Le "note" della Banca d'Italia sulle economie regionali (che stiamo seguendo sul blog) si arricchiscono del rapporto sull'Emilia Romagna. La parte sul credito alle imprese è ricca, ma non ci sono dettagli sui confidi (ogni sede regionale mantiene un'autonomia nel definire i contenuti del rapporto). Ecco la sintesi dalla pagina di presentazione:
Dopo anni di crescita sostenuta, il credito bancario ha registrato, dalla seconda metà del 2008, un brusco rallentamento. Alla fine del 2009 i prestiti alla clientela residente in regione sono diminuiti sui dodici mesi dell'1,1 per cento. Quelli alle imprese si sono ridotti in misura più accentuata, soprattutto nell'industria manifatturiera. Dal lato della domanda, la diminuzione dei fabbisogni finanziari legati alla caduta degli investimenti è stata solo in parte compensata dalle maggiori richieste di credito connesse con la ristrutturazione del debito. Le politiche di offerta delle banche hanno mantenuto un accento restrittivo motivato, soprattutto, con l'aumentata rischiosità della clientela. La tendenza all'irrigidimento delle grandi banche si è progressivamente attenuata mentre è proseguita per le piccole. I finanziamenti alle famiglie, sebbene in rallentamento, hanno registrato un incremento, soprattutto nella componente dei mutui. La rischiosità dei prestiti alle imprese ha continuato a crescere collocandosi ai massimi del decennio; quella dei prestiti alle famiglie, sebbene in aumento, si è mantenuta su valori storicamente contenuti.Rinviandovi alla lettura del documento, riporto un'interessante figura che mostra la convergenza tra banche maggiori (istogrammi scuri) e banche locali (istogrammi chiari) dei ratio di incidenza delle poste problematiche sui prestiti.
Luca
3 commenti:
Il grafico dimostra che "gira, gira tondo, gira il cerino, che rimane al piccolino!". Le banche grandi hanno saputo evitare i guai e proteggere i ns depositi. Le banche locali un po' meno.
le banche piccole del territorio hanno adempiuto alla loro missione: sostenere le aziende del territorio. Normalmente tali banche hanno cuscinetti patrimoniali ben più ampi rispetto alle grandi o grandissime banche (che hanno ricorso ad aumenti di capitale a tutta birra a spese delle solite fondazioni già attributarie di pubbliche partecipazioni bancarie e.... stati esteri non propriamente democratici.
Inoltre, occorre vedere quali garanzie assistono i crediti a sofferenza o incaglio, quante perdite su crediti sono state spesate o meno a conto economico ecc.
Non tutte le grandi banche hanno chiuso l'ombrello, pero', bisogna dire anche questo.
Qualche piccola banca (in Italia, non specifiamente in Emilia Romagna) è in difficoltà, e prevedo delle aggregazioni all'interno delle categorie, e non solo. Per fortuna, come osserva Jaures, la dotazione di patrimonio era buona. La guerra di trincea contro la crisi di liquidità delle imprese è ancora in corso, e non sappiamo quanti usciranno bene dalla moratoria che interessa circa il 15% del credito alle PMI. Dovremmo pensarci, a quel momento.
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