Ieri, 28/4, ho fatto un breve intervento all'assemblea del Confidi Milano, anticipando alcuni spunti dell'articolo che sto finendo di scrivere per il rapporto annuale di Federconfidi. Non è facile oggi parlare sulle prospettive dei confidi in Italia. Nel settore c’è il rischio di uno stallo: molti enti non si sentono pronti a compiere il passaggio verso il ruolo di intermediari vigilati, i regulator se ne sono resi conto, e si guardano bene dal costringerli a farlo ope legis, e forse questo spiega il ritardo nell’emanazione delle norme di attuazione della riforma. approvata nel novembre 2003.
Ho evidenziato che più del “che fare?” importa il “come partire”. Servono dei punti di riferimento, che aiutino a trovare l’atteggiamento e la direzione di marcia giusti. Il quadro normativo è ancora fluido, ma si possono fare subito tre cose comunque utili, a prescindere dalle dimensioni, dai progetti di riassetto, dalle alleanze, dai rapporti con gli enti pubblici:
- far evolvere i processi di valutazione del credito;
- intervenire sui sistemi informativi, per avvicinarli a standard di tipo bancario;
- sviluppare la consulenza alla gestione finanziaria d’impresa, secondo il modello del business office.
L'assemblea, nella parte straordinaria, ha approvato la trasformazione del confidi da consorzio in cooperativa per azioni, primo passo verso lo status di intermediario ex art. 107 TUB. Confidi Milano intende, a quanto ho capito, avvalersi della forma cooperativa prevista dalla legge quadro sui confidi n.326/2003. La trasformazione approvata ieri è servita anche per mettere ordine nella governance: sono stati ridefiniti i rapporti con gli enti sostenitori (associazioni di categoria ed enti pubblici, in particolare la CCIAA di Milano), in proposito lo statuto prevede una rappresentanza in Consiglio di amministrazione che prescinde dallo status di socio della cooperativa (che tali enti non possiedono), e che invece tiene conto dell'entità degli apporti finanziari nel triennio precedente la nomina.
La situazione dei confidi industriali in Lombardia non è facile da inquadrare. Confidi Milano è il confidi di primo livello di maggiori dimensioni. Esistono gli altri confidi provinciali, e inoltre Federfidi Lombarda, confidi di secondo grado in forma cooperativa. Si parla di progetti di aggregazione, ma esistono diversi poli: Confidi Milano ha avviato un'ipotesi di fusione con Confidi Pavia (altri sarebbero disponibili ad aggiungersi); ci sono però altri tavoli di lavoro che coinvolgono per lo più confidi delle provincie orientali. La Regione Lombardia ha un approccio meno interventista rispetto ad altri casi (vedi Piemonte, Toscana) nei quali le Amministrazioni hanno spinto con maggior energia sulle concentrazioni, e hanno inoltre sostenuto finanziariamente nuove strutture (rispettivamente Eurofidi e Fidi Toscana).
Ringrazio il presidente uscente, Lino Marangoni, che ha avuto la cortesia di invitarmi per il secondo anno, e auguro buon lavoro al nuovo presidente Massimo Perini, che dovrà affrontare, con la struttura guidata dal Direttore Abele Alloni, il completamento del processo di trasformazione.
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