regionale, per cui dei circa 50 confidi che beneficiano dei contributi solo 10/12 hanno i requisiti.
Secondi voi è legittimo introdurre un limite patrimoniale di 6 milioni di euro mentre la legge quadro prevede un patrimonio di 250.000 euro?
Che senso ha dire che (art.2) "al fine di favorire le fusioni" la Regione concorre alle spese sostenute dai Confidi dal 01 Gennaio 2004?
Saluti a tutti!
Credo che su circa 50/60 Confidi presenti oggi in Abruzzo (nell'ultimo anno ci sono state alcune fusioni) solo 5 o 6 hanno i requisiti necessari previsti dalla Legge.
Domande: "perchè porre dei requisiti patrimoniali minimi per la gestione dei contributi? chi dice che un Confidi con €6.000.000 di patrimonio è più solido di un Confidi con €500.000 di patrimonio? rapportiamo il patrimonio ai rischi in essere e non ragioniamo in valore assoluto. Che ne pensate? Ma se la Legge quadro sui Confidi prevede un patrimonio minimo di €250.000 perchè io, piccolo ma efficiente Confidi, con bassissime insolvenze, non posso gestire i contributi della Regione Abruzzo?
Il patrimonio (disponibile, che è una proxy del patrimonio di vigilanza) va rapportato ai rischi ponderati al netto delle perdite attese o già incorse. Ma come si calcola questo se i 106 non hanno vincoli di reportistica? Diventano opinioni diviso opinioni.
Di ragioni per alzare l'asticella, mettendomi nei panni della Regione, ne vedo diverse. Le Amministrazioni talora preferiscono avere pochi interlocutori, per standardizzare le procedure (pensiamo alla rendicontazione degli abbattimenti di tasso), per avere tavoli meno affollati quando si dividono le risorse. Sotto una certa dimensione, o meglio numerosità di posizioni, del portafoglio garanzie il confidi come garante è alla mercé del rischio di concentrazione, anche se è bravissimo nel seguire i suoi associati. Il rischio non telefona prima di manifestarsi, quando colpisce bisogna avere una massa che lo può assorbire, la perdita non deve incidere troppo sul portafoglio e sul patrimonio. Poi ovviamente c'è una dimensione minima per potersi permettere uno staff adeguato.
So bene che nel settore ci sono realtà molto efficienti e parsimoniose (anche grazie al sostegno delle strutture associative). Ma sull'aspetto del pool minimo di rischio non ci sono storie: nel mio paese posso avere un ottimo ambulatorio medico, ma sarebbe ridicolo creare un piano di assicurazione sanitaria per 50 persone, a meno che abbiano tutte una salute di ferro (ma allora non servirebbe).
@ Luis: "Secondi voi è legittimo introdurre un limite patrimoniale di 6 milioni di euro mentre la legge quadro prevede un patrimonio di 250.000 euro?"
Sono due cose diverse: la legge quadro nazionale pone i limiti per essere confidi, la norma in esame vuole selezionare i confidi destinatari di contributi. Non potrà mai impedirti di fare il confidi.
E' un modo, a mio avviso legittimo, di spingere gli operatori privati a muoversi in una direzione che si ritiene massimizzi l'impatto positivo dei contributi regionali.
Io mi preoccupo invece di alcuni paletti che definisco 'protezionisti': solo i confidi esistenti al 31/12/2005? solo i confidi con sede operativa e legale in regione? solo quelli con operatività regionale?
Ma il fine non è favorire l'accesso al credito per le PMI? questi vincoli sono funzionali a ciò?
E attenzione, una lettura restrittiva di 'operatività regionale' potrebbe escludere quelli che operano fuori regione: forse i più grandi.
Da quello che so alcuni Confidi nati dalle fusioni superano i 75 milioni di attività fianziarie. Come faranno a trasformarsi in 107 e contestualmente limitare la propria operatività in ambito regionale?
X Sapio: "potremmo rapportare semplicemente il patrimonio netto ai rischi in essere presenti in bilancio tra i conti d'ordine. Credo francamente che per un 106 (che non ha vincoli di reportistica) sia uno dei dati più importanti".
Basilea vuole il PV (grosso modo)=PN - elementi deduttivi + subordinati (con limitazioni)- Perdite attese o già incorse. I rischi dei conti d'ordine non sono ponderati e vanno (è qui il problema) depurati delle controgaranzie . Tutto questo i 107 lo mettono in evidenza nel terzo pilastro. E non è una cosa semplice. I bilanci dei 106 sono incomprensibili e variegati. Pensa che c'è un Confidi che pretende di inserire nel PV le fdj ricevute dai soci! Comunque se hai idee su come dovrebbero essere fatti i bilanci, esprimile: è un argomento che mi interessa molto. Io , per ora sono dell'idea che solo un sistema "107 like, terzo pilastro compreso", può aiutare. Purché i dati non siano falsi come quelli di BPG. E BdI ci ha messo due anni ad accorgersene.
Per i puristi, cfr sopra - Perdite attese o già incorse NON ANCORA ISCRITTE NELL'APPOSITO FONDO.
Tutti concordiamo che bisogna alzare l'asticella anche se tutti in Abruzzo sanno che questo è il primo passo.L'Assessore allo sviluppo economico in un'intervista televisiva, alcuni mesi fa, ha dichiarato di voler ridurre i confidi beneficiari di contributi regionali a non più di 4/5 mentre dopo le fusioni prevedibili nel 2010 almeno 25/30 avranno gli attuali requisiti minimi.
x Dario:so benissimo che i 250.000 euro di patrimonio sono i limiti per essere confidi però noto come ad esempio la Regione Sicilia L.R.11/2005 (non so se è stata modificata) ha limitato l'accesso ai confidi beneficiari introducendo vari parametri ma lasciando invariato quelli patrimoniali.
Exit poll: alle 12:13 il numero dei Confidi beneficiari variano da 5/6 a 25/30. Speriamo questi dati non vadano in mano ad un sondaggista o son dolori.
E' vero i bilanci dei 106 sono molto variegati ma è anche vero che Banca d'Italia non ci ha mai chiesto report o dati particolari se non la semplice comunicazione annuale del fondo consortile del fondo di garanzia monetario e della competenza territoriale del Confidi (MOD. BI/AR-VAR). E' vero invece che la contabilità di un Confidi non è alla portata di "tutti" ma solo perchè richiede delle conoscenze specifiche. Ci sono bilanci di 106 che a mio parere sono molto chiari. Mi piacerebbe approfondire con te questo argomento.
Mi spiego meglio:
il numuro dei confidi in possesso dei requisiti minimi al 31/12/2009 saranno 10/12; dopo le prevedibili fusioni nel 2010 e anni seguenti saranno 25/30.
Forza Alex, scrivi qualcosa a beneficio di tutti. Comincia dalle conoscenze specialistiche necessarie a interpretare i bilanci dei Confidi. Anzi ti alzo la palla. Nella scorsa estate ho contribuito a sollevare un problema: contabilizzazione delle PA (secondo Basilea) o delle Perdite Incurred (secondo IFRS). Cosa ne pensi? Per farti capire ci sono dei Confidi candidati 107 che si sono presentati agli esami con un PV eccedente perché non lo avevano depurato delle PA. Una volta fatto ciò si è sgonfiato come il souflée. What do you think about?
Un'altra cosa: mi dai i nomi dei Confidi 106 che fanno un bilancio chiaro? Grazie.
In curiosa attesa delle risposte di Alex vi segnalo, al seguente link:
http://www.consiglio.regione.abruzzo.it/leggi/lexreght/testilex/0065091.htm
l'invenzione, sempre in Abruzzo, del COFIDI, segno evidente che gli assessori competenti (da una parte industria commercio ed artigianato e dall'altra agricoltura) non sono riusciti a raccordarsi (o non ci hanno proprio provato)
Mi occupo di Confidi da anni, e devo ammettere che Sapio ha ragione. A mio parere non sono necessarie conoscenze specifiche sui confidi. Il problema deriva dal fatto che i confidi si fanno il bilancio come gli pare, o meglio come gli fa comodo. Prendete i bilanci di 10 confidi a caso, le stesse partite dovrebbero comparire nelle stesse voci di bilancio........ops, ma non è così.
X Sapio
non parlo di conoscenze specalistiche necessarie per interpretare il bilancio di un Confidi ma di conoscenze specifiche per elaborarlo come si deve.
Non posso rispondere alla tua domanda perchè francamente non conosco in maniera approndita i bilanci dei 107, mi piacerebbe invece discutere dei bilanci dei 106. Ti propongo un confronto: "ti spedisco il bilancio del confidi 106 dove io ho il piacere di lavorare, e dopo averlo esaminato attentamente, mi dici se per te è abbastanza chiaro. Che ne dici?
Mi piacerebbe tuttavia concentrarmi su cosa pensate della Legge di riforma dei Confidi qui in Abruzzo. Credetemi, se dovesse essere approvata così come è stata formulata genererà una vera e propria rivoluzione copernicana.
Ragazzi, rispondo qui ad alcune questioni, anche non strettamente attinenti a questo post.
1. Sapio accusa Finsardegna di essere opaca.
In effetti il sito di Finsardegna è in lavorazione (si dice così, no?). Entro la fine dell'anno gli obblighi di 3' pilastro(disclosure) saranno adempiuti.
2. Neafidi e BPG.
Non esiste nessun piano di "accollo" delle garanzie BPG da parte di Neafidi. I migliori auguari ai dipendenti di BPG, ma la vedo dura (spero ovviamente di sbagliarmi).
3. Abruzzo
Mi piace molto il bando. E' vero che prevede un patrimonio alto e un'operatività bassa. Ma il patrimonio alto è una garanzia a fronte della rischiosità implicita in una situazione oggettivamente non facile e l'operatività bassa va incontro alla realtà locale dei confidi, cosa che mi sembra naturale.
4. Sapio
Ti conoscevo meno drastico con i confidi. Ti deve essere successo qualcosa che non ci hai detto...
OK spedisci.
Bilancio spedito
Caro Claudio (D'auria),
un sito non è come un neonato che non si può ammirare se non dopo che la mamma, trascorsi i regolari nove mesi, l'ha partorito. Un sito si può pubblicare a pezzi. Se a Finsardegna hanno pubblicato il bilancio al 31/12/2006 e la semestrale 2007 possono ben pubblicare il bilancio al 31/12/2007 e 2008. E guarda che c'è un brutto precedente, mi accorsi che BPG marcava male allorché non pubblicò il bilancio al 31/12/2007 neanche dopo 12 mesi. Ora non è questo il caso ma è meglio fare un piccolo sforzo di trasparenza. Diglielo per favore!
La mia posizione verso i Confidi? Ma non è mai cambiata in tre anni. Ciao
L'operatività bassa, ma sopratutto la competenza regionale, credo che non siano di aiuto per la costruzione del un conto economico di un 107. Mi ripeto, alcuni Confidi oggetto della fusione superano i 75 milioni di attività finanziaria, siamo sicuri che la competenza regionale non penalizzi il futuro 107?
x Sapio
hai commenti sul bilancio?
Per ora uno. I conti d'ordine non riportano le garanzie rilasciate per durata (il rischio dipende dalla durata). Il rischio dei Confidi sta tutto nei C. d'Ordine
Comunque il problema è il solito. Il bilancio degli intermediari deve ruotare intorno al re dei re (dei ratios) e cioè il Total Capital Ratio e questo è illustrato nel capitolo dedicato alla trasparenza (o terzo pilastro) dei bilanci dei vigilati. Se un ente non è vigilato non è tenuto a questa disclosure e tutto diventa opinabile. Gli schemi approvati sono condizione necessaria mo non sufficiente a fare un buon bilancio.
Spero di fermarmi ad uno.
Mi piace questo confronto, spero di uscirne almeno alla pari.
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