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giovedì 24 gennaio 2008

XBRL Roma 2008: società quotate



Primo approfondimento sul convegno di Roma, come promesso qui, in tema di XBRL e società quotate (escluse le banche e le assicurazioni, di cui parlerò in separata sede). E' un tavolo di lavoro al quale non collaboro, e ho appreso cose interessanti dagli interventi di Carmine Di Noia (Assonime) e Luca Filippa (Borsa Italiana). Per le società quotate XBRL sembrerebbe una strada in discesa: esiste una tassonomia XBRL prodotta da un gruppo di lavoro dello IASB, si tratta di società medio-grandi con buoni sistemi di reporting. Invece, non è facile come sembra. Gli IAS non dettano schemi di bilancio obbligatori. La tassonomia IAS ifrs-gp propone alcuni schemi indicativi dei prospetti di sintesi e di dettaglio, ma la singola società può estenderli o sostituirli. Trattandosi di società complesse, e di bilanci consolidati, è forte l'interesse a personalizzare gli schemi di esposizione delle voci. La tassonomia XBRL peraltro fornisce un "dizionario dati" piuttosto ampio che rappresenta la base per uniformare almeno la classificazione delle voci elementari.
Per via di queste preoccupazioni, le società quotate non hanno accolto subito a braccia aperte l'arrivo di XBRL, anche perché gli strumenti a disposizione per creare documenti XBRL sono poco conosciuti e ancora complicati da usare, a meno che ci sia qualche tecnico bravo che capisce di bilancio e di XBRL ed è quindi capace di configurare la struttura dei documenti.
Il tavolo di lavoro di XBRL Italia sulle quotate ha maturato le riflessioni sopra riportate: cautela quindi, ma non chiusura. Sul piano pratico, Borsa Italiana ha avviato un progetto pilota con otto società quotate. A quanto ho capito, è stato messo a disposizione delle società coinvolte un modello su foglio elettronico per inserire i dati delle tabelle di sintesi, dai quali si genera l'istanza xbrl (più o meno quello che abbiamo fatto per la sperimentazione sui bilanci delle non quotate). In alternativa, la società può generare l'istanza da un foglio elettronico "etichettato" con il software DragonTag, o con appositi moduli in formato Acrobat.
Siamo quindi in una fase sperimentale, e giustamente non c'è l'intenzione di forzare l'adozione obbligatoria di xbrl, semmai di fornire incentivi "di mercato": la raccolta di dati in formato elaborabile interessa molto Borsa Italiana sia perché produce efficienza nella raccolta e nella pubblicazione di documenti dalle società quotate, sia perché rafforza la centralità della società mercato come punto di raccolta di informazioni rivendibili. Per una società mercato, i ricavi da servizi di information providing superano quelli da diritti di quotazione e commissioni sulle negoziazioni.

Luca

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1 commento:

Gianguido ha detto...

penso che anche l'esperienza della SEC con xbrl indica che ci vuole tempo e non serve imporre una tecnologia così complessa, ma è controproducente