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venerdì 1 aprile 2011

Studi di settore: rimodulati i correttivi anti-crisi

Il Sole 24 ore riferisce di una riunione della commissione di esperti in materia di studi di settore. L'Agenzia delle entrate e la Sose (società che gestisce il modello statistico applicato agli studi) hanno prospettato ai rappresentanti delle imprese un'attenuazione dei correttivi introdotti per il periodo d'imposta 2009 per avere maggior tolleranza di indici di reddito inferiori ai livelli normali del modello.
L'intervento è giustificato da un presunto allentamento della crisi, e dall'obiettivo di contrastare i comportamenti elusivi. Pertanto, l'impatto della crisi non sarà più desunto dal calo dei ricavi (comprimibili ad arte), ma da quello dei costi variabili. Inoltre si starà più attenti ai casi di gonfiamento del magazzino iniziale (che non costa nulla fiscalmente negli anni di perdita).
Prima o poi mi prenderò una settimana sabbatica per studiarmi bene questo marchingegno degli studi di settore. Di fatto è un modello di scoring statistico, che non misura la qualità del credito, ma la capacità di reddito effettiva, a fini fiscali. Farne a meno sarebbe una liberazione, ma è molto più difficile di quanto appare. Stampa questo post

8 commenti:

Oracolo ha detto...

Luca, ti racconto una esperienza personale, traine le conclusioni che vuoi.
Una piccola società di software di mia conoscenza denunciava attorno al 2000 utili e fatturato congrui per gli studi di settore. Poi ha avuto dei rovesci (perdita del maggior cliente, tanto per chiarirsi) e prima di ristabilirsi ha denunciato per due anni non consecutivi utili attorno allo zero o negativi.
Arriva l'accertamento basato sugli studi di settore che richiede circa 40 milioni dell'epoca di tasse.
- la società fattura solo ad aziende e non a privati
- la società licenzia tre dei cinque dipendenti appena si accorge del patatrac e che non riesce a trovare nuovo mercato in tempi brevi.
Si va al mercato delle vacche. Spiegate queste cose all'ufficio imposte e corretto un errore materiale del calcolo, si arriva ad una controproposta di 10 milioni.
La società decide comunque di ricorrere.
Vince in primo grado
L'ufficio imposte ricorre in appello
La società vince anche in appello, e le vengono anche riconosciuti 2 milioni di spese legali (ben lontane tuttavia dai costi effettivamente sostenuti)
L'accertamento per il secondo anno "sottostudio" non è mai arrivato.
L'argomento principale dell'ufficio imposte era che, essendoci i costi dovevano esserci anche i ricavi.
La società osservava che se così fosse, la gente farebbe a gara ad assumere dipendenti, invece lei ne aveva stupidamente licenziati tre.

Questo è tutto, ed è uno specchio dei rapporti tra il cittadino e l'amministrazione pubblica.

Tornando al tuo articolo, trovo che ci sia troppa fretta di dichiarare finita la crisi, e poi, come vedi dalla mia esperienza, gli studi non sono anticiclici, vanno bene per quelle società regolari, con i bilanci fatti a tavolino per gli studi di settore, per fare emergere dei redditi decenti su chi lavora per i privati, non per chi dichiara le cose come stanno nel bene e nel male.

Anonimo ha detto...

Grazie, Oracolo, per l'esperienza raccontata. Ci vorrà qualche generazione per avere un rapporto sano tra imprese e amministrazione finanziaria. L'uso dell'accertamento come leva di gettito, e non come strumento di repressione dei reati e degli illeciti, porta ai paradossi che hai documentato. Abbiamo un sistema di controlli e di sanzioni che pesa enormemente e spesso arbitrariamente sulle persone oneste.

Dario Boilini ha detto...

Gli studi di settore sono la negazione del corretto rapporto tra istituzioni e cittadino, fortunatamente a suon di sentenze la Cassazione li stà trasformando in semplici indicatori di aziende da verificare.
A queste istituzioni manca, tra l'altro, il coraggio di adottare completamente le proprie scelte: se il reddito deve essere valutato in via statistica allora si abbia il coraggio di abolire l'obbligo della tenuta delle scritture contabili e tutti gli oneri connessi.
Non è ammissibile coprire l'incapacità di organizzare ed attuare un serio sistema di controllo fiscale con simili scorciatoie.

Anonimo ha detto...

@Dario: vedremo mai al big bang della semplificazione tributaria e amministrativa? Sono d'accordo con te, come molti, che queste forme di dissuasione dei possibili evasori sono complicate, direi subdole: ma da dove si comincia per avere più semplicità, più fiducia tra contribuente e Fisco, e meno evasione? Forse ci riusciranno i nostri nipoti.

Gigi ha detto...

Il rapporto concreto, fatto delle esperienze raccontate, che passa tra fisco e contribuenti è rappresentativo del legame morale tra singoli e società. Non è un caso che il tasso di evasione sia fortemente correlato al capitale sociale di un territorio.

Anonimo ha detto...

salve a tutti, io sto vivendo un'esperienza assurda.
con un finanziamento a fondo perduto ho preso attrezzature per aprire la mia attività di produzione video/realizzazione e gestione siti web. quest'anno mi viene accertato l'anno fiscale 2005 (il secondo anno di attività); non risulto congruo perchè avrei dovuto guadagnare 11mila euto in più. con il commercialista preparo tutta la documentazione per il contradditorio con il mio "persecutore" il quale non accetta nessuna giustificazione che erano: vivo con i miei genitori, non pago l'affitto dello studio perchè di proprietà, non ho macchine o motorini, attrezzature prese con un finanziamento a fondo perduto preso con la regione (abruzzo) il quale mi imponeva di non vendere le attrezzature e di non chiudere prima di 5 anni.
non so che pesci pigliare ... ormai sto chiudendo ma la mia preoccupazione maggiore è quella che ogni anno mi arriverà una cartella di 10/15mila euro. come faccio ad uscire da questa assurdità? che strade prendere?
grazie, galvano coppa, chieti

Mister PMI ...... ha detto...

Chiudi l'attività. Poi predni tutta la contabilità e anticipa i controlli facendoti accertare e verificare tutti gli anni. Poi rispetto alle risultanze dell'accertamento e concorda le eventuali sanzioni . Questo è possibile evidentemente se quanto dimostrato corrisponde alla verità e se non c'è ovviamente traccia di elusione . E' l'unico modo per non vivere con l'ansia della cartella ! Nessuno ti ha risposto perchè questo blog non è quello opportuno per la tua esigenza. Io lo faccio perchè capisco il tuo "default" cosi ci avviciniamo ai temi ........Ciao e stai tranquillo i problemi sono altri : falliscono le banche e non puoi farlo tu ...;))). Ci sarà un'altra chance .

Anonimo ha detto...

@Mister Pmi: quando è la stagione della conserve si faccia dare tre minuti a Zelig. Col suo senso dell'umorismo riceverà sicuramente dal pubblico qualche tonnellata di materia prima.