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venerdì 22 maggio 2015

Dal Sistema camerale 92 milioni a confidi e fondi di garanzia nel 2014

Unioncamere ha pubblicato pochi giorni fa l'edizione per il 2014 della Ricerca - Monitoraggio del sostegno camerale al sistema dei confidi. Nonostante il taglio dei diritti camerali, le Camere di commercio hanno effettuato nel 2014 interventi per complessivi 91,9 milioni di euro, di cui 46,5 milioni di contributi diretti ai consorzi fidi e 45,4 milioni destinati all’implementazione di fondi di cogaranzia e controgaranzia.

Il Rapporto mette in relazione le erogazioni fatte l'anno scorso con l'impegno assegnato al Sistema camerale dalla Legge di stabilità per il 2014 (vedi post del 15 dicembre 2013) di destinare “una somma pari a 70 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016 dal sistema delle Camere di Commercio al sostegno dell’accesso al credito delle piccole e medie imprese attraverso il rafforzamento dei confidi, ivi compresi quelli non sottoposti alla vigilanza della Banca d’Italia”.
Il target pare sia stato non solo rispettato ma superato di 20 milioni. Non è chiaro il criterio di competenza usato per le cifre rendicontate, ma la somma è sicuramente ragguardevole.
Rispetto al 2013, si è mantenuto stabile il sostegno diretto ai confidi (per il 2013 le risorse veicolate ai confidi erano pari a 47,6 milioni di euro, sono leggermente calate a 46,5 milioni nel 2014). Gli interventi sui fondi di controgaranzia e cogaranzia sono cresciuti molto rispetto al 2013, passando da 31,7 milioni di euro a 45,4 milioni. In totale, quindi, le risorse camerali investite per favorire l’accesso al credito delle imprese italiane crescono da 79,3 milioni del 2013 ai 91,9 milioni del 2014.

Sono, 63 le Camere di Commercio ed una Unione Regionale (in Lombardia) che nel 2014 hanno attivato interventi a favore di 176 confidi. Mancano all'appello il Molise e la Sicilia. I questa tabella vedete la ripartizione per regioni e per interventi (clic per ingrandire):


Come si vede, il grosso degli apporti diretti riguarda la Contribuzione al fondo rischi dei confidi (31,5 mn), seguono i Contributi in abbattimento tassi su finanziamenti garantiti da confidi (9,7 mn), le Partecipazioni al capitale sociale dei confidi e gli altri strumenti patrimonializzazione (in tutto 5,2 mn). Quanto ai fondi di garanzia, si nota al primo posto la Lombardia (dovrebbe trattarsi della coda dell'operazione Confiducia, ma soprattutto del cofinanziamento del mega-progetto della Regione) seguita dall'Alto Adige (il fondo della CCIAA di Bolzano che però mi sembra un'iniziativa del 2015).
Nel rapporto trovate tanti altri dati interessanti, come questi sulla ripartizione per categorie di confidi (clic per ingrandire):


Dal punto di vista del coordinamento tra gli interventi camerali, tra di loro e con le azioni delle regioni o del Fondo centrale di garanzia, si notano dei progressi in alcune Regioni, che andrebbero approfonditi. Per il resto, i contributi camerali sono usati, come da tradizione, per soddisfare i bisogni degli operatori locali, tenendo l'asticella da superare a livelli comodi, e lasciando una certa discrezionalità alle Giunte camerali. Chiamatela pure distribuzione a pioggia, là dove funziona così, ma è un sistema che rende felici le molte persone che li dispensano, e che alla fine fa arrivare dei benefici netti alle imprese. In mancanza di grandi progetti di trasformazione, ci si deve accontentare, ma sarebbe bello concentrare gli sforzi con una direzione di marcia più chiara e coraggiosa.

Alla tavola rotonda di Confires 2015, Roberto Calugi (CCIAA di Milano) commentava una certa refrattarietà del settore a cogliere gli stimoli e gli incentivi a riorganizzarsi con aggregazioni, anche quando le Camere di commercio mettono sul piatto dei premi a favore di chi lo fa.

Si ricordava all'inizio la Legge di stabilità 2014, che oltre al re-branding degli interventi camerali che già si facevano ha lanciato il famoso Fondo da 225 milioni (presi dal Fondo Pmi) inteso a "favorire i processi di crescita dimensionale e di rafforzamento della solidità patrimoniale dei confidi sottoposti alla vigilanza della Banca d'Italia, ovvero di quelli che realizzano operazioni di fusione finalizzate all'iscrizione nell'elenco o nell'albo degli intermediari vigilati dalla Banca d'Italia e di quelli che stipulano contratti di rete finalizzati al miglioramento dell'efficienza e dell'efficacia operativa dei confidi aderenti i quali, nel loro complesso, erogano garanzie in misura pari ad almeno 150 milioni di euro." Che fine ha fatto? C'è qualche passo avanti, ne parliamo la prossima settimana.



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