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mercoledì 11 maggio 2011

Libano: con le regole drastiche di Salameh le banche prosperano. Imitiamolo

Il Sole 24 ore di oggi dedica oggi al Libano un articolo e un'intervista a Riad Salameh, governatore della banca centrale. Nonostante la permanente instabilità politica (a dir poco), il sistema bancario libanese è uscito indenne dalla crisi del 2008.
Merito anche delle politiche assolutamente non convenzionali seguite da Salameh, che ha imposto alle banche severissimi ratio di liquidità e divieti stringenti all'operatività in derivati e trading ad alta leva. Altro che Basilea 3, Beirut vale una Basilea al cubo. Ciò nonostante, il credito si sviluppa a tassi molto sostenuti, su basi robuste.
Sempre oggi, il Sole pubblica un articolo del collega Giuseppe Lusignani (con Lea Zicchino) sulla strada in salita del sistema bancario europeo (ed italiano) verso i nuovi target patrimoniali di Basilea 3. E' una storia nota, e mesta, quella delle banche che devono raccogliere nuovo capitale, che è scarso e costoso, ergo saranno costrette a restringere l'offerta di credito.
Perché non facciamo come in Libano, ci facciamo un baffo della diagnosi e delle terapie studiate per sistemi diversi dal nostro, e ci costruiamo una via italiana alla robustezza del sistema bancario. Pensiamo, che so, a un modello di banca che favorisce il deleveraging delle strutture finanziarie delle imprese, sostituisce credito alle inefficienze delle catene finanziarie di fornitura servizi di efficientamento delle tesorerie aziendali. Supporta un mercato di finanziamenti diretti (di tipo azionario o ibrido) tra privati e/o imprese. Crea margine attraverso commissioni per servizi di consulenza, utilizzo di infrastrutture informatiche, gestione di posizioni finanziarie. Margine stabile, beninteso, su posizioni finanziarie stabili, senza lo spiacevole inconveniente delle perdite su crediti.
Due anni fa avevo azzardato qualche riflessione in materia con questo paper sul circuito iCash.
Vorrei tornare a ragionarci sopra, se l'idea non è troppo bislacca.
Siamo o non siamo la culla della creatività? Stampa questo post

1 commento:

Gigi ha detto...

Non è forse il Libano la (non) terra di Nicholas Nassim Taleb?
Non è forse il Libano l'antica Svizzera d'Oriente?