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giovedì 5 maggio 2011

Delibera Regione Piemonte sugli apporti al capitale di Unionfidi: i fatti

Premessa: senza una memoria storica condivisa non si può dialogare, tanto meno costruire nulla. Vincono la reattività, l'arroganza, il sopruso, per mancanza di ragioni adeguate e riconosciute. Questo principio vale anche quando si discute delle difficoltà che i confidi si trovano ad affrontare.
Il fatto: la Giunta regionale del Piemonte lo scorso 7 aprile ha preso questa Delibera, con la quale (cito)

[si autorizza] Unionfidi a conferire al patrimonio base la somma di Euro 11.901.397,42,  già assegnata dalla Regione al patrimonio supplementare, quale ibrido di patrimonializzazione, ai sensi della DGR n. 10-12155 del 21/9/2009 e successivi provvedimenti attuativi, con la convenzione rep. n. 14864 dell’11 novembre 2009.
La Delibera estende la stessa facoltà anche gli altri confidi beneficiari dell'apporto di risorse a titolo di finanziamento ibrido. Tale "ibrido" (conteggiabile nel capitale supplementare dei 107, o almeno così si pensava) aveva una durata contrattuale di 15 anni e una remunerazione annua pari a 2/3 del rendimento dei BoT (un tasso fortemente agevolato, meno del tasso risk free su uno strumento subordinato a lunga scadenza, provate a confrontarlo col meccanismo dei Tremonti bond). Gli interessi non erano corrisposti cash ogni anno, ma capitalizzati. Inoltre l'ibrido aveva proprietà di assorbimento delle perdite di gestione, ovvero consentiva di decurtare dal debito l'importo delle perdite che riducono il coefficiente di solvibilità del confidi sotto il 10% (ovvero il 6% minimo regolamentare più un buffer del 4%).
Come richiamato implicitamente, questa facility (è il caso di dirlo) è stata accordata a tutti i 107 (o aspiranti 107) piemontesi, ad eccezione di Eurofidi, che in forza di un'apposita delibera ha ricevuto un apporto da fonti analoghe a titolo di sottoscrizione dell'aumento di capitale da parte di Finpiemonte. Per ricostruire tuti gli atti relativi ai diversi enti di garanzia fate una ricerca sul Bollettino ufficiale della Regione (stanziate una giornata di lavoro). Se ho ricostruito correttamente, l'ibrido non rappresentava un apporto di denaro fresco, ma il repackaging di apporti a fondi rischi o vari effettuati dalle Regione negli anni precedenti. Ricordate le norme delle finanziarie 2007 e seguenti che disponevano la soppressione del vincolo di destinazione sui fondi rischi di origine pubblica e la loro ridestinazione a patrimonio di vigilanza di base? Ecco, qui abbiamo qualcosa del genere disposto a livello regionale con un impianto più complicato, concepito dalla precedente Giunta Bresso, forse per non cadere nel rischio infrazione UE per aiuto di Stato illegittimo, o per mantenere comunque una forma di controllo sui fondi lasciati ai confidi. I più noti Formigoni loan erano in molti aspetti simili (a parte il rendimento più "di mercato").
L'attuale giunta Cota ha pensato di semplificare le cose, venendo incontro all'esigenza di Unionfidi di adeguare la composizione del patrimonio a fini di vigilanza. La stessa facoltà è stata estesa agli altri confidi della regione. Sono stati utilizzati fondi già assegnati con quella stessa finalità (facilitare il rispetto dei requisiti per l'iscrizione a 107), e soggetti di fatto agli stessi rischi di perdita.
So di altri interventi di travaso e riqualificazione di poste patrimoniali approvati da altre regioni per le stesse finalità, e con strumenti quasi identici.
Unionfidi ha superato due esercizi faticosi (il 2009 e il 2010). Ha subito il combinato disposto della crescita impetuosa degli anni precedenti, dell'esposizione verso aree e settori più colpiti dalla crisi, della maggior concentrazione del portafoglio tipica di un confidi industriale, del ricorso a contratti di garanzia non cappati, sommati alle spese per il passaggio a 107. Il suo conto economico ha messo in luce le criticità di un modello operativo, che sono emerse anche in altri confidi industriali, su scala più ridotta.
Per consolidare, sono state intraprese azioni di rafforzamento del capitale, da fonti private (soci), pubbliche (regione, camera di commercio), associative. La Regione nella delibera ha inoltre fatto una moral suasion sulle banche perché accettino un alleggerimento degli impegni sulle garanzie in essere.
Ai confidi, non a Unionfidi in particolare, faccio questo appunto: questo tipo di interventi di consolidamento concordati tra stakeholder, andrebbero affrontati a livello di intero sistema confidi come parte di un piano di exit strategy dal dopo crisi; lo sostengo, dai tempi del nostro seminario sull'equilibrio gestionale (in particolare nella slide a pag. 24)
Di situazioni di carenza patrimoniale se ne sono verificate già alcune, ma con le tendenze in atto potrebbero verificarsene diverse altre nel mondo 107. Alziamo lo sguardo e guardiamo in faccia i problemi reali. Non serve a nulla lanciare attacchi faziosi. Così non si va da nessuna parte, sospesi e strattonati come i capponi di Renzo, le cui teste ...
s'ingegnavano a beccarsi l'una con l'altra, come accade troppo sovente tra compagni di sventura.
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8 commenti:

Enrico ha detto...

Non mi permetto di intervenire nelle tematiche trattate dal Professore.
Offro una sintesi del suo trasparente esame, alternativa e da 'vecchio anarchico' sobillatore.
Bene ... che cosa abbiamo qui ?
Da un lato, abbiamo vari, tanti, confidi piemontesi ai quali, nell'arco di svariati anni, la Regione ha assegnato soldi sotto diverse forme per favorire iniziative economiche (a mia conoscenza, peraltro, gli ultimi ricevuti da Unionfidi datano 2004 e da allora più nulla). Questi confidi lo fanno e poi, nell'arco del tempo, gli cambia il quadro legislativo di riferimento sotto il naso. Così, improvvisamente, quello che prima stava in piedi benissimo, adesso sembra vacillare e rischiare il tracollo.
Dall'altro lato abbiamo un (solo) confidi che, grazie ad iniezioni dirette di capitale, gode di perfetta salute e si mantiene in forma brillante, almeno in apparenza.
Vorrei solo sapere dove sono gli aiuti di stato e dove sono gli amici degli amici che fanno tutto 'aumma aumma'. Gli inglesi direbero: a tempest in a tea-cup.

Anonimo ha detto...

@Enrico, mi permetto di ripetere il consiglio dato nel post a te a tutti gli amici piemontesi: portate il problema confidi in un'arena di discussione a livello nazionale, in ambito regionale noto un tasso di conflittualità paralizzante. E per le dimensioni raggiunte dai due maggiori player, la soluzione non può essere regionale. Lo stesso consiglio lo darei per qualsiasi regione.

Enrico ha detto...

@Luca ... guarda che di conflittualità ce n'è meno di quella che può apparire. I commenti salaci sono solo indirizzati a chi si fa fuorviare da notizie che, per ragioni che a me sfuggono ma che possono essere ben più d'una, sensazionali prive di contenuto ed inconsapevolmente innescano reazioni a catena prive di fondamento.
Quanto al regionalismo, ce n'è ormai ben poco, considerando che si dice che il maggior player sia focalizzato sulla regione solo per poco + del 30%.
Quanto al consiglio ... ti ringrazio, ma mi assegni un ruolo che non mi appartiene, per giunta relativo a dinamiche di cui non faccio parte e che non sono in grado di influenzare in alcun modo.

Anonimo ha detto...

da presentazione di Unionfidi:
"Unionfidi si pone al primo posto, a livello nazionale, tra i confidi di emanazione associativa".
Questo bel campione di confidi industriale prima utilizza € 7,0 milioni di contributi statali (fondo alluvione) per coprire le perdite del 2010. (utile di € 250.000 dopo aver portato a ricavi contributi per € 7,0 milioni)
In sostanza una perdita di € 6,7 milioni nel 2010 dopo aver registrato una perdita di € 9,0 milioni nel 2009 (comunque è in netto miglioramento).
Adesso ha bisogno anche dei soldi regionali (oltre € 17,0 milioni) per raggiungere i coefficienti patrimoniali per iscriversi al 107.
Spero nella saggezzae nella professionalità di BdI che impedisca a tale "campione nazionale" di iscriversi per qualche mese al 107 per poi far la fine della Banca di Garanzia.

Anonimo ha detto...

@Anonimo, o non ha letto il mio post, o non ci ha capito molto.
La prego, smetta di usare aleablog per queste polemiche, che fatico a credere disinteressate!
Che senso ha sparare con tono demagogico quattro dati sul bilancio di un confidi senza termini di confronto con il sistema, senza considerare in modo unitario fondi rischi, patrimonio, perdite emergenti, accantonamenti per perdite attese, ecc.
Non ho preteso di fare una due diligence in venti righe. Se dovessi svolgere un esercizio del genere, lo farò per un campione di confidi, e penso che (purtroppo) i conti economici sotto stress non saranno un'eccezione.
Non sto facendo la difesa di ufficio di Unionfidi, sto solo esortando all'onestà intellettuale e al rispetto reciproco (pur nella rivalità). Se lo spirito è "mors tua vita mea" i confidi si autocondannano a scomparire.

Dodona ha detto...

Il tono farisaico di anonimo e' proprio stucchevole... Non c'e ' davvero nulla di scandalistico nell'affaire Ufp... Anzi al contrario per una volta ci leggo quel po' di trasparenza che tante volte e' finora mancata... (rimandiamo gli esempi...).
Piuttosto proviamo a cogliere l'assist di Luca, mettendo in fila un po' di numeri confrontabili e poi parliamone... Per le classifiche c'e ' tempo, per immaginare una strada di efficientemento del sistema forse meno.....

Sapio ha detto...

@ Dodona: intervengo sul tecnico circa la vecchia idea di fare uno studio comparativo. Forse ne abbiamo già parlato. L'ostacolo è il corretto calcolo del Fondo Rischi. Noi dall'esterno come possiamo valutarlo? Dovremmo aver accesso allo Srep di BdItalia, ma non ce lo danno?!

Batman ha detto...

Non si può che confidare nella capacità dei meritevoli sostenitori di questo blog di leggere, interpretare e confrontare TUTTE le poste di bilancio, seppur con i limiti individuati prontamente da Sapio (al contrario di quanto praticato dai sempre troppi farisei demagoghi) e nell'illuminazione di qualche dirigente o CdA nel far suo il consiglio di Luca.
Complimenti per il blog, sempre foriero di spunti interessanti.