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mercoledì 25 maggio 2011

SISTRI: crisi di rigetto prima ancora di cominciare

Il caso Sistri, sistema informativo per la tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi, è diventato un'emergenza nazionale. Le organizzazioni d'impresa hanno lanciato appelli unanimi per ritardarne l'entrata in vigore, prevista per l'1 giugno. I malumori, che registravo qui, sono esplosi in una crisi di rigetto.
Il caos annunciato del SISTRI è prodotto dal solito cocktail tossico di adempimenti nuovi, uso velleitario della tecnologia, impreparazione degli utenti. La battaglia contro l'eco-criminalità è sacrosanta. Ma da profano mi chiedo se i molti soldi spesi per impiantare questo sistema di braccialetto elettronico della monnezza non era meglio spenderli per rafforzare il controllo del territorio, l'investigazione e la repressione. Mi piacerebbe conoscere il parere dei nuclei investigativi che lottano quotidianamente con i problema. Forse, come per il riciclaggio, un sistema pervasivo di rilevazione dei flussi a rischio è indispensabile. Però nel caso del SISTRI mi sembra che si sia voluto strafare.
C'era già un sistema di rilevazione cartacea del trasporto di rifiuti sensibili. E' stato sostituito da un sistema che prevede: registrazioni digitali su appositi moduli (OK, via la carta) da parte del soggetto che produce il rifiuto; la registrazione digitale segue il rifiuto nel trasporto fino allo smaltimento. Si usano dispositivi dedicati: chiavette USB che servono per autenticare gli utenti quando accedono al server del MinAmbiente per caricare subito i dati dei rifiuti in partenza,  e poi per travasare i dati tra i vari soggetti della filiera; una black box (che mi pare sia una specie di iPad con una SIM da cellulare GPRS) che consente di seguire l'itinerario del trasportatore associandovi il carico. Così il comando operativo può conoscere in tempo reale con la massima precisione i flussi di rifiuti dall'originazione allo smaltimento (gallerie e zone fuori campo permettendo).
Durante la sperimentazione il sistema è quasi collassato: sono emersi problemi di tempi di accesso ai server, malfunzionamenti della chiavette, ecc. Adesso si cercano rimedi. Il Ministro Prestigiacomo insiste per non ritardare l'avvio del SISTRI, semmai saranno sospese le sanzioni in caso di irregolarità o inadempienze. Si sono aperti dei tavoli tra Uffici competenti e Assosoftware, per risolvere meglio i problemi di interoperabilità. Alla buon'ora
Mi chiedo perché il sistema è stato introdotto con approccio da big bang, con un sistema di una complessità enorme, senza passare prima dalla digitalizzazione dei flussi informativi (già si poteva fare molto con la mera sostituzione dei moduli cartacei e trasmissione dei dati via web) integrandone la rilevazioni con i sistemi aziendali che prima stampavano i moduli cartacei. Queste rilevazioni sono come i Documenti di Trasporto (le vecchie bolle di accompagnamento) c'era un'esperienza da seguire. Si poteva attingere all'esperienza delle società di corriere e di logistica che tracciano spedizioni a milioni in tempo reale. No, si è voluto sviluppare una soluzione proprietaria, infestata dal veleno dell'e-government all'italiana, l'infarcimento della soluzione tecnologica di una miriade di requisiti di compliance normativa che genera una miriade di problemi di sicurezza informatica, di inefficienza e, soprattutto, una miriade di rischi di inadempienza  e relative sanzioni amministrative e penali anche per gli operatori onesti e bene intenzionati.
E la cosa passi quando si parla di operatori specializzati (trasportatori e smaltitori), ma perché coinvolgere una comunità di 400.000 imprese ed enti vari?
Scusate lo sfogo, da parte di un profano della materia. Ma visto dal lato delle imprese c'è da mettersi a urlare.

PS: Amici fornitori di software aziendale, già che affrontate con il Ministro Prestigiacomo il problema dell'interoperabilità sulle procedure rifiuti, perché non mettete nei pacchetti contabili una funzione che consenta di esportare il libro cespiti in formato tabellare, quello che volete voi. Negli studi di caso dei miei studenti del Laboratorio, ho dovuto per sei gestionali diversi far copiare a mano in cinque casi su sei qualche decina di pagine di dati in formato pdf. L'interoperabilità comincia da qui. Stampa questo post

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