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giovedì 13 marzo 2014

Fondo centrale Pmi: il grande ombrello si allarga di 500 milioni con #lasvoltabuona di Renzi

Nella twittatissima conferenza stampa di ieri Matteo Renzi ha toccato tanti argomenti caldi. L'ha fatta da padrona l'economia reale (lavoro, sgravi fiscali, piano casa). Il credito è entrato con questa slide in split screen (qui l'intera sequenza):

"Cinquecento milioni di euro in più per il fondo di garanzia per le Pmi per la lotta al credit crunch, vero o presunto che sia e che ha già garantito 10 miliardi di accesso al credito. Una misura che le aziende sanno essere rilevante", ha detto il premier Matteo Renzi al termine del Cdm.
Non abbiamo i dettaglio tecnici sulle coperture (e non voglio aggiungere la mia voce al coro degli scettici e degli arcigni burocrati). Penso di dover far cadere le  congetture fatte a Firenze (e ribadite in questa nota per ilsussidiario.net): Renzi non farà la rivoluzione del Fondo Pmi 2.0 secondo il progetto delle grandi banche supportate da BEI e FEI. Farà probabilmente un rifornimento del Fondo, come aveva promesso Enrico Letta prima di rassegnare le dimissioni. Il Fondo marcerà con l'equipaggiamento ammodernato dai governi precedenti.
Forse vedremo qualche novità a sostegno delle misure per il pagamento degli arretrati della PA. Ad esempio, nel comunicato stampa relativo al Consiglio dei ministri di ieri c'è questo passaggio:

Favorire la cessione dei crediti delle pubbliche amministrazioni. Lo Stato offre una garanzia sui debiti di parte corrente delle Pubbliche amministrazioni al momento della cessione agli intermediari finanziarie. In particolare, i soggetti creditori possono cedere pro-soluto il credito certificato e assistito dalla garanzia dello Stato ad una banca o ad un intermediario finanziario, anche sulla base di apposite convenzioni quadro. Per i crediti assistiti dalla suddetta garanzia dello Stato non possono essere richiesti sconti superiori alla misura massima che sarà determinata con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze. La pubblica amministrazione debitrice diversa dallo Stato può chiedere, in caso di temporanee carenze di liquidità, una ridefinizione dei termini e delle condizioni di pagamento dei debiti, per una durata massima di 5 anni, rilasciando, a garanzia dell’operazione, delegazione di pagamento. La Cassa depositi e prestiti S.p.A, nonché istituzioni finanziarie dell’Unione Europea e internazionali, possono acquisire, dalle banche e dagli intermediari finanziari, sulla base di una convenzione quadro con l’Associazione Bancaria Italiana, i crediti assistiti dalla garanzia dello Stato, anche al fine di effettuare operazioni di ridefinizione dei termini e delle condizioni di pagamento dei relativi debiti, per una durata massima di 15 anni. L’intervento della Cassa depositi e prestiti S.p.A. può essere effettuato nei limiti di una dotazione finanziaria stabilita dalla Cassa depositi e prestiti S.p.A. medesima.
Il Fondo centrale continua a riscuotere encomi e generosi contributi: dopo quelli (sommessi e monetariamente piccoli, ma significativi) del Movimento 5 stelle, ora la riconferma da parte del Governo.
Noi (includo i cari visitatori del blog) in questo piccolo osservatorio ci occupiamo ossessivamente di Fondo Pmi, e ne conosciamo tutti i problemi e le ombre, primo fra tutti il filtro che lascia fuori dal suo ombrello tante aziende magari meritevoli. Rappresentanti del MiSE, di Assoconfidi, anche delle banche, invocano una riforma (o una rifondazione) del sistema di garanzia.
Invece, il nuovo Esecutivo con la sua ondata rigeneratrice non ha ancora lambito i confini del "nostro" mondo. Quando arriverà a lambirli, potrebbero esserci annunci più dirompenti (e allora non cadrebbero le congetture che facevo sempre a Firenze in tema di rischio rottamazione).
Ci sarà il pretesto per farlo? Penso di sì, un pretesto molto "materiale": la caccia alle risorse per le "coperture" di questo e di altri provvedimenti.
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8 commenti:

Anonimo ha detto...

da lunedì sono in vigore i nuovi e inaccettabili parametri del Fondo (delibera bancaria subordinata). Da 5 giorni la nuova piattaforma informatica del Fondo non funziona e non si possono inoltrare le richieste. Se Renzi vuole salvare le PMI col Fondo di Garanzia è meglio che torni a fare il sindaco.

Anonimo ha detto...

Mandate un tweet con hashtag #matteorisponde, approfittate del nuovo premier, farà il possibile per non deludervi.
Non c'è bisogno che si scomodino ABI e Assoconfidi, fate un giro di mail o telefonate tra colleghi che usano i social, lanciate dei messaggi in bottiglia, chiedete un question time su twitter, e vedrete che qualcuno dello staff di Palazzo Chigi vi risponderà.

Ieri a Porta a porta Renzi ha promesso cose mirabolanti dall'Agenda digitale (dichiarazione redditi precompilata, fattura elettronica, ecc.). Il suo staff, diceva, tiene a freno il suo entusiasmo. Anche Bruno Vespa non ha nascosto il suo totale disinteresse per i temi digitali.
La mia impressione è che la prudenza dello staff e il disinteresse dei media ha due cause: la prima è che molti si sentono estranei ai temi informatici, non si eccitano all'idea di ricevere il 730 precompilato; la seconda è il timore che le innovazioni promesse funzionino al 75%, per cui il commercialista prenderà il 730 precompilato e lo butterà nel cestino, e rifarà la dichiarazione per il cliente.
Comunque, può essere che la nuova piattaforma abbia bisogno di un rodaggio (però potevano fare una consultazione più estesa per progettarla ...)
Se il Gestore vuole mandare un messaggio rassicurante, siamo a disposizione. Una piccola mail informativa ci starebbe bene.

Anonimo ha detto...

Al di là di tutto il problema è che ricorrere al Fondo di Garanzia per rispondere ai problemi di politica economica del nostro Paese è quello che la politica continua a fare da anni per non dare alcuna risposta. E Renzi sta seguendo la via dei predecessori. Purtroppo.

Anonimo ha detto...

C'è un altro problema, secondo me più grave: i Governi (e i gruppi bancari) non sono più capaci di progettare strumenti e intermediari per fare politica creditizia. Quello che viene fuori è l'incrocio tra idee astratte, spinte lobbistiche, ricadute più o meno casuali del modo in cui si scrivono e si attuano i provvedimento.
L'unico spunto strategico forte è la difesa del controllo delle banche e società strategiche (tramite fondazioni e Cassa DP), non è in sé una cosa brutta, ma non basta!
In questa situazione desolata, il Fondo Pmi è una macchina che funziona, per lo meno. L'altra ancora di salvezza è la Cassa DP, alla quale hanno fatto (e faranno) fare di tutto.
Del resto, qual'è la grande misura lanciata dal Governo precedente? La nuova Sabatini (remake della vecchia che data agli anni sessanta).
Speriamo che dopo le slide con l'ombrello, arrivino idee fresche per rilanciare il Fondo Pmi, o superarlo in meglio.

Unknown ha detto...

Matteo Renzi getta la sua manciatona di monetine nel Fondo Pmi, novella Fontana di Trevi. E come Achille Togliani, canta così:

Fontana dei sogni
tu sussurri ad ogni cuor:
se in amor vuoi fortuna
getta un soldo e spera ancor.

https://www.youtube.com/watch?v=TYpatobsfjM

'e mo' te passa o' credit crunch!

Anonimo ha detto...

Il Fondo non è una macchina che funziona, tutt'altro. E' un giochino per il quale tutti ottengono la ponderazione zero per far fronte alla scarsità dei patrimoni. la prova provata è che chi ha buoni patrimoni di vigilanza utilizza altre forme di garanzie meglio escutibili

Anonimo ha detto...

Il Fondo è questo e tante altre cose. In prospettiva sarà meno garanzie proporzionali con ponderazione zero e più garanzie cappate. Quello che sarà dipenderà anche da quello che chiederanno (o di cui si accontenteranno) gli intermediari.
Si deve fare tutto il possibile per migliorarlo, e per farlo funzionare in modo complementare con gli altri programmi di garanzia.
Non rassegniamoci al meno peggio.

Anonimo ha detto...

Non abbiamo alternativa,visto che il fondo sta pian piano raccogliendo le risorse di tutti quelli che una volta erano i finanziatori dei confidi. E questo e' un problema che porterà alla chiusura di molti.