Oggi anche Repubblica parla dei suicidi dei piccoli imprenditori veneti con due articoli (il racconto dei 14 drammi già consumati e un commento di Luciano Gallino).

martedì 9 marzo 2010
Anche Repubblica denuncia i suicidi a Nord-Est
Oggi anche Repubblica parla dei suicidi dei piccoli imprenditori veneti con due articoli (il racconto dei 14 drammi già consumati e un commento di Luciano Gallino).
lunedì 8 marzo 2010
Modi di stare davanti alla crisi
Cari amici, noto da qualche settimana una rarefazione degli interventi sul blog. Forse mancano spunti interessanti. Più probabilmente (stando a quello che sento) rischia di spegnersi l'interesse per quello che continua a succedere.
domenica 7 marzo 2010
Le due rincorse dell'economia italiana: l'analisi di Salvatore Rossi
Ho un buon consiglio di lettura per chi cerca profondità storica e lucidità nell'analisi della crisi: è l'intervento di Salvatore Rossi, direttore della ricerca economica in Banca d'Italia, alla giornata di studio in onore di Guido Rey organizzata lo scorso 5 marzo a Roma. In 18 pagine di testo e altrettante di grafici Rossi traccia il cammino dell'economia e della politica economica in Italia dalla crisi del 1992-93 (uscita della lira dallo SME) a quella del 2008-09. Lo fa con dono raro di chiarezza e di sintesi, concludendo che il nostro paese si sta giocando tutto, o quasi, nella seconda rincorsa (dopo la prima, del 1997-98 per entrare nell'euro): l'adeguamento strutturale all'impatto della globalizzazione e della rivoluzione tecnologica delle ICT, da completare sotto i colpi della crisi reale e gravati da ritardi strutturali. Cito:
I difetti strutturali del sistema economico italiano rappresentano altrettante difficili sfide per una politica economica che voglia rilanciare la produttività, la competitività e la crescita di lungo periodo. E’ in questo vasto e variegato campo delle politiche cosiddette “strutturali” che la capacità decisionale del sistema politico viene messa alla prova decisiva, un campo irto di difficoltà perché tecnicamente complesso e disseminato di agguerriti interessi di gruppi di pressione e corporazioni.E' una battaglia durissima, chi è disposto a combatterla? Se i centri decisionali pubblici sono bloccati e debilitati, che cosa si può fare dal basso, sussidiariamente, per sopperire? Se qualcun altro pensa che queste domande siano importanti, ci faccia dono anche soltanto della sua trepidazione, del suo disagio. Ma anche dei motivi che alimentano la sua speranza di costruire.
martedì 2 marzo 2010
Basilea 2 è morta? Abbasso Basilea 3!
Il titolo bizzarro del post riassume un articolo dal Sole 24 ore di oggi a pag. 42 (v. ritaglio su rassegna MEF). Si riassumono i risultati di uno studio di Deloitte sull'impatto di alcune modifiche al framework sul capitale attualmente in consultazione. In realtà (se ho inteso bene) Deloitte stigmatizza l'inasprimento dei requisiti sul rischio di mercato e quello di controparte, conseguente alla chiusura dei buchi che consentivano arbitraggi regolamentari su asset illiquidi semplicemente spostandoli dal banking book al trading book. L'articolo trae però la conclusione che Basilea 3 colpirà soprattutto la capacità di prestito delle banche. Da questo punto di vista, conclude l'articolo, Basilea 3 porta indietro l'orologio ai tempi di Basilea 1, revocando i benefici di Basilea 2 (ma non era Basilea 2 l'origine di tutti i mali, compreso il credit crunch?).
Perasso (lavoce.info): una tassa sulla leva eccessiva, impariamo dalla NBA
Nic&Gabri mi segnalano un articolo-provocazione di Giancarlo Perasso su lavoce.info. Ecco il succo della proposta:
Nell’Nba, esiste il “salary cap”, cioè un monte salari fisso per ogni squadra (i premi sono liberi). Se la squadra di Los Angeles, ad esempio, volesse ingaggiare un campione che porterebbe il monte ingaggi al di sopra del tetto fissato, dovrebbe versare alla Nba stessa il corrispondente dell’ammontare per cui ha superato il monte salari. Per fare un esempio: se il monte salari è 100 dollari e cresce a 110 con l’arrivo del nuovo giocatore, la squadra dovrà versare 10 dollari all’Nba.
Litan dà i voti alle innovazioni finanziarie utili, inutili e dannose
Il Sole 24 ore segnala In Defense of Much, But Not All, Financial Innovation, un paper di Robert Litan, membro del think thank Brookings Institute. Litan ha inteso rispondere alla provocazione di Paul Volcker che delle innovazioni pare salvi soltanto il Bancomat. Nel saggio si classificano i nuovi servizi di pagamento, gestione del risparmio, credito, allocazione del rischio secondo tre profili: facilità di accesso, convenienza e contributo al PIL. Bocciati senz'appello i figli degeneri della bolla subprime, ovvero gli adjustable rate mortgages (quei mutui con le prime rate in offerta speciale), i CDO (contenitori di asset tossici) e le SIV (veicoli fuori bilancio per asset tossici). Bocciati gli hedge fund. Promossi (se usati bene) i derivati su crediti, che Wolfgang Münchau del Financial Times, vorrebbe invece l'utilizzo naked, cioè senza posizioni sottostanti da coprire, vedi articolo in italiano e in inglese).
Saccomanni: le sfide per le banche popolari nel nuovo scenario regolamentare
Fabrizio Saccomanni, Direttore Generale della Banca d'Italia, è intervenuto il 26 febbraio al Convegno dell'Istituto centrale delle banche popolari su "Banche cooperative e sviluppo solidale: sfide e opportunità". Qui trovate la relazione, che tocca problemi cruciali per le popolari, quali lo sviluppo degli impieghi e il loro tasso di deterioramento (entrambi più rapidi rispetto alle medie di sistema), nonché le modifiche (sollecitate su base volontaria) alle regole di governance.
lunedì 1 marzo 2010
Anche Di Vico (Corriere) sul gesto estremo degli imprenditori
Il tema discusso per radio da Giannino è ripreso da Dario Di Vico sul Corriere di oggi. Alcuni passaggi:
Giuseppe Nicoletto, Paolo Trivellin, Walter Ongaro e gli altri caduti, rappresentano altrettanti casi di un’imprenditoria coraggiosa e battagliera che il mercato l’ha conosciuto giorno per giorno, nella sua versione più realistica e selettiva e non in quella teorico-accademica che si può tranquillamente apprendere sui manuali di management.
Osservatorio Cerved sulle crisi d'impresa: crescita a due cifre di fallimenti e concordati
Cerved ha pubblicato il rapporto del proprio Osservatorio sulle crisi d'impresa nel 4° trimestre 2009. Cito alcuni passaggi:
Dopo la brusca caduta delle procedure seguita alla riforma della disciplina sulla crisi d’impresa, dall’aprile del 2008 i fallimenti hanno iniziato una corsa che dura da sette trimestri consecutivi, con tassi di crescita sempre a due cifre: complessivamente, nel 2009 si contano oltre 9 mila fallimenti (+23% rispetto al 2008).L’aumento dei fallimenti è stato particolarmente elevato tra le società di capitale (+25%), mentre le società di persone, le imprese individuali e le altre forme giuridiche fanno registrare tassi inferiori alla media, ma comunque a due cifre (rispettivamente +21%, +15% e +17%).
Rassegna trimestrale BRI: il rischio sovrano scuote i mercati
E' disponibile sul sito della Banca dei regolamenti internazionali il nuovo numero della Rassegna trimestrale. Riporto il comunicato:
La Rassegna trimestrale BRI del marzo 2010 pubblicata oggi presenta una panoramica degli sviluppi recenti nei mercati finanziari. Essa attribuisce il calo dei prezzi delle attività osservato tra metà gennaio e metà febbraio a una serie di fattori, fra cui la disomogeneità della ripresa economica a livello mondiale e i timori circa il rischio di credito sul debito sovrano dati gli ampi disavanzi di bilancio.
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