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domenica 29 maggio 2011

Journal of financial stability: articoli sulle garanzie, una gemma di Honohan e una perla pre-crisi

Amici, sto faticosamente riprendendo a fare ricerca. Nelle esplorazioni della letteratura, ho esaminato una rivista relativamente nuova il Journal of Financial Stability, che ha pubblicato un numero speciale su Partial Credit Guarantees: Experiences & Lessons Focused Issue nell'aprile 2010, dal quale segnalo l'articolo di Patrick Honohan (economista di Dublino, dal 2009 chiamato a combattere la crisi come Governatore della banca centrale irlandese), che analizza i costi e i benefici dei programmi pubblici, e inquadra bene i requisiti tecnici e il sistema di incentivi agli intermediari degli schemi di garanzia. Gradite questo assaggio dell'articolo, in assoluto il migliore che abbia mai letto sul tema:

[...] this paper argues that guarantee schemes offer several features that are seductive for politicians and administrators. The family resemblance that they bear to market-based institutions gives them an unwarranted public legitimacy, as do the evident market failures that exist in small business finance. Overoptimistic pricing and blurred accounting can conceal the true fiscal cost of schemes for a politically sufficient duration. Relatively small cash outlays (at least initially) can leverage large numbers of loans and volumes of lending for which the political system can take credit. In all of these dimensions guarantee schemes politically outperform direct government lending programs.
... ma non è solo per demolire i programmi di garanzia, che sono utili quando ben disegnati; in fatti Honohan aggiunge subito dopo:

Despite this heightened vulnerability of credit guarantee schemes to opportunistic or self-serving politicians, they can offer genuine advantages over direct government lending. The risk-sharing element with profit-oriented intermediary banks generates an independent creditworthiness hurdle for borrowers, and can also help bring transparency inasmuch as the intermediaries are aware of the loan-loss experience. By outsourcing the origination and servicing of the loan to a for-profit intermediary, operational efficiency may be improved. Besides, it is clear that market failure exists for SME lending and a well-designed and well-targeted policy intervention might improve welfare.

Rispetto agli inizi della carriera, oggi ci sono strumenti web di esplorazione bibliografica strapotenti. Ricordo le giornate passate nel magazzino della biblioteca Bocconi a sfogliare annate di riviste, rischiando di essere schiacciato tra gli scaffali che scorrevano su binari. Oggi si fanno ricerche su collezioni di riviste, si accede agli articoli con abstract, pdf scaricabile, elenco dei riferimenti bibliografici (chi cita chi) e mille altre funzionalità, come la hit parade dei lavori più citati. Per il Journal of Financial Stability, al secondo posto si trova questo articolo di Wagner e Marsh (2006)Credit risk transfer and financial sector stability, che magnifica il modello di intermediazione originate-to-distribute. Ecco l'abstract (mia la sottolineatura):
In this paper, we study credit risk transfer (CRT) in an economy with endogenous financing (by both banks and non-bank institutions). Our analysis suggests that the incentive of banks to transfer credit risk is aligned with the regulatory objective of improving stability, and so the recent development of credit derivative instruments is to be welcomed. Moreover, we find the transfer of credit risk from banks to non-banks to be more beneficial than CRT within the banking sector. Intuitively, this is because it allows for the shedding of aggregate risk which must otherwise remain within the relatively more fragile banking sector. Therefore, regulators should act to maximize the benefits from CRT by encouraging the development of instruments favorable to the cross-sectoral transfer of aggregate credit risk (including basket credit derivatives such as collateralized debt obligations). Finally, we derive the optimal regulatory stance for banks relative to non-bank financial institutions. We show that a level playing field approach is sub-optimal. Regulatory stances should be set to actively encourage cross-sector CRT, first because of the higher fragility of the banking sector and second to induce banks to incur the costs of CRT which otherwise lead them to undertake an insufficient amount of CRT.
In quegli stessi anni scrivevo il mio libro sui modelli di portafoglio, di taglio più pratico-divulgativo. Il progetto Smefin e l'allegra brigata che ruota attorno al blog assorbiva il resto del tempo. Oggi mi rammarico di aver scritto poco per la comunità scientifica, e molto per gli operatori. Mi consolo in parte di non aver mai scritto le dabbenaggini dei più dotti (e miopi) cultori dei modelli microfinanziari, come quella sottolineata qui sopra. Il modello magari era elegantissimo, ma con che fegato se ne ricavano delle indicazioni di policy, chiudendo gli occhi davanti ai fattori di rischio non modellati? Se andate a vedere i Tech report che ho scritto e fatto scrivere in passato sul risk management, trovate molta attenzione per i limiti dei modelli di misurazione e i rischi sistemici anche negli anni in cui della crisi non si sentiva neanche il sussurro. Oggi la mia priorità è insegnare comportamenti finanziari robusti: ancora sul campo, ma anche facendo ricerca per dimostrare la dignità culturale delle proposte pratiche. Stampa questo post

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