Siamo in estate. Sono andate in vacanza anche le iniziative in aiuto delle imprese, e pure il dibattito in materia. Una vacanza lunga, come le mie da bambino. Che accadrà in settembre? Non lo so, non ci voglio pensare. Risposta sbagliata.
Gira giro tondo gira tutto il mondo gira pure il cerino che rimane al .... piccolino!!! Come girano bene i cerini dalle grandi banche alle piccole banche!
Meglio allora "Cornuti e Mazziati"!!! Almeno sul blog si pensa ANCHE alle Imprese! E a settembre "chi sopravviverà...vedrà"... non si sa bene cosa ma qualcosa si vedrà. Forse.
Verissimo, Roberto. Ma occorre che le imprese si muovano, subito, per reclamare attenzione e dire effettivamente come stanno, di che cosa hanno bisogno. Senza mediazioni. Andando in piazza se serve, ma alla larga dal populismo della mucca Carolina e del letame sparso per strada. Servono mente lucida e nervi saldi. Il problema è preparare una ritirata strategica, là dove non si potrà evitare, e difendere strenuamente chi ha un potenziale di rilancio. Ho già fatto il paragone, rischiamo la rotta dell'ARMIR in Russia, la terza ondata della crisi che ci trova senza camion, senza benzina, senza mappe, si salvi chi può. Non deve succedere. Spiace dirlo, ma le associazioni di rappresentanza, il Governo centrale e quelli locali, la politica in generale e pure le banche si muovono per fini immediati (o mediatici), particolari, non convergenti. E' l'economia che deve guardare avanti, pensare, e agire. Come? Cominciamo a mettere sul tavolo fatti, numeri. Non restiamo tranquilli.
Ca nisciuno è fesso? Nooh, la gara è a chi è più fesso e non lo lascia apparire. Tirare a campare. Tanto poi una soluzione (una fusione, una legge straordinaria) si trova. Solo il popolo minuto (i lavoratori) soffrono. E' la sagra dell'aria fritta!!!
Vuoi dire che le banche (le piccole in particolare) stanno facendo volumi e margini a breve come ai bei tempi pre Basilea 2? I direttori pensano "Dopo il mio budget 2009, il diluvio"? Non lo fanno nell'interesse dei territori e delle comunità?
Tana! Solo chi lavora in proprio pensa a lungo termine. Gli altri, bancari, politici etc. etc. pensano a prendere (bonus, incarichi etc) ed a scaricare i problemi su chi verrà dopo. Chi viene dopo infatti, se il clima aziendale lo permette, per prima cosa fa le pulizie tirando fuori gli scheletri dagli armadi e altrimenti .... ciccia! Così gira il mondo!
Amplifico l'appello di Luca. Non mi spiace dirlo, le associazioni, il governo, gli enti locali, la Banca d'Italia, vogliono ascoltare anche chi tecnicamente può dare valore aggiunto alle scelte politiche (e viceversa) e renderle coerenti con le necessità reali delle Imprese o dobbiamo continuamente sentirci dire armiamoci e PARTITE! Ha ragione anche Sapio, ma basta "tirare a campare", basta "fondiamoci e POI vediamo", basta "speriamo in aggiustamenti normativi"! Altrimenti, ribadisco il concetto, le PMI saranno, come al solito, "Cornute e Mazziate" e, come al solito, DOPO ci sarà il popolo dei "Ma noi lo avevamo dettoe denunciato per tempo!" Chiedo scusa per lo sfogo.
Trovo anch'io singolare che su alcune vicende stia calando un clima preferiale come se da qualche settimana l'unica preoccupazione degli italiani sia la programmazione delle agognate vacanze. Non vorrei che in troppi abbiano molto tempo libero da settembre in poi. Qualche suggestione: 1. meno tavoli 2. immediata operatività per il fondo nazionale per il salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in difficoltà e sua allargamento alle piccole imprese con più di 20 dipendenti. 3. negoziazione con la commissione europea rispetto all'allargamento delle misure di ingegnaria finanziaria dei POR ad intervetni anticrisi 4. "il convento è povero i frati sono ricchi" strumenti di supporto alla capitalizzazione d'impresa.
Luigi: le misure anti-crisi dell'UE hanno allargato le maglie della disciplina sugli aiuti di Stato (vedi pesudo-de minimis di 500.00 euro da mettere su regolamenti di esenzione), le amministrazioni dovrebbero essere più creative nei loro programmi; rimangono però ancora molti paletti all'uso di fondi pubblici per interventi a favore di imprese in crisi. Concordo che ci vogliano delle misure ad hoc per le Pmi, ma attenzione: serve un mix di strumenti finanziari e consulenziali che facilitino il risanamento o indirizzino verso l'ordinata liquidazione, a seconda delle prospettive e della capacità di trovare finanza di mercato. Gli aiuti alle imprese in crisi rischiano altrimenti di prosciugare i fondi per pochi casi, quelli più cari alla politica, e si tirano dietro una scia di aiuti aggiuntivi (per tenere a galla la barca salvata dal naufragio). Per i molti altri non rimane nulla. Occorre comunque che soggetti qualificati lavorino come bestie vicino alle imprese sui loro problemi finanziari, cercando ogni strada per attraversare la crisi come meglio si può.
Vi segnalo un altro punto sul quale andrebbe fatta chiarezza: oggi gli aiuti sono riservati alle imprese sane (Fondo PMI garantisce le imprese ritenute sane in virtù di un noto calcolo di scoring). Sembra invece che le imprese malate debbano essere lasciate morire. Così come non c'è alcun aiuto per le imprese vittime di grandi dissesti altrui, es le imprese dell'indotto ITR di Pettoranello del Molise. Insomma se è giusto aiutare le vittime delle catastrofi naturali perché non debbono essere aiutate le vittime dei disastri economici?
Diciamo che conoscono "minimamente" i temi di cui ho parlato perchè, diciamo, che me ne occupo 10 ore al giorno 5 giorni al settimana. Il tema non è tanto salvare le imprese decotte, non sono per queste distorsioni della conocrrenza, ma rimediare ad evidenti fallimenti del mercato del credito che essi si sono distorsivi. Ribadisco l'indotto della Merloni, quello della ITR,
(mi era sfuggito un enter!) ....i vari distretti dell'automotive, potremmo continuare per ore, perchè come dice Sapio debbono pagare per errori e spesso incapacità altrui. Le misure della UE a contrasto della crisi economico finanziaria sono acqua fresca, quando non inutili essendo solo ampliamenti di regimi di aiuto esistenti. Tra l'altro sono occorsi 6 mesi all'Italia per superare l'incredibile giogo delle procedure di notifica. Purtroppo, Luca, non basta solo lavorare come bestie....occorre avere spesso qualcosa da mettere sul piatto. E questo qualcosa oggi possono essere solo i fondi strutturali. Spero abbiate tutti capito che in Italia non esiste per almeno 2 anni, neanche un euro, per fare politica industriale, per credito alle PMI e di sviluppo. E che tutto quello che ci viene propinato, purtroppo, è solo "comunicazione" perchè possiamo spendere solo quella. Anche sulle infrastrutture.
Caro Luigi, avevo colto la tua expertise sulla materia, ricordavo soltanto alcuni particolari a beneficio dei navigatori, non certo tuo. Sull'esiguità delle azioni anti-crisi dell'UE vedo che concordiamo pienamente. Sul ruolo delle risorse pubbliche abbiamo visioni diverse (chiaramente legate alla visione del ruolo del pubblico nell'economia). Qui nella Provincia di Trento sono stati velocissimi sui diversi fronti (ammortizzatori sociali, aiuti alle famiglie, credito per il riassetto via confidi, investimenti pubblici), e questo grazie (a) ad una finanza provinciale ancora florida e (b) ad una politica pro-attiva, seguita da un'amministrazione efficiente, che sa muoversi bene tra Roma e Bruxelles. E' servito a tamponare il problema, ma non sarà risolutivo. Le banche (per lo più locali) che hanno sostenuto le Pmi affronteranno un deterioramento del credito che non potrà essere interamente tamponato con risorse pubbliche (anche qui non illimitate). Il denaro pubblico è una bombola di ossigeno che serve per avere il tempo di risanare e ristrutturare. Non basta su pianeti dall'atmosfera irrespirabile, in quel caso bisogna migrare verso altri lidi. Altre regioni, a quanto so, si sono mosse con più lentezza e meno quattrini. Ci sono però delle disfunzioni nel coordinamento Stato - Regioni (vedi fondi PON che rischiamo di perdere) che ovviamente dipendono da interessi divergenti tra stakeholder politici. Ma in questo clima di perenni manovre pre-elettorali non si riesce a far molto sulle piattaforme tecniche. Io però ci spero ancora: ad esempio, non escludo che si arrivi ad un regime di aiuto per le garanzie del fondo Pmi condiviso tra Stato e Regioni. Il mio concetto di "bestialità" indica un impegno totalizzante che non ci si prenderebbe per mero calcolo razionale. E' una risorsa intangibile, ma più materiale della sola comunicazione. E' una leva dei pochi soldi che ci sono, e consente di aiutare quando i soldi non ci sono o non bastano.
Ora anche il papi va in ferie: finalmente! Così la crisi si risolve da sola... Ma la siora Emma non aveva detto "ora basta ricreazione, facciamo le cose serie"? O se ne è andata pure lei?
Cara Gaia, il problema è che ognuno ha le sue cose serie "particulari", e se può le cura nelle anticamere giuste, lontano dai riflettori. D'estate vanno in vacanza gli slogan e i proclami. E' pur sempre un guadagno.
16 commenti:
Gira giro tondo
gira tutto il mondo
gira pure il cerino
che rimane al .... piccolino!!!
Come girano bene i cerini dalle grandi banche alle piccole banche!
Come la mettiamo allora con quell'altro detto "Ccà nisciuno è fesso"?
Meglio allora "Cornuti e Mazziati"!!!
Almeno sul blog si pensa ANCHE alle Imprese!
E a settembre "chi sopravviverà...vedrà"... non si sa bene cosa ma qualcosa si vedrà. Forse.
Verissimo, Roberto. Ma occorre che le imprese si muovano, subito, per reclamare attenzione e dire effettivamente come stanno, di che cosa hanno bisogno. Senza mediazioni. Andando in piazza se serve, ma alla larga dal populismo della mucca Carolina e del letame sparso per strada. Servono mente lucida e nervi saldi.
Il problema è preparare una ritirata strategica, là dove non si potrà evitare, e difendere strenuamente chi ha un potenziale di rilancio. Ho già fatto il paragone, rischiamo la rotta dell'ARMIR in Russia, la terza ondata della crisi che ci trova senza camion, senza benzina, senza mappe, si salvi chi può. Non deve succedere.
Spiace dirlo, ma le associazioni di rappresentanza, il Governo centrale e quelli locali, la politica in generale e pure le banche si muovono per fini immediati (o mediatici), particolari, non convergenti.
E' l'economia che deve guardare avanti, pensare, e agire. Come? Cominciamo a mettere sul tavolo fatti, numeri. Non restiamo tranquilli.
Ca nisciuno è fesso? Nooh, la gara è a chi è più fesso e non lo lascia apparire. Tirare a campare. Tanto poi una soluzione (una fusione, una legge straordinaria) si trova. Solo il popolo minuto (i lavoratori) soffrono. E' la sagra dell'aria fritta!!!
Vuoi dire che le banche (le piccole in particolare) stanno facendo volumi e margini a breve come ai bei tempi pre Basilea 2? I direttori pensano "Dopo il mio budget 2009, il diluvio"? Non lo fanno nell'interesse dei territori e delle comunità?
Tana! Solo chi lavora in proprio pensa a lungo termine. Gli altri, bancari, politici etc. etc. pensano a prendere (bonus, incarichi etc) ed a scaricare i problemi su chi verrà dopo. Chi viene dopo infatti, se il clima aziendale lo permette, per prima cosa fa le pulizie tirando fuori gli scheletri dagli armadi e altrimenti .... ciccia! Così gira il mondo!
Amplifico l'appello di Luca.
Non mi spiace dirlo, le associazioni, il governo, gli enti locali, la Banca d'Italia, vogliono ascoltare anche chi tecnicamente può dare valore aggiunto alle scelte politiche (e viceversa) e renderle coerenti con le necessità reali delle Imprese o dobbiamo continuamente sentirci dire armiamoci e PARTITE!
Ha ragione anche Sapio, ma basta "tirare a campare", basta "fondiamoci e POI vediamo", basta "speriamo in aggiustamenti normativi"!
Altrimenti, ribadisco il concetto, le PMI saranno, come al solito, "Cornute e Mazziate" e, come al solito, DOPO ci sarà il popolo dei "Ma noi lo avevamo dettoe denunciato per tempo!"
Chiedo scusa per lo sfogo.
Trovo anch'io singolare che su alcune vicende stia calando un clima preferiale come se da qualche settimana l'unica preoccupazione degli italiani sia la programmazione delle agognate vacanze.
Non vorrei che in troppi abbiano molto tempo libero da settembre in poi.
Qualche suggestione:
1. meno tavoli
2. immediata operatività per il fondo nazionale per il salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in difficoltà e sua allargamento alle piccole imprese con più di 20 dipendenti.
3. negoziazione con la commissione europea rispetto all'allargamento delle misure di ingegnaria finanziaria dei POR ad intervetni anticrisi
4. "il convento è povero i frati sono ricchi" strumenti di supporto alla capitalizzazione d'impresa.
Luigi: le misure anti-crisi dell'UE hanno allargato le maglie della disciplina sugli aiuti di Stato (vedi pesudo-de minimis di 500.00 euro da mettere su regolamenti di esenzione), le amministrazioni dovrebbero essere più creative nei loro programmi; rimangono però ancora molti paletti all'uso di fondi pubblici per interventi a favore di imprese in crisi. Concordo che ci vogliano delle misure ad hoc per le Pmi, ma attenzione: serve un mix di strumenti finanziari e consulenziali che facilitino il risanamento o indirizzino verso l'ordinata liquidazione, a seconda delle prospettive e della capacità di trovare finanza di mercato. Gli aiuti alle imprese in crisi rischiano altrimenti di prosciugare i fondi per pochi casi, quelli più cari alla politica, e si tirano dietro una scia di aiuti aggiuntivi (per tenere a galla la barca salvata dal naufragio). Per i molti altri non rimane nulla.
Occorre comunque che soggetti qualificati lavorino come bestie vicino alle imprese sui loro problemi finanziari, cercando ogni strada per attraversare la crisi come meglio si può.
Vi segnalo un altro punto sul quale andrebbe fatta chiarezza: oggi gli aiuti sono riservati alle imprese sane (Fondo PMI garantisce le imprese ritenute sane in virtù di un noto calcolo di scoring). Sembra invece che le imprese malate debbano essere lasciate morire. Così come non c'è alcun aiuto per le imprese vittime di grandi dissesti altrui, es le imprese dell'indotto ITR di Pettoranello del Molise. Insomma se è giusto aiutare le vittime delle catastrofi naturali perché non debbono essere aiutate le vittime dei disastri economici?
Diciamo che conoscono "minimamente" i temi di cui ho parlato perchè, diciamo, che me ne occupo 10 ore al giorno 5 giorni al settimana.
Il tema non è tanto salvare le imprese decotte, non sono per queste distorsioni della conocrrenza, ma rimediare ad evidenti fallimenti del mercato del credito che essi si sono distorsivi.
Ribadisco l'indotto della Merloni, quello della ITR,
(mi era sfuggito un enter!)
....i vari distretti dell'automotive, potremmo continuare per ore, perchè come dice Sapio debbono pagare per errori e spesso incapacità altrui.
Le misure della UE a contrasto della crisi economico finanziaria sono acqua fresca, quando non inutili essendo solo ampliamenti di regimi di aiuto esistenti.
Tra l'altro sono occorsi 6 mesi all'Italia per superare l'incredibile giogo delle procedure di notifica. Purtroppo, Luca, non basta solo lavorare come bestie....occorre avere spesso qualcosa da mettere sul piatto. E questo qualcosa oggi possono essere solo i fondi strutturali.
Spero abbiate tutti capito che in Italia non esiste per almeno 2 anni, neanche un euro, per fare politica industriale, per credito alle PMI e di sviluppo.
E che tutto quello che ci viene propinato, purtroppo, è solo "comunicazione" perchè possiamo spendere solo quella. Anche sulle infrastrutture.
Caro Luigi, avevo colto la tua expertise sulla materia, ricordavo soltanto alcuni particolari a beneficio dei navigatori, non certo tuo. Sull'esiguità delle azioni anti-crisi dell'UE vedo che concordiamo pienamente. Sul ruolo delle risorse pubbliche abbiamo visioni diverse (chiaramente legate alla visione del ruolo del pubblico nell'economia).
Qui nella Provincia di Trento sono stati velocissimi sui diversi fronti (ammortizzatori sociali, aiuti alle famiglie, credito per il riassetto via confidi, investimenti pubblici), e questo grazie (a) ad una finanza provinciale ancora florida e (b) ad una politica pro-attiva, seguita da un'amministrazione efficiente, che sa muoversi bene tra Roma e Bruxelles. E' servito a tamponare il problema, ma non sarà risolutivo. Le banche (per lo più locali) che hanno sostenuto le Pmi affronteranno un deterioramento del credito che non potrà essere interamente tamponato con risorse pubbliche (anche qui non illimitate). Il denaro pubblico è una bombola di ossigeno che serve per avere il tempo di risanare e ristrutturare. Non basta su pianeti dall'atmosfera irrespirabile, in quel caso bisogna migrare verso altri lidi.
Altre regioni, a quanto so, si sono mosse con più lentezza e meno quattrini. Ci sono però delle disfunzioni nel coordinamento Stato - Regioni (vedi fondi PON che rischiamo di perdere) che ovviamente dipendono da interessi divergenti tra stakeholder politici. Ma in questo clima di perenni manovre pre-elettorali non si riesce a far molto sulle piattaforme tecniche. Io però ci spero ancora: ad esempio, non escludo che si arrivi ad un regime di aiuto per le garanzie del fondo Pmi condiviso tra Stato e Regioni.
Il mio concetto di "bestialità" indica un impegno totalizzante che non ci si prenderebbe per mero calcolo razionale. E' una risorsa intangibile, ma più materiale della sola comunicazione. E' una leva dei pochi soldi che ci sono, e consente di aiutare quando i soldi non ci sono o non bastano.
Ora anche il papi va in ferie: finalmente! Così la crisi si risolve da sola...
Ma la siora Emma non aveva detto "ora basta ricreazione, facciamo le cose serie"?
O se ne è andata pure lei?
Cara Gaia, il problema è che ognuno ha le sue cose serie "particulari", e se può le cura nelle anticamere giuste, lontano dai riflettori. D'estate vanno in vacanza gli slogan e i proclami. E' pur sempre un guadagno.
Posta un commento