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lunedì 24 marzo 2014

La Giunta lombarda avvia la consultazione sulle Linee guida per il "Sistema lombardo della garanzia"

Il 20 marzo la Giunta della Regione Lombardia ha preso atto della comunicazione del Presidente Maroni (di concerto con gli assessori Melazzini, Garavaglia, Cavalli, Fava e Bulbarelli) in merito alla "Proposta di linee guida per la definizione del "Sistema lombardo della garanzia" - Avvio del percorso di consultazione".  Il documento di cui la Giunta ha preso atto traccia in dodici pagine gli obiettivi dell'intervento sui confidi, i criteri di assegnazione dei fondi basati su uno scoring dei confidi, l'architettura ideale del sistema regionale della garanzia, le modalità di intervento (risorse e percorso di attuazione). Vediamo in breve i punti fondamentali.

Prima ricordo gli antefatti: le Determinazioni della Giunta di giugno 2013 (che hanno consentito di passare a patrimonio prestiti regionali) e la conseguente due diligence del sistema, con presa d'atto dell'esito nel dicembre 2013.

Ora abbiamo una proposta di linee guida per la revisione del sistema di contribuzione regionale ai confidi, associato a un'auspicata riorganizzazione del sistema della garanzia.

La due diligence ha descritto un sistema regionale della garanzia con luci e ombre.
Ci sono dei punti di forza: un equilibrio patrimoniale a livello aggregato, molte imprese associate (1/3 delle imprese lombarde), confidi 107 ben organizzati e precedenti esperienze di integrazione e collaborazione, principalmente con perno su Federfidi Lombarda, confidi intersettoriale di 2° livello; anche la collaborazione con il sistema camerale ha dei precedenti, come il programma Confiducia.
Ci sono delle debolezze da correggere: nel sistema sopravvivono molti piccoli confidi con basso potenziale di crescita e basso moltiplicatore; ci poi sono enti sottopatrimonializzati (anche tra i 107). In prospettiva le debolezze possono diventare criticità per il deterioramento prospettico [sic!] del portafoglio, che unito a credit crunch e riduzione delle risorse pubbliche può intaccare ancor più diffusamente i patrimoni dei confidi.

In questo quadro occorre conseguire le opportunità di economie di scala con aggregazioni e accorciamento della filiera. Gli obiettivi strategici da perseguire sono l'impatto positivo sulle imprese (al primo posto, giustamente), la sostenibilità + crescita + innovazione del sistema delle garanzie, e la maggior efficacia dell'intervento pubblico. Per raggiungere gli obiettivi occorre che i confidi raggiungano una massa critica che dia loro potere negoziale verso le banche, consenta di operare con moltiplicatori più alti, incidenza dei costi generali ridotta, strutture più robuste ed efficaci e maggior capacità di servire le imprese lombarde.

Modificando l'ordine rispetto al documento, anticipo le proposte inerenti l'architettura del sistema funzionale agli obiettivi strategici.
Il sistema lombardo della garanzia delineato nel documento assegna un ruolo pivot a Federfidi Lombarda. Si ipotizza per Federfidi la "discesa in campo" come confidi di primo (e non più di secondo) livello. In questo modo potrebbe fungere da soggetto aggregante dei confidi lombardi sottodimensionati o sottocapitalizzati. Si avrebbe così un duplice vantaggio: (a) il taglio di costi di governo e controllo duplicati su numerose strutture, stimato in 3,5 milioni sui bilanci 2012; (b) la liberazione di capitale per l'accorciamento della filiera. Eliminando la controgaranzia su fondi regionali, si libera capitale sul 2° livello (si stima un buffer  di 40 milioni) senza caricare più assorbimenti sul 1° livello, dato che le controgaranzie non pubbliche sono prive di effetto di attenuazione del rischio, e inoltre in gran parte Federfidi assume impegni cappati.
Gli interventi di secondo livello non sarebbero soppressi, ma passerebbero alla finanziaria regionale Finlombarda, presso la quale verrebbe costituito un fondo regionale di contro-garanzia alimentato da parte del patrimonio della stessa Finlombarda (allocato a una gestione separata), dalla Regione, da Unioncamere e da altri soggetti privati.
Si auspica l'accesso del fondo regionale (o di Finlombarda) al Fondo centrale di garanzia per le Pmi per trasferire la ponderazione zero ai confidi. In proposito si riscontrano delle criticità, perché [afferma il documento] FCG "non consente la controgaranzia sulle finanziarie regionali" [ma sui fondi di garanzia regionali sì!].
Sarà attuata questa nuova architettura? La creazione di un polo aggregante attorno a un Federfidi rafforzato ci può stare; ho in mente un gruppo di confidi radicati in regione che potrebbero entrare nel progetto. Federfidi ha già esperienza di operatività multisettore e, soprattutto, multitaglia, ovvero rivolta alle imprese micro-piccole (artigianato) e piccole-medie (piccola industria). Se le risorse ci sono, i miei amici (e amiche) che stanno in Federfidi e in diversi 107 lombardi potrebbero fare un bel progettone.
L'idea del fondo regionale è molto più vaga, e la lascerei perdere, perché i soldi sono pochi e se ci sono confidi che funzionano è meglio darli direttamente a loro. Un fondo regionale con rischio limitato (come sono tutti i fondi regionali di garanzia) ha gli stessi limiti della filiera lunga non eleggibile che faceva capo all'attuale Federfidi: perché ricrearla su Finlombarda? Piuttosto terrei da parte dei fondi per co-finanziare controgaranzie per pool del Fondo centrale, intendo non le tranched cover, ma le strutture a misura di confidi che hanno ricevuto tanti elogi a Confires 2014 (vedi mio post). Le controgaranzie di 2° livello servirebbe però a dare un sollievo al conto economico dei confidi, cosa che invece non otterrebbero dai contributi alla capitalizzazione assegnati direttamente ai confidi (vedi qui sotto).

E passiamo allora a parlare dei suddetti fondi regionali per la capitalizzazione, e di criteri applicati per distribuirli tra i confidi.
Primo punto cruciale: l'assegnazione avverrebbe nella forma di contributi alle imprese lombarde vincolati alla sottoscrizione di aumenti di capitale gratuiti dei confidi. Avete letto giusto: non contributi a fondi rischi che passano dal conto economico, all'assegnazione o all'utilizzo di un fondo accantonato. No, contributi ad aumenti di capitale.
L'assegnazione avverrebbe con una procedura quasi-competitiva. Si introdurrebbe un modello di scoring per valutare oggettivamente gli elementi di merito (qualitativi e quantitativi) dei confidi. E' la parte più concreta del documento, e merita una digressione. La Regione non vuole chiudere la porta in faccia a nessuno, ma nel contempo vuole sincerarsi che i confidi beneficiari abbiano la capacità di operare per trasferire il beneficio finale a favore delle imprese. Per misurare questa capacità di servizio, si applica una griglia di scoring riferita a sette parametri quantitativi, che sono questi (tra parentesi quadre indico i pesi percentuali ad essi associato nel documento in funzione della loro rilevanza):

  1. total capital ratio (patrimonio di vigilanza / attività ponderate per il rischio) [25%];
  2. stock di garanzie in essere a favore di imprese lombarde [20%];
  3. percentuale di copertura dei crediti deteriorati  [15%];
  4. rapporto costi/ricavi (cost/income ratio) [10%];
  5. attività liquide / garanzie in essere [10%];
  6. parte del capitale sociale del confidi versato da imprese lombarde [10%];
  7. numero di imprese lombarde socie [10%].

Come si può notare, lo scoring premia:

  • le dimensioni dell'operatività in Lombardia (parametri 2 e 7, e indirettamente 6);
  • solidità patrimoniale, copertura dei rischi e liquidità (parametri 1, 3 e 5, e in via accessoria 6);
  • efficienza produttiva ed economica (parametro 4)
I punteggi potranno andare da un minimo di 1.000 a un massimo di 5.000 punti. Saranno ammessi soltanto i confidi che totalizzano almeno 3.000 punti. Chi ottiene punteggi più alti otterrà un maggiore ammontare di fondi: tecnicamente, l'assegnazione al singolo confidi si determina applicando allo stock di garanzie in essere un moltiplicatore. Tale moltiplicatore è calibrato in funzione crescente dello scoring. Il contributo non può superare il capitale sociale del confidi.

Il lettore attento si sarà già posto una domanda: se lo scoring premia i confidi con maggiore quota di mercato in Lombardia e con maggior solidità patrimoniale, come fa la Regione a verificare che le imprese ottengano un trasferimento dei benefici? Potrebbe infatti accadere il contrario: un confidi ricco ottiene tanti fondi lombardi, le banche lo fanno lavorare, applica commissioni cospicue, fa versare alle imprese cospicui apporti a capitale sociale => tutti i parametri migliorano, ma le imprese cosa ottengono? Quali prezzi delle garanzie? Quali TAEG di filiera? Quale assistenza dalla rete distributiva e da personale più specializzato?
Il documento rimedia a questo buco della griglia di scoring con un processo di erogazione del contributo in due fasi: il 40% è assegnato in una prima tranche, il 60% è erogato dopo 18 mesi dalla prima, a condizione che siano raggiunti i risultati in termini di benefici alle imprese, associati ad elementi quali:

  • erogazione di nuovo credito alle imprese (almeno 20 volte la prima tranche);
  • pricing massimo della garanzia [non meglio specificato];
  • definizione dei tassi massimi sui prestiti nelle convenzioni banca-confidi.
Qual è lo stanziamento di fondi su questo intervento? I numeri sono ancora indicativi. Ecco i principali:

  • 40 milioni per il 2014 della Regione e del Sistema Camerale, più una parte delle risorse della programmazione comunitaria;
  • 40 milioni allocazione di patrimonio di Finlombarda e liberazione del patrimonio di Federfidi Lombarda;
  • 2,5 - 3,5 milioni di costi risparmiati grazie alla razionalizzazione del sistema.
Sono soldi pesanti, ma provengono da cassaforti diverse e non automaticamente comunicanti. I fondi camerali sono sui bilanci delle singole Camere, dubito che saranno convogliati su un serbatoio unico senza resistenze. E le resistenze ci saranno: se i confidi con scoring inferiore a 3.000 punti saranno tenuti fuori, pensate che i "loro" contributi prima incassati a livello provinciale saranno acquisiti al centro per finanziare i loro più acerrimi concorrenti? E tra questi uno in particolare che lombardo non è? Tutto può accadere, ma i guardiani della rivoluzione (o della conservazione) faranno di tutto per evitarlo.
Se i meccanismi fossero quelli descritti nel documento, i fondi regionali andrebbero esclusivamente ai confidi vigilati (lo scoring fa riferimento a misure di bilancio o di vigilanza che sono inesistenti o aleatorie nel mondo dei confidi minori).

Che accadrà ora? Le linee guida prevedono una roadmap molto stretta:

  • 4 aprile, consultazione con gli stakeholder;
  • 11 aprile, approvazione delle Linee guida da parte della Giunta;
  • giugno, pubblicazione dell'avviso per l'assegnazione dei fondi ai confidi.
Ci sono molti dettagli tecnici da chiarire per regolare la procedura di selezione. Il percorso è pieno di pericoli: l'insabbiamento nella fase di consultazione, l'uscita di un provvedimento che per accontentare tutti non funziona per nessuno, la duplicazione rispetto a interventi nazionali (risorse FCG per il rafforzamento patrimoniale, rinvio a quanto detto in proposito a Confires 2014).

Invito i confidi lombardi a giocare d'anticipo, per essere loro a progettare la nuova architettura del sistema. Con l'occasione, devono fare due conti su come funzionerebbero i nuovi meccanismi proposti dalla Regione, in modo da far emergere possibili buchi o clausole troppo favorevoli per alcuni a scapito di altri (e delle imprese).

Qualcuno mi potrebbe chiedere: quali sono le tue linee guida per il sistema lombardo della garanzia? Risponderei: lasciamo che i consulenti consiglino, e il mio ruolo non è quello.
Il team di professionisti che ha curato la due diligence ha in mano una messe di dati ricchissima, seconda soltanto a quella di cui dispone la Banca d'Italia. Certo che sarebbe un peccato aver speso qualche centomila euro per il lavoro per poi fare la solita trattativa muscolare e melodrammatica con gli stakeholder.
Aspettiamo i prossimi passi.
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