Come anticipavo in questo post, è stato emanato il Decreto ministeriale che regola la procedura di prenotazione delle garanzie da parte delle microimprese interessate ad accedere alla Sezione per il microcredito del Fondo centrale Pmi, cofinanziata dai versamenti dei parlamentari del Movimento 5 stelle. Trovate qui il testo e un video che ripete quanto detto nei comunicati dello stesso Mimistero.
Tra le novità, il Dm precisa che potranno erogare micocredito ammesso alle garanzie in oggetto anche banche e intermediari iscritti al nuovo albo ex art. 106 del nuovo Tub, oltre agli enti di microcredito iscritti all'elenco ex art. 111. Si tratta di una scelta obbligata per rendere subito operativa la misura, dato che l'elenco ex art. 111 al momento è vuoto. Rinvio in proposito al commento di Roberto Cappelloni.
Inoltre, il nuovo decreto assegna un ruolo di promotore della misura e di fund raising (mediante convenzioni con enti sponsor) all'Ente Nazionale per il Microcredito, organismo di diritto pubblico operante da vari anni che finora non aveva trovato una collocazione nell'ordinamento del settore disegnato dalla riforma del Tub (che istituiva un Organismo gestore dell'elenco degli enti di microcredito, per il momento "congelato" nelle disposizioni attuative messe in consultazione dalla Banca d'Italia).
Il Ministero (e a seguire il Gestore del Fondo) hanno risposto con una serie di decreti prodotti a tambur battente alla campagna del Movimento 5 stelle. Altri sponsor si sono uniti lungo il cammino. Alla fine abbiamo una nuova linea di garanzia del Fondo che di fatto (se intermediata da banche) replica quella già esistente delle operazioni di piccolo importo con nuove imprese (su cui il figlio del mio amico Diego ha presentato domanda per aprire una piccola gelateria). Qui la differenza stava nel ricorso a intermediari specializzati, che però non erano pronti all'appuntamento.
Certo, meglio fare che non fare, ma così facendo costruiamo in modo disordinato, e alla fine il nuovo si riduce al messaggio mediatico.
10 commenti:
Ma i nostri cari 5 stelle quando si daranno una svegliata, quando cominceranno a studiare e capire le cose prima di urlare su questioni che non conoscono: i loro 10 milioni alla fine saranno regalati alle Banche (quelle banche che senza faticare molto hanno fatto inserire nel testo di legge “anche banche e intermediari iscritti al nuovo albo ex art. 106 del nuovo Tub” per cui li nuovo è diventato subito vecchio: la pagliacciata della prenotazione della garanzia diventa solo un’ulteriore perdita di tempo rispetto ad un iter già esistente) che tanto denigrano , senza poco o nessun beneficio alle imprese!
Cercate di capire bene come funzione il FCG e come si può migliorare, chiedendo trasparenza, senza continuare a regalare soldi dello stato (dei contribuenti e quindi nostri) alle Banche
A quali intermediari dovevano essere invece regalati i soldi? Con quale procedura priva di intermediazione?
Si tratta di microcrediti e non microregali. Per erogare, un soggetto deve prima raccogliere e poi erogare. Indi recuperare l'erogato e restituirlo ai depositanti. Il Fondo contribuisce alla restituzione di quanto (poco) non restituito dai prenditori. Se non devono essere le banche a fare questo lavoro, allora chi deve farlo e con quali soldi?
Buongiorno,
scusate ma non mi è chiaro un aspetto.
Per le regione come le Marche, che hanno previsto l'impossibilità per le Banche di accedere alla Garanzia Diretta del Fondo per le operazioni di importo inferiore a 150 mila euro, anche le operazioni di microcredito dovranno necessariamente prevedere l'intervento di garanzia di un Confidi? Come si rapportano le due normative?
Penso di sì, la riserva a favore della contro-garanzia blocca l'utilizzo della sezione per il microcredito in garanzia diretta, salvo nuove disposizioni.
Ancora non è chiaro il ruolo svolto dall'ente nazionale di microcredito, comunque su andate sugli emolumenti degli organi http://www.microcreditoitalia.org/index.php?option=com_content&view=article&id=27&Itemid=27&lang=it
molte cose ci saranno più chiare!!!!
Il ruolo dell'Ente
Le linee operative possono essere sostenute attraverso interventi diretti dell'Ente (direct playing) che si traducono nella promozione, nell'attivazione, nel sostegno tecnico e, se possibile, finanziario (quest'ultimo tramite risorse private eventualmente reperite a tal fine), nella gestione e nel monitoraggio di specifiche iniziative di microcredito o di microfinanza. L'Ente può altresì promuovere interventi indiretti (matching field), volti a sostenere progetti attuati da istituzioni terze ma certificati dall'Ente stesso.
Cioè in Italia, esiste un ente in cui si fa' poco più che divulgazione informativa per cui, da anni, ex parlamentari si pappano olre 100mila Euro all'anno senza avere una responsabilità: Italia paese stupido senza futuro.
Gli sponsor dell'Ente nazionale per il microcredito /ENM) si sono messi in una situazione che potrebbe diventare imbarazzante: hanno ottenuto un ruolo (vago) in un provvedimento spinto dal Movimento 5 stelle. niente di più facile che monti una polemica sui costi della politica prodotti dall'ENM
Professore, meglio non indagare: questo si trova senza sforzi con google
http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/controllo/sez_controllo_enti/2014/delibera_104_2014.pdf
http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/controllo/sez_legittimita/2014/delibera_28_2014.pdf
considerazione che ai più potrà apparire ininfluente o inutilmente pedante. Il Decreto di marzo 2015 apporta una piccola correzione al precedente Decreto del dicembre 2014 e introduce (nuovo art. 7.3) la "circolare del gestore del Fondo".
Il Decreto del 2014 già di suo citava le "disposizioni operative" del consiglio di gestione, che per la verità esistono dal 1999 (quando però il gestore come lo si intende oggi, cioè un soggeto vincitore di gara d'appalto, non c'era ed il Mediocredito era un ente pubblico a tutti gli effetti; poi le cose sono cambiate), anche se non hanno mai rispettato i contenuti ed i limiti che ci si sarebbe atteso rispettassero.
Non so se ci rendiamo conto di cosa avviene. Non basta una legge dello Stato, ma ci vogliono uno o più decreti ministeriali (che posso avere contenuti regolamentari o non regolamentari), poi delle Disposizioni Operative (adottate da un consesso di persone, sia chiaro, la cui competenza è fuori discussione, ma non necessariamente dotate di potestà normativa) ed ora, addirittura, si introduce, in un atto avente forza di legge, la categoria della "circolare del gestore".
continuo a rimanere scettico circa la legittimità di queste "architetture normative".
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